Se approvate, le modifiche costituzionali prevederanno una prevalenza della Camera nell'approvare le norme. Ma su alcune materie resterà il bicameralismo paritario: Montecitorio e Palazzo Madama manterranno un identico peso e ruolo
Se la riforma costituzionale verrà approvata con il referendum del prossimo 4 dicembre (LO SPECIALE) il bicameralismo paritario diventerà un'eccezione. Nella riforma, infatti, solo in casi specifici si prevedono leggi bicamerali, ossia da approvare nell'identico testo sia dalla Camera che dal Senato. Possiamo raggruppare queste leggi in 3 categorie: leggi di sistema, leggi relative al Senato e leggi relative agli enti territoriali.
Leggi di sistema - Tra queste ci sono le leggi costituzionali, quelle che disciplinano il referendum e quelle relative ai trattati e alle politiche europee.
Leggi relative al Senato - Tra queste ci sono le norme elettorali da applicare a palazzo Madama e la disciplina dei casi di ineleggibilità e di incompatibilità dei senatori.
Leggi relative agli enti territoriali - Il terzo gruppo di leggi bicamerali è quello più ampio: in sostanza disciplinano l'organizzazione di Comuni, Città metropolitane e Regioni.
Per tutte queste leggi si prevede un coinvolgimento pieno del Senato. Il governo non potrà utilizzare il nuovo strumento del “voto a data certa”, ma avrà comunque la facoltà di procedere per decreto legge.
Infine, le leggi bicamerali hanno una particolare forza: possono essere modificate o abrogate solo da un'altra legge bicamerale.