Il sindaco della Capitale dice "basta alle polemiche" e parla di "meno di 20mila euro in due anni" che "regalerà a Roma staccando un assegno"
Il sindaco Ignazio Marino prova a uscire dall'ennesimo affaire che lo vede sempre più solo e accerchiato. Con un gesto a sorpresa ha annunciato annuncia infatti che pagherà di tasca sua tutte le spese sostenute con la carta di credito del Comune. Spese che hanno creato un vespaio e si sono trascinate anche una serie di smentite su commensali e circostanze.
Ancora una volta Marino trova il modo di uscire dalla strettoia proprio come avvenne per il “Panda gate”, quando pagò di tasca sua le multe prese perché aveva il permesso Ztl scaduto. Così ora pagherà anche le spese di rappresentanza, per dire "basta alle polemiche". "In questi due anni - fa sapere Marino - ho speso con la carta di credito messa a mia disposizione dal Comune meno di 20.000 euro per rappresentanza, e li ho spesi nell'interesse della città. E' di questo che mi si accusa? Bene, ho deciso di regalarli tutti di tasca mia a Roma e di non avere più una carta di credito del Comune a mio nome".
Il sindaco tira dritto - Una exit strategy messa in campo per respingere un attacco intenso e anche per cercare una sponda nel suo partito, il Pd, sempre più in fibrillazione. Ma il sindaco tira dritto: "Pago di tasca mia i 20mila euro spesi nell'interesse di Roma e guardo avanti, guardo al Giubileo". Poi la stoccata: "Da due anni c'è il tentativo di sovvertire la scelta democratica dei cittadini, io continuerò sulla strada del cambiamento e gli stessi cittadini giudicheranno".
Il fascicolo della Procura - Intanto la Procura, che ha aperto un fascicolo sulle spese dopo gli esposti di M5S, Fdi e Lista Marchini, acquisirà gli atti sulla carta di credito del sindaco anche per capire perché il plafond fu portato da 10 mila a 50 mila euro.