Nel giorno in cui le popolazioni colpite dal sisma manifestano a Roma e nelle loro regioni, il premier da Cernobbio promette: "L'affronteremo con l'impegno e le risorse necessarie". Sul lavoro: "Regolamenteremo quello occasionale". E sulle banche: "Fondamentale la messa in sicurezza del sistema"
“Confermo che l’impegno per il terremoto è una priorità assoluta e l’affronteremo con l’impegno e le risorse necessarie”. Sono queste le parole del premier Paolo Gentiloni, a Cernobbio per il Forum di Confcommercio. Parole che arrivano nello stesso giorno in cui le popolazioni terremotate protestano a Roma e in vari luoghi colpiti dal sisma (dove hanno bloccato in diversi punti la Salaria). “Questo è un ultimatum al governo: o entro una settimana incontreremo a un tavolo il governo, i capigruppo di Camera e Senato e il commissario Vasco Errani oppure bloccheremo l'Italia. Basta parole, vogliamo dei fatti”, è il messaggio lanciato dai manifestanti durante il presidio davanti a Montecitorio. L’impegno del governo, ha assicurato Gentiloni, “si vedrà con l’approvazione del Def”.
“Regolamenteremo lavoro occasionale” - Il presidente del Consiglio, da Cernobbio, ha parlato anche di altri temi. Di voucher, ad esempio. Il motivo per cui sono stati cancellati, ha spiegato, è stata la volontà di “evitare mesi di discussioni ideologiche” su uno strumento “che era andato al di là dell'uso immaginato”. “Risponderemo all'esigenza di una regolamentazione seria e diversa del lavoro saltuario e occasionale e lo faremo insieme. Prendo l'impegno qui a Confcommercio”, ha detto.
Segnali positivi - Poi, nel suo intervento, il premier ha spiegato che il governo intende “insistere nella diminuzione della pressione fiscale” per sostenere la crescita, oltre che “nell'affrontare il disagio sociale e accrescere l'impegno per la sicurezza”. Gentiloni ha parlato di segnali positivi. E, ad esempio sul tema del lavoro, ha ricordato che dal gennaio 2014 al gennaio 2017 i posti sono cresciuti di 700mila unità. “Sono cifre che ci incoraggiano e ci spingono a continuare sulla strada di strumenti innovativi come il Jobs act”, ha detto.
La difesa del decreto Minniti - Sul tema sicurezza, Gentiloni ha aggiunto: “Abbiamo il diritto di avere un Paese in cui le città sono luoghi dove ci si sente protetti”. E ha difeso il decreto Minniti in cui qualcuno ha visto “profili illiberali”. “Non è così – ha sottolineato il premier –, non sarebbe stato approvato dal mio governo o firmato dal presidente della Repubblica”. “Cerchiamo di rassicurare il nostro Paese”, ha aggiunto: in questo momento in cui “la società è attraversata da dubbi e paure”, bisogna “prendersene cura” e “far capire che si cercano di affrontare” i problemi senza “accarezzare” le paure.
G7 e dazi Usa - Un passaggio anche sul G7 che si svolgerà a Taormina. Secondo Gentiloni, gli obiettivi del vertice sono due: “la coesione, e non certo la guerra commerciale”, fra le sette maggiori nazioni con un libero mercato e la “coerenza dei principi”. Temi particolarmente di attualità dopo l'annuncio americano di voler mettere nuovi dazi ad alcuni prodotti europei. “Noi – ha detto il presidente del Consiglio – non alimentiamo i conflitti e lavoreremo per la coesione su queste grandi economie”. Bisogna “puntare sugli scambi e sulla qualità senza frontiere dei nostri prodotti”, ha aggiunto. D'altronde, ha detto ancora, “il nostro export può fare miracoli” e “sono convinto che la qualità non abbia frontiere”. L’invito di Gentiloni, quindi, è a non vedere la minaccia di dazi come “un incubo incombente”. Certo, ha però ricordato, “solo l'aumento della domanda interna può riuscire a garantire la ripresa economica”.
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“Fondamentale mettere in sicurezza sistema bancario” - Sulle banche, poi, il premier ha dichiarato: “È fondamentale la messa in sicurezza del sistema bancario”. “Se ci sono stati errori da parte delle banche – ha detto Gentiloni – bisogna trovare meccanismi perché questi errori vengano riconosciuti e pagati, ma non dal popolo dei risparmiatori. Noi lavoriamo per la tutela del risparmio, nella consapevolezza che per le Pmi un sistema bancario completamente risanato e tornato alla sua efficienza è indispensabile. Perché sono soprattutto le Pmi che hanno bisogno del credito delle banche e non hanno altre forme di finanziamento sul mercato. Saremo esigenti con le banche perché stiamo lavorando con risorse pubbliche, in intesa con la Ue, anche per assicurare la ricapitalizzazione precauzionale di alcune di loro”. "Visto che c'è un intervento pubblico”, ha ribadito il premier, lo Stato “deve essere garante che questo si trasformi in una ripresa del meccanismo del credito, che finalmente si trasformi in ossigeno per la nostra economia”.