Referendum, fiducia al governo: le novità della riforma costituzionale

Politica
Voto in aula a Montecitorio (Getty Images)

Il governo chiederebbe la fiducia per il suo insediamento solo alla Camera dei deputati. E' una delle conseguenze della fine del cosiddetto bicameralismo perfetto

Tra le modifiche previste nel disegno di legge di revisione costituzionale sottoposto a quesito referendario il prossimo 4 dicembre (LO SPECIALE), c'è quello all'articolo 94 che prevede la titolarità esclusiva da parte della Camera dei Deputati dello strumento della fiducia al governo.

 

La nuova fiducia della Camera – Il primo comma del nuovo testo dell'articolo 94 proposto nella riforma, recita: “Il Governo deve avere la fiducia della Camera dei deputati”. È sostanzialmente questa la formula con la quale si intende superare il bicameralismo perfetto.

Con la sua introduzione, gli ideatori della riforma hanno inteso affidare alla Camera di Montecitorio la titolarità esclusiva di appoggio politico all'esecutivo. Il voto favorevole dei deputati permette al Governo, che dovrà presentarsi in aula entro dieci giorni dalle elezioni, di entrare a tutti gli effetti in carica.

Secondo i promotori della riforma evitare il doppio passaggio della fiducia alla camera alta garantirebbe una maggiore stabilità.

 

Il nodo da sciogliere - La riforma, nel testo in votazione al referendum, apre però un'incertezza sulla questione di fiducia che può intervenire più volte nel corso della legislatura e che il Governo pone, rischiando la sua stessa sopravvivenza, su provvedimenti ritenuti fondamentali.

Di questo tipo di fiducia la costituzione del '48 non parla, e così il nuovo testo.

Nel caso di provvedimenti di esclusiva competenza della Camera, la maggior parte nella riforma, il governo può porre la questione di fiducia ai deputati che già decidono della nascita stessa dell'esecutivo.

L'interrogativo si porrebbe, invece, nel caso in cui il governo dovesse porre la questione di fiducia su una legge che prevede l'approvazione di tutte e due le Camere.

Un Senato che votasse la fiducia sarebbe evidentemente contro lo spirito della riforma, ma delle conseguenze di un voto negativo di palazzo Madama su un provvedimento che ha avuto la fiducia della Camera, il nuovo testo non parla.

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