Il premier alla direzione Pd parla dell'inchiesta su Tempa Rossa: "A Potenza ci sono indagini con la stessa cadenza delle Olimpiadi, ma non arrivano mai a sentenza"
“Sbloccare le opere pubbliche e private è la priorità di questo esecutivo. Se è un reato allora lo sto commettendo”. E ancora: “Se si decide che un'opera va fatta nel 1989, lo scandalo non è che quell'emendamento è stato approvato ma che si sono buttare delle occasioni. Chiedo alla magistratura italiana non solo di indagare il più velocemente possibile ma di arrivare a sentenza”.
Dal palco della direzione Pd, nel giorno in cui il ministro Maria Elena Boschi viene ascoltata dai pm, il premier Matteo Renzi torna a parlare dell’inchiesta petrolio della procura di Potenza.
"Io dico - prosegue Renzi rivolgendosi ai magistrati - se avete qualcosa da chiedere, interrogatemi. Noi non siamo come gli altri. Sia stampato in testa a chiunque abbia dubbi. Noi non siamo quelli del legittimo impedimento o della prescrizione, ma chiediamo che si facciano le sentenze sul serio, veloci”. “Ci sono indagini della magistratura a Potenza con la cadenza delle Olimpiadi", ogni quattro anni, "e non si è mai arrivati a sentenza. Un Paese civile è un Paese che va a sentenza".
Alle parole del premier è seguita, poco dopo, la notizia della condanna degli ex vertici di Total e di alcuni amministratori e imprenditori per un'altra inchiesta su Tempa Rossa, avviata dalla procura di Potenza nel 2008.
Inchiesta petrolio, pm a Palazzo Chigi per sentire la ministra Boschi https://t.co/tKu7nmSfui #cronaca
— Sky TG24 (@SkyTG24) 4 aprile 2016