G7, il 26 e 27 maggio il vertice a Taormina: quello che c'è da sapere

Politica

Valeria Valeriano

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L'Italia ospita il summit per la sesta volta. Attesi in Sicilia Trump, Merkel, May, Abe, Trudeau, Macron e altri leader. Rafforzate le misure di sicurezza per l'allerta terrorismo e il rischio infiltrati nei cortei. Tra i temi la lotta all'Isis

L’appuntamento è per fine maggio in Sicilia: il 26 e il 27 alcuni dei capi di Stato e di governo più importanti del mondo s’incontrano a Taormina per il vertice del G7. Dai temi al centro dell’incontro ai nomi dei partecipanti, dalle misure di sicurezza ai cenni storici sulle riunioni internazionali: ecco quello che c’è da sapere.

Cos’è il G7?

Il G7 è un forum politico di sette governi: Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Canada. La “G” sta sia per “gruppo” sia per “grandi”. Quello di fine maggio è il 43esimo vertice. L'origine del summit delle grandi economie industrializzate risale al 1975, quando il presidente francese Valéry Giscard d’Estaing invitò i leader della Repubblica federale di Germania, del Regno Unito, dell'Italia, degli Stati Uniti e del Giappone a Rambouillet per discutere della crisi economico-finanziaria successiva allo shock petrolifero del 1973-1974. Da quel G6 nacque l’idea di un incontro annuale tra le maggiori potenze industriali per coordinare le strategie politiche ed economiche. L’anno dopo si aggiunse il Canada e il G6 diventò G7. Dal ’77 partecipò, come membro non enumerato, anche la Cee (antesignana dell’Ue). Nel 1994, al vertice di Napoli, venne costituito il P8 (“P” stava per  “politici”): le potenze del G7 più la Russia. Le riunioni di questo nuovo gruppo avrebbero dovuto svolgersi alla conclusione dei vertici del G7, ma nel 1997 Mosca partecipò anche ai lavori ufficiali del G7, che divenne prima G7+1 e l’anno dopo G8. Il primo vertice sotto la presidenza russa si tenne nel luglio 2006 a San Pietroburgo mentre il secondo, programmato nel 2014 a Sochi, fu spostato a Bruxelles e presieduto eccezionalmente dall'Ue: con l’acuirsi della crisi in Crimea, infatti, gli altri Paesi esclusero Mosca dal tavolo. Quello di Taormina, nonostante sia in corso un lavoro diplomatico per riportare la Russia al summit, sarà il quarto vertice senza Mosca.

Numeri e regole

Nei Paesi del G7 vive circa il 10,3 per cento della popolazione mondiale. Secondo i dati Osce del 2015, i sette Stati producono il 32,2 per cento del Pil del pianeta, il 34,1 per cento delle esportazioni mondiali e il 36,7 per cento delle importazioni. Il summit è annuale e la data è sempre tra fine maggio e metà luglio. Non essendo un’organizzazione internazionale, è privo di una struttura amministrativa con un segretariato permanente. La presidenza viene assunta a rotazione da uno dei Paesi, in quest’ordine: Francia, Usa, GB, Germania, Giappone, Italia e Canada. L’Ue non partecipa alla rotazione e non può ospitare il vertice, ma è a pieno titolo nel Gruppo. I lavori si concludono con la presentazione e l’adozione del Comunicato finale. Il documento riassume le questioni discusse durante l’anno, ma non ha carattere vincolante: con le dichiarazioni, però, i leader delle principali democrazie industrializzate assumono impegni di indirizzo politico su temi chiave come finanza, sviluppo, pace, ambiente.

Chi partecipa?

La riunione del 2017 sarà guidata dal presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni. Gli altri leader presenti sono il primo ministro del Canada Justin Trudeau, il presidente Usa Donald Trump, la cancelliera tedesca Angela Merkel, la prima ministra britannica Theresa May, il primo ministro giapponese Shinzo Abe, il nuovo presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, successore di Francois Hollande all’Eliseo. Per l’Ue partecipa il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Quattro i leader che sono al G7 per la prima volta: Gentiloni, May, Trump e Macron. A Taormina ci saranno anche rappresentanti della società civile, alcune organizzazioni internazionali e i capi di altri Paesi ospiti (ad  esempio, il presidente tunisino Beji Caid Essebsi).

