Vertice tra esecutivo e capigruppo Pd: "Lasciare al Parlamento la possibilità di decidere autonomamente". Si lavora per cercare di mediare tra i sostenitori del ddl Cirinnà e i parlamentari contrari al testo. Il nodo più spinoso resta quello sulle stepchild adoption
Il governo "è deciso a non toccare palla", almeno per ora, sulle unioni civili, "lasciando alla Camere la possibilità di decidere autonomamente". È quanto riferiscono fonti del Pd dopo le riunioni di questa mattina tra il presidente del consiglio Matteo Renzi, il ministro Maria Elena Boschi e i capigruppo del Pd di Camera e Senato, Ettore Rosato e Luigi Zanda. Nella riunione "si è stabilito che il punto di partenza è il disegno di legge Cirinnà. Il governo non vuole essere 'invadente' su questa materia, saranno quindi i partiti a lavorare", aggiungono le stesse fonti.
Il nodo sulle “stepchild adoption” - Il nodo più spinoso resta quello sulle stepchild adoption: Renzi ha affidato al ministro Boschi il compito di accorciare le distanze con i cattolici dem sui punti più controversi. Si tratta, riferiscono ancora fonti parlamentari, di 25-30 senatori che, però, non arriveranno al punto di votare contro il provvedimento. Una assemblea dei gruppi si terrà prima del termine ultimo per la presentazione degli emendamenti, fissato al 22 gennaio. La convinzione dello stato maggiore del Pd è di riuscire a portare tutti i parlamentari sulla stessa linea, "ma non c'è alcun rischio di defezioni in Aula", fanno sapere.
Il lavoro di mediazione - Il punto di partenza rimane il testo Cirinnà, sottoscrivono fonti di Montecitorio riportate dall'agenzia Agi, anche se nei prossimi giorni potrebbe arrivare una proposta per ribadire i principi contenuti nel testo, ma circoscrivendo ulteriormente la stepchild adoption. Proposta che arriverà dalla cabina di regia messa in piedi dal Pd e che vede Micaela Campana tra i parlamentari più attivi. Il tentativo di ridurre il dissenso e dare maggiore precisione ai casi di applicazione di stepchild adoption. Si tratterebbe di una mediazione ulteriore rispetto alla proposta originaria e all'emendamento sull'affido rafforzato avanzato dai cattolici dem ma che comunque nella sostanza non si discosterebbe molto dal testo in discussione.
I dubbi sull'affido forzato - La strada dell'affido rafforzato viene scartata anche perché, viene spiegato, si darebbe subito materia alla Corte costituzionale. Nel Pd c'è chi pensa di chiedere lo stralcio della parte più controversa del ddl, ma l'orientamento del governo è quello di andare avanti e “agganciare” voti di Ncd e dei cattolici dem.