L’ex presidente del Consiglio ha definito lo schieramento che sostiene la riforma costituzionale "minaccioso". Mattarella chiede rispetto reciproco. Tensione tra Renzi e Brunetta - LO SPECIALE REFERENDUM
Si alzano i toni del dibattito politico sul referendum (LO SPECIALE). Mentre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella invita al rispetto reciproco ("ognuno dirà la sua e si batterà per ciò che ritiene opportuno, in un confronto tanto più efficace quanto più composto") si consuma nell'Aula di Montecitorio un serrato botta e risposta tra Brunetta e Renzi.
Scintille Brunetta-Renzi - Il primo ad affondare è il capogruppo azzurro: "La fiducia in lei si è dimezzata in 30 mesi, dal 60 al 30% - dice Brunetta rivolto a Renzi -. Studi la teoria dei contratti dell'ultimo premio Nobel: l'azzardo morale è imbrogliare...". Il clima si surriscalda e la Presidente Laura Boldrini è costretta più volte a scampanellare per richiamare all'ordine. Ma il premier ribatte pronto: "Evidentemente l'onorevole Brunetta è giù di morale per l'ennesima mancata assegnazione del Nobel che anche quest'anno, incomprensibilmente, non è andato da quelle parti...".
D'Alema: "Sì sostenuto da poteri forti" - Ci va ancora più pesante Massimo D'alema che, durante l'iniziativa bipartisan per una riforma alternativa della Costituzione, parla di "clima di paura e intimidazione". Accanto a lui c'è il senatore Gaetano Quagliariello e una vasta rappresentanza del mondo politico, di ieri e di oggi.
"Per il Sì c'è uno schieramento abbastanza vasto" e "capita di avvertire un clima di paura e intimidazione per il quale chi non è d'accordo si deve sentire colpevole di spingere il Paese verso il baratro" afferma D'Alema. E aggiunge: "Non esiste uno schieramento politico del No, mentre esiste un blocco politico governativo del Sì, sostenuto dai poteri forti. Uno schieramento minaccioso, da cui capita di subire insulti”.
Obiettivo: stagione di riforme - Nel merito, la proposta di D'Alema e Quagliariello prevede di vincere, con l'affermazione del No, la sfida del referendum e, poi, "aprire subito una nuova stagione di riforme" che prevedano il taglio del numero dei deputati e dei senatori, mantenendo il bicameralismo perfetto.
Ricorso contro il quesito – Sul voto del 4 dicembre è intervenuto anche il presidente emerito della Corte Costituzionale, Valerio Onida, che ha presentato due ricorsi contro il decreto d'indizione del referendum costituzionale, uno al Tar del Lazio e un altro d'urgenza al tribunale civile di Milano. "Con un quesito così eterogeneo non si rispetta la libertà di voto degli elettori". Il vizio, secondo Onida, sarebbe quello "di voler fare una grande riforma mentre lo spirito del 138 è la revisione puntuale di singoli aspetti della Costituzione, della sua manutenzione. Non del suo cambiamento complessivo, quasi che occorresse una nuova costituzione".