La presidenza italiana e i costi

L’Italia ha la presidenza di turno del G7 dal primo gennaio al 31 dicembre 2017. Il nostro Paese, quindi, ha la responsabilità di ospitare e organizzare non solo il vertice tra capi di Stato e di governo di maggio, ma anche gli oltre quaranta incontri preparatori (tecnici e informali) e le dieci riunioni ministeriali. Deve anche identificare e proporre le priorità d’azione e i settori d’intervento. E predisporre le bozze dei documenti di supporto degli incontri e i testi finali. Il budget assegnato alla “Delegazione per l’organizzazione della presidenza del G7” è di 37,5 milioni di euro, di cui circa 12,4 per il vertice di Taormina.

Perché a Taormina?

Di solito la data e il luogo del G7 vengono annunciati durante il vertice dell’anno prima. L’allora premier italiano Matteo Renzi ha svelato le date del 26 e 27 maggio 2017 durante il vertice in Giappone del maggio 2016. “La nostra proposta è Taormina, vediamo se ci saranno le condizioni logistiche”, aveva detto riguardo al luogo. Poi, due mesi dopo, era arrivata l’ufficialità. Per ospitare il vertice, all’inizio, era stata considerata Firenze. Tra i motivi del cambio, Renzi ha citato la volontà del governo di tenere alta l’attenzione del mondo sui migranti. L’ex premier italiano ha raccontato che a convincerlo a spostare il G7 in Sicilia sono state anche le parole di “un autorevole leader” a un vertice internazionale: “Ha fatto una battuta particolarmente stupida. Ha detto che la Sicilia è terra della mafia. In quel momento ho deciso che si sarebbe dovuto fare il G7 in Sicilia e non a Firenze”. Il logo e il programma dell'evento sono stati presentati a Taormina il 22 ottobre 2016. La sede ufficiale del G7 è il Palacongressi e i lavori di adeguamento della struttura dovrebbero essere completati entro il 15 maggio. Le plenarie dei capi di Stato e di governo, poi, si terranno nel restaurato albergo San Domenico, un ex monastero dei frati domenicani considerato uno degli hotel più belli della Sicilia. La città si sta preparando ad accogliere l’evento. Sono in corso una serie di lavori, come la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade, il “cablaggio” per le telecomunicazioni, la realizzazione di due elipiste (con polemiche per degli ulivi secolari che sarebbero stati estirpati), i restauri all’interno del Teatro greco. “Contiamo di rispettare la tabella di marcia e di essere pronti per il summit”, ha detto il commissario straordinario per le opere del G7, il prefetto Riccardo Carpino. Anche il sindaco Eligio Giardina è sicuro che “la Perla dello Ionio sarà pronta per il G7”.

Sicurezza

Vista l’allerta attentati e il rischio infiltrati e scontri durante i cortei, Taormina si prepara ad alzare le misure di sicurezza. La città e i paesi limitrofi saranno blindatissimi. Le zone interessate dal summit sono state divise in due aree: “area ad accesso riservato” e “zona di massima sicurezza”. Il perimetro di quest’ultima area, detta anche “zona rossa”, comprende via Roma, via Bagnoli Croce, via Pirandello, via Costantino Patricio, via Circonvallazione, via Leonardo da Vinci, via Dionisio I, via Diodoro Siculo, via Apollo Arcageta e via Rizzo. Fanno parte della “area ad accesso riservato”, invece, le vie Guglielmo Marconi, Luigi Bongiovanni, Porta Pasquale dall’intersezione con via San Pancrazio e Piano Porto. In entrambe le zone ci saranno limitazioni dalla mezzanotte del 22 maggio a quella del 27: non si potrà parcheggiare, potranno entrare solo veicoli e pedoni autorizzati e, nei giorni clou, solo i pedoni. Allerta massima e restrizioni anche nei porti e nel mare davanti a Taormina, dove dovrebbe piazzarsi la portaerei statunitense sulla quale dormirà Trump. La balneazione sarà consentita solo entro i 50 metri dalla costa. Dovranno fermarsi, nello spazio d’acqua che va da Roccalumera ad Acireale, pescatori e navi da crociera. Controlli intensificati anche negli aeroporti, con le autorità francesi e italiane che dal 10 al 30 maggio interromperanno gli accordi di Schengen e ripristineranno i controlli alla frontiera. Previsti più forze dell’ordine, telecamere, unità cinofile, cecchini e artificieri. Il modello di ordine pubblico sarà lo stesso utilizzato, con “ottimi risultati” secondo il ministro dell’Interno Marco Minniti, per le celebrazioni dei Trattati di Roma.

Di cosa si parla?

