Il leader del M5S attacca Pitruzzella, che un'intervista al Financial Times, ha proposto di affidare al settore pubblico dei Paesi Ue la stesura di regole per combattere le notizie false che circolano sul web. "La mia proposta non è volta a creare forme di censura ma a rafforzare la tutela dei diritti in rete” dice a Sky TG24 il presidente dell'Antitrust
Gentiloni, Renzi e il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella che, travestiti da inquisitori, condannano il leader del Movimento Cinque Stelle Beppe Grillo. È questa l’immagine che accompagna il post scritto dall’ex comico per criticare l’intervista rilasciata al Financial Times dal numero uno dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, che ha avanzato l’ipotesi di affidare a una rete di agenzie pubbliche dei Paesi Ue la lotta alle fake news, le notizie false.
Pitruzzella: "Servono regole” - “La mia proposta non è volta a creare forme di censura ma a rafforzare la tutela dei diritti nella rete” spiega Pitruzzella dai microfoni di Sky TG24. E aggiunge: “L’obiettivo è tutelare il valore sacrosanto della democrazia. Quindi, creare delle agenzie indipendenti che rapidamente possano verificare se siamo in presenza di bufale o meno e ordinarle la rimozione”.
Grillo: “Vogliono un tribunale dell’inquisizione” - Nonostante il presidente dell’Antitrust abbia subito precisato che nelle sue parole non c’è alcun riferimento al Movimento 5 Stelle, la reazione del leader pentastellato è arrivata sul blog. "Il presidente dell'antitrust Pitruzzella ha rilasciato un'intervista al Financial Times, a metà strada tra il delirio d'onnipotenza e l'ignoranza completa di come funzioni il web”, scrive, criticando il particolare il passaggio sulle regole che secondo Grillo "tradotto significa che vogliono fare un bel tribunale dell'inquisizione, controllato dai partiti di governo, che decida cosa è vero e cosa è falso".
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Gentiloni, Napolitano e Renzi - Beppe Grillo attacca anche altri esponenti della politica: “Purtroppo Pitruzzella non è un pazzo solitario", citando l’attuale premier Paolo Gentiloni, l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, che sarebbe “convinto di aver perso il referendum per colpa del web”. E conclude: “Questo Blog non smetterà mai di scrivere e la Rete non si fermerà con un tribunale. Bloccate un social? Ne fioriranno altri dieci che non riuscirete a controllare. Le vostre post-cazzate non ci fermeranno”.