Giunta Raggi, no di Tutino. Grillo ai portavoce: stop a dichiarazioni

Politica

Il consigliere della Corte dei conti era in corsa per l'incarico di assessore al Bilancio in Campidoglio. La sindaca: "Era solo uno dei candidati, il nome arriverà presto". Ancora polemiche per il No alle Olimpiadi. Archiviata intanto l'inchiesta che vedeva indagata la prima cittadina per falso ideologico

Tutto da rifare? E’ ancora presto per dirlo. Sta di fatto che il consigliere della Corte dei conti  Salvatore Tutino si fa da parte nella corsa per ricoprire il ruolo di assessore al Bilancio del Comune di Roma. A raffreddare la sua disponibilità a entrare nella squadra della sindaca Virginia Raggi l'accusa di far parte della casta che gli è stata mossa da alcuni esponenti grillini a cominciare da Roberto Fico. La sindaca non si scompone e ai cronisti dice "Tutino era solo uno dei candidati, il nome arriverà presto". Intanto, mentre prosegue la polemica sul No alle Olpimpiadi, il gip romano Di Grazia ha archiviato l'inchiesta che vedeva la prima cittadina indagata per falso ideologico.


Tutino: accuse infondate – Il magistrato contabile ha spiegato le ragioni del suo no muovendo precise accuse. “Non posso accettare accuse totalmente infondate e prive di ogni elemento di verità” dice. E spiega: “Da diversi giorni sono sulla graticola, sottoposto a esami surreali. Sono diventato oggetto di una contesa in cui, più che i curricula, contano le illazioni e dove le falsità e le beghe di una certa politica fanno aggio su professionalità e impegno. Perciò, nel ringraziare la sindaca per la considerazione, ritiro la mia disponibilità a fare l'assessore al Bilancio. Continuerò, con serenità e rinnovato impegno, a dare il mio contributo alla Corte dei conti". 


Caos in giunta – La sindaca è dunque ancora alle prese con l'intricato nodo delle nomine in Campidoglio, dove dal primo settembre diverse caselle sono rimaste vuote. Oltre al Bilancio c’è il Patrimonio e manca anche il nome del nuovo amministratore unico di Ama, che prenderà il posto di Alessandro Solidoro. E sul tema interviene anche Beppe Grillo che su Twitter annuncia che i portavoce non rilasceranno dichiarazioni su Roma.

 

 

 

Gip Roma archivia inchiesta sulla Raggi - Su richiesta della procura di Roma, il gip Nicola Di Grazia ha archiviato l'inchiesta che vedeva Virginia Raggi indagata per falso ideologico per la presunta omessa dichiarazione di incarichi e compensi, quando era consigliera comunale, relativi ad una consulenza svolta presso la Asl di Civitavecchia nel 2014. Il gip ha dunque recepito le conclusioni del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del pm Francesco Dall'Olio che hanno ritenuto convincenti i chiarimenti forniti dalla Raggi nell'interrogatorio del 22 luglio.

 

"Il tempo è galantuomo. Prima del ballottaggio mi avevano lanciato l'ultima goccia di fango. Erano arrivati ad attaccarmi sul mio lavoro perché altri argomenti non ne avevano", ha commentato su Facebook la Raggi. 

 

Ancora polemiche sul No alle Olimpiadi - La sindaca ha ribadito le ragioni del No alle Olimpiadi nel corso di un'audizione alla commissione sport della Camera, spiegando che "non c'è alcun tipo di sostenibilità per questi eventi". La Raggi ha ribadito: "Chiederemo al Governo di impegnare comunque i fondi che erano destinati alle Olimpiadi. Il Governo dovrà sottoscrivere un patto per Roma, i soldi ci sono e li troveremo. Roma è la Capitale, con o senza Giochi". 

 

La replica è arrivata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti: "Il Comune di Roma è il più aiutato dallo Stato italiano, grazie ai soldi per il debito, fatto dai romani e pagato dagli italiani. Siamo pronti al Patto per Roma - prosegue l'esponente dell'esecutivo - ma il sindaco non pensi di bluffare con noi: i soldi che sarebbero arrivati su Roma per le Olimpiadi andranno a Parigi o a Los Angeles. Aver rinunciato alle Olimpiadi toglierà perciò risorse alle periferie romane".

 

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