Dalle crisi mondiali alle sfide energetiche, dal sostegno alla cultura alla tutela dell'ambiente, dalla sicurezza alimentare al clima: sono tanti i temi al centro del G7 di Taormina. Sicuramente si parlerà dell’emergenza migranti, dell’accoglienza dei profughi, della situazione in Siria, della lotta all’Isis, della sicurezza, delle tensioni con la Corea, della Brexit. E, come sempre, di temi economici. Dato il crescente scetticismo delle persone verso i governi, la missione che l’Italia si è data è di “costruire le basi di una fiducia rinnovata”. Tra le priorità anche: tutela dei cittadini; sostenibilità economica, ambientale e sociale; riduzione delle disuguaglianze; innovazione, competenze e lavoro “nell’era della nuova rivoluzione della produzione”; colmare il divario di genere.

Gli altri vertici legati al G7

Come detto, oltre al vertice dei capi di Stato e di governo di Taormina, l’Italia ospita o ha già ospitato anche le dieci riunioni ministeriali: il G7 della Cultura a Firenze il 30 e 31 marzo; dell’Energia il 9 e 10 aprile a Roma; degli Esteri il 10 e 11 aprile a Lucca; delle Finanze a Bari l’11 e 13 maggio; dell’Ambiente a Bologna il 10 e 11 giugno; a Torino dell’Industria il 26 e 27 settembre, della Scienza il 28 e 29, del lavoro il 30 e l’1 ottobre; dell’Agricoltura a Bergamo il 14 e 15 ottobre; della Salute a Milano il 5 e 6 novembre.

I G7/G8 in Italia

L’Italia ha la presidenza di un vertice del G7/G8 per la sesta volta. Il primo summit italiano è stato ospitato da Venezia il 22 e 23 giugno 1980. Il presidente del Consiglio era Francesco Cossiga e tra i leader presenti c’erano Margaret Thatcher, Jimmy Carter, Helmut Schmidt, Valéry Giscard d'Estaing, Pierre Trudeau. Si sono affrontati temi soprattutto economici, ma si è anche parlato di politica internazionale: approvata una dichiarazione sugli ostaggi Usa in Iran, una sui dirottamenti aerei, un documento di condanna dell'occupazione sovietica dell 'Afghanistan. Sette anni dopo, dall’8 al 10 giugno 1987, il vertice è stato organizzato di nuovo a Venezia. Per l’Italia c’era Amintore Fanfani. Presenti Ronald Reagan, François Mitterrand, Helmut Kohl, Jacques Delors (Commissione Ue). Tra gli argomenti affrontati, oltre all'economia: la lotta all'aids e agli stupefacenti, le relazioni est-ovest , la guerra Iran-Iraq e la lotta al terrorismo internazionale. Nel 1994, dall’8 al 10 luglio, c’è stato il G7 di Napoli. Padrone di casa Silvio Berlusconi, tra gli ospiti Bill Clinton e John Major. Presente per la prima volta, in qualità di osservatore, la Russia (Boris Eltsin). Temi: occupazione e crescita, ambiente e sicurezza nucleare, transizione democratica nei Paesi dell'ex blocco sovietico, cooperazione contro il crimine transnazionale e contro il riciclaggio di denaro sporco.

 

Genova

Nel 2001, per il G8 di Genova dal 20 al 22 luglio, c’era di nuovo Silvio Berlusconi. Tra i leader: George W.Bush, Vladimir Putin, Jacques Chirac, Gerhard Schroeder, Tony Blair, Romano Prodi (Commissione Ue).

Di questo vertice si ricordano soprattutto gli scontri con i black bloc nella città blindata, la morte di Carlo Giuliani e l’assalto notturno delle forze dell’ordine alla scuola Diaz, la "pagina buia di vessazioni e abusi" di Bolzaneto.. Il G8, poi, è tornato in Italia nel 2009: dall’8 al 10 luglio i leader si sono incontrati a L’Aquila. La sede del summit doveva essere La Maddalena, ma è stata spostata all’ultimo per catalizzare l’attenzione sulla città martoriata dal sisma del 6 aprile. C’era ancora una volta Silvio Berlusconi e, tra i capi stranieri, Barack Obama, Dmitrij Medvedev, Angela Merkel, Nicolas Sarkozy, Gordon Brown. C’era anche Muhammar Gheddafi. Tra le immagini di quel vertice rimangono la stretta di mano tra il leader libico e il presidente Usa e la passeggiata dei “grandi” tra le macerie. Al centro dei lavori sempre l’economia, oltre alla sicurezza alimentare, il clima, la liberalizzazione del commercio mondiale.


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