Dopo la vittoria del No al referendum e l'annuncio del passo indietro del premier, il capo dello Stato chiede che sia completato l'iter di approvazione della legge di bilancio. Mercoledì la direzione del Pd. "Penso si voti a febbrario", dice Alfano. LA CRONACA DELLA GIORNATA - SPECIALE - VIDEO - MAPPA VOTO
Dimissioni "congelate" fino all'approvazione della legge di stabilità. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha infatti chiesto a Matteo Renzi di non dimettersi fino al via libera della manovra. Il premier è salito al Colle nella serata di lunedì al termine del Cdm nel quale ha annunciato ai ministri il suo passo indietro (FOTOSTORIA DEL GOVERNO RENZI). "Mi assumo la responsabilità della sconfitta - aveva detto Renzi nella serata di domenica dopo l'esito del referendum - il governo finisce qui" (IL DISCORSO INTEGRALE).
La nota del Quirinale - Nella nota diffusa dal Quirinale dopo l'incontro si legge che il presidente della Repubblica "considerata la necessità di completare l'iter parlamentare di approvazione della legge di Bilancio onde scongiurare i rischi di esercizio provvisorio, ha chiesto al Presidente del Consiglio di soprassedere alle dimissioni per presentarle al compimento di tale adempimento".
Confermata dunque l'ipotesi della "crisi congelata" per permettere l'approvazione della legge di Bilancio, che il Senato dovrebbe licenziare entro il 20 dicembre e che deve essere approvata in via definitiva entro l'anno per evitare l'esercizio provvisorio. "Se dovessi puntare una fiche, un euro direi che noi andiamo a votare non in primavera ma in inverno, a febbraio 2017", dice il ministro dell'Interno, Angelino Alfano (COSA CI ASPETTA NEI PROSSIMI GIORNI).
L'incontro in mattinata tra Renzi e Mattarella - Già nella mattinata di lunedì Renzi era salito al Colle dove ha avuto un colloquio di un'ora con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha sottolineato le scadenze e gli impegni che l'Italia ha davanti.
Il trionfo del No - L'imminente crisi di governo arriva dopo la vittoria del No con il 59,11% contro il 40,89% dei Sì al referendum sulle riforme costituzionali (I DATI COMUNE PER COMUNE - MAPPA PER REGIONI - MAPPA PER CITTA'). Altissima la partecipazione al referendum: in Italia ha votato più del 68,48% degli aventi diritto (MAPPA). All'estero, invece, l'affluenza è stata del 30,74% (1.245.929 votanti) e i sì hanno prevalso con il 64,7% a fronte del 35,3% dei no.
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