Banche, mozione di sfiducia al governo. Renzi: chi ha truffato pagherà

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Esecutivo nel mirino dell'opposizione. Padoan, intanto, difende il ministro delle Riforme costituzionali: “Ne uscirà alla grande”. "La polemica sul conflitto di interesse è tecnicamente assurda" aggiunge il premier. Gli ex vertici della Banca dell'Etruria indagati per il dissesto dell'istituto

Opposizione all'attacco del governo sul decreto slavabanche. Dopo la decisione del M5s di presentare una mozione di sfiducia al ministro Maria Elena Boschi, Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia alzano il tiro e annunciano di voler presentare la sfiducia al governo nel suo complesso.

 

Renzi: chi ha truffato pagherà - Renzi non ci sta, e respinge le accuse al mittente: altro che favoritismi, altro che conflitti di interessi del ministro Boschi o addirittura del governo sul caso banche. "Abbiamo salvato un milione di  correntisti e 7200 stipendi e ora chi ha truffato pagherà" afferma il presidente del Consiglio convinto che le mozioni di sfiducia saranno "un autogol" per le opposizioni che "finita la fuffa dello show sulla pelle degli investitori, dovranno dire se  abbiamo fatto bene a salvare i conti correnti e gli stipendi o voteranno contro sperando che salti tutto".

La maggioranza, intanto, fa quadrato; difende l’operato dell’esecutivo e il ministro delle Riforme costituzionali – figlia di Pier Luigi Boschi, ex vice presidente di Banca Etruria, una delle quattro banche in dissesto salvate dal governo con un decreto legge - . Lo stesso premier spiega: "Noi abbiamo mandato a casa l'intero cda in cui c'era il padre di Boschi. Il cda è stato sanzionato e il padre di Boschi ha pagato una sanzione".

 

Fumata nera - Questo inasprimento dei toni nel frattempo blocca le trattative sui tre giudici costituzionali, rese materialmente difficili dalle sedute "h24" della Commissione Bilancio della Camera impegnata sulla legge di stabilità. Si è così arrivati a una nuova fumata nera e alla necessità di andare avanti con le votazioni a oltranza nei prossimi giorni per tentare di eleggere i tre giudici.

 

 

Brunetta: mozione di sfiducia contro il governo – Fi Fdi e Lega sono però pronti ad andare fino in fondo e uniscono le forze. Nessuno di essi, infatti, ha i numeri alla Camera per presentare da solo una mozione (servono 63 deputati). Ad annunciare la decisione è Renato Brunetta: "Domani (16 dicembre) presenteremo, tutto il centrodestra unito, alla Camera come al Senato, una mozione di sfiducia contro il governo". Il capogruppo di Forza Italia alla Camera spiega poi che "Boschi è solo una figlia di questo governo, una figlia in conflitto di interessi, ma chi ha i più grandi conflitti di interessi è il presidente Renzi. Primo perché è abusivo, non ha mai vinto le elezioni, ha solo vinto delle primarie taroccate, secondo perché si basa su maggioranze frutto della compravendita politica di parlamentari. Inaccettabile. La mozione di sfiducia del centrodestra unito, alla Camera come al Senato, sarà al governo".

 

Salvini torna sulla morte del pensionato - Ancora più tranchant il leader della Lega Matteo Salvini, che senza mezzi termini afferma: "Quell'infame di Renzi parla di sciacalli che si approfittano dei morti, lo vada a dire alla vedova del pensionato che si è suicidato. La morte del pensionato è colpa sua, sì”.

Il M5s, intanto, dopo aver presentato la mozione di sfiducia a Boschi alla Camera, annuncia che la presenterà anche al Senato e chiede alle opposizioni tutte di sollecitare la calendarizzazione della mozione quanto prima.

Il centrosinistra fa quadrato attorno a Boschi - A difendere il ministro Boschi e l'esecutivo c'è tutta la maggioranza, compresa la minoranza Pd, e soprattutto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. "Ne uscirà alla grande da questa questione perché non c’è nulla da nascondere" afferma. "Ci preoccuperemo innanzitutto di salvaguardare le persone più deboli - spiega ancora il ministro per quanto riguarda i piccoli risparmiatori - sia dal punto di vista della conoscenza dell'oggettiva conoscenza del rischio a cui andavano incontro sia dal punto di vista patrimoniale".

 

 

Banca Etruria, tre i filoni di inchiesta -  Sono tre i filoni di inchiesta per il dissesto finanziario di Banca Etruria. I primi due indagati sono Lorenzo Rosi, ultimo presidente di Banca Etruria prima del commissariamento nel febbraio di quest'anno, e l'ex consigliere di amministrazione Luciano Nataloni. I due, secondo quanto confermato dalla procura di Arezzo, sono stati iscritti nel registro degli indagati nell'ambito dell'indagine sul conflitto di interessi. Si tratta del terzo dei tre filoni di indagine aperti dalla magistratura aretina dopo quelli relativi alle sospette false fatturazioni e al reato di ostacolo alla vigilanza.

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