Entro domenica il sì a Montecitorio, senza fiducia, poi la legge passa al Senato e prima di Natale dovrebbe arrivare l'ultimo ok. Nella stesura definitiva misure su sicurezza, istruzione, welfare, Sud e casa. Approvato anche un emendamento per agevolazioni ai nuclei familiari con almeno tre figli minori
La Manovra arriva al traguardo. Gli ultimi voti e la Camera nella notte, al massimo domenica, dovrebbe dare uno scontato via libera alla legge di Stabilità. Senza fiducia ma con una seduta estenuante, con votazioni a raffica. Poi ripassa tutto al Senato, con l’ok definitivo che dovrebbe arrivare entro Natale.
Oltre mille i commi - Il provvedimento aumenta ancora di taglia, era a 993 commi prima di approdare nell'aula di Montecitorio. Ora, con una quarantina di emendamenti approvati sul filo di lana, si arriva ben oltre i 1.000 commi (LE PRINCIPALI MISURE). Sale anche il valore della manovra, che ora 'pesa' 35,4 miliardi contro i 29,6 miliardi iniziali. È l'effetto delle misure introdotte al Senato, ma soprattutto del capitolo sicurezza e cultura approvato in commissione Bilancio alla Camera dopo gli attentati di Parigi. Quel solo emendamento - con gli 80 euro per le forze di polizia, i fondi contro il cyber crime, le risorse per le attrezzature, ma anche con i 500 euro ai diciottenni e i fondi per le periferie - vale 2,4 miliardi. E la copertura porta il deficit dal 2,2% al 2,4%.
Deroga contenzioso non vale per spiaggia Suburra - Gli interventi introdotti si sommano alle misure previste al varo del consiglio dei ministri: l'addio alla Tasi prima-casa che vale 3,7 miliardi, gli sgravi per le assunzioni, il super ammortamento sugli investimenti delle imprese. Scompare, invece, il ventilato calo dell'Ires, l'imposta sui redditi delle società, già nel 2016: bisognerà attendere il 2017. Le ultime modifiche introdotte in aula - 26 solo del governo - sono spesso di dettaglio. Due quelle importanti. La prima modifica la norma che consente la sospensione dei contenziosi amministrativi che riguardano le concessioni di alcuni arenili: ora non vale per i Comuni e municipi commissariati o sciolti per mafia. L'obiettivo è escludere la spiaggia di Roma, Ostia, immortalata nel film Suburra.
Una card per le famiglie con 3 minori - L'altra norma riguarda le famiglie numerose, con più di tre figli minorenni, ma dipenderà solo dall'attuazione se davvero diventerà un aiuto concreto: potranno chiedere la ''carta della famiglia'' che, in base all'Isee, consentirà di ottenere sconti a servizi privati e pubblici che aderiranno all'iniziativa. Inizialmente era prevista con tre figli under26, ma poi nella riformulazione la platea è stata ristretta. L'obiettivo della card famiglia è di accedere a sconti sull'acquisto di beni e servizi, oppure di ottenere riduzioni tariffarie con soggetti pubblici o privati che aderiscono all'iniziativa. In pratica per ottenere ''abbonamenti famiglia'' ai trasporti ma anche per creare uno o più gruppi di acquisto, come i Gas.
Tensioni in aula - La Camera, la cui seduta è stata sospesa per due ore a causa di un guasto tecnico ai microfoni, in alcuni momenti ha votato all'unanimità - come per l'esclusione della spiaggia di Suburra e per un emendamento che impone al governo una relazione prima della privatizzazione delle Fs sull'impatto economico e occupazionale della dismissione. Si è però scaldata su un emendamento presentato dalla leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, che puntava ad escludere dai calcoli dell'Isee le pensioni di invalidità e le indennità di accompagnamento. Valeva 3 milioni, ma ha impegnato i lavori per un'ora. Sono volate parole grosse quando il deputato Pd, Marco Causi, ha spiegato che con il nuovo Isee aumentano i benefici per le famiglie con disabili. I deputati del M5s gli hanno ricordato che era stato ritirato, dopo una dura battaglia, l'emendamento che dava 1 milioni alla fondazione RomaEuropa gestita dalla moglie. Alla replica di Gennaro Migliore (Pd) sono spuntati cartelli e la Boldrini, che presiedeva, ha minacciato di sospendere la seduta. L'emendamento è poi stato bocciato a grande maggioranza.