Bocciate le pregiudiziali e la sospensiva. M5S lascia per protesta la Commissione Affari Costituzionali e Grillo si appella a Mattarella. Renzi avvisa Grasso: se riapre questione su art.2 decideremo di conseguenza. E respinge le critiche: "Noi veloci? Aspettiamo da 70 anni". Il presidente del Senato: le istituzioni non si possono relegare in un museo
La maggioranza non si sgretola alla prima votazione, Renzi lancia messaggi a Pietro Grasso e il Movimento Cinque Stelle abbandona per protesta la commissione affari costituzionali del Senato. La minoranza del Pd, infine, promette di ripresentare in Aula gli emendamenti ritirati in commissione. Insomma, le riforme procedono, ma il clima non è dei più facili.
Primo voto superato - La prima buona notizia per il governo arriva nel pomeriggio, quando L'Aula del Senato boccia le questioni pregiudiziali presentate da FI, M5S, Sel e Lega. Subito dopo viene respinta anche la questione sospensiva presentata dal senatore FI Lucio Malan che chiedeva il ritorno del ddl Boschi in commissione. I numeri sono tali da far sorridere di soddisfazione il Pd: 171 i contrari e 8 gli astenuti (che al Senato equivalgono ad altrettanti no) alle richieste delle opposizioni. Ma per il resto permangono le incertezze, le pressioni ed i distinguo. Tanto che lo stesso Matteo Renzi avrebbe affermato: se il presidente del Senato, Grasso, ammetterà la riapertura della discussione sull'articolo 2 la maggioranza agirà di conseguenza. (Articolo 2, il comma della discordia - VIDEO)
Grasso, no istituzioni come museo - E in serata interviene proprio la seconda carica dello Stato che afferma: "Sono giorni convulsi e i prossimi temo saranno anche peggio". Ma "nonostante tutto, resto un inguaribile ottimista e coltivo la remota speranza che la politica, chiamata proprio in queste ore a compiere scelte fondamentali per il futuro istituzionale del nostro Paese, possa far sua questa stessa capacità di fare del confronto leale e della comprensione reciproca la modalità principale della sua azione, piuttosto che far trapelare la prospettiva che si possa addirittura fare a meno delle Istituzioni relegandole in un museo".
M5S abbandona la Commissione - E' il merito, però, oltre al metodo della riforma, a non piacere alle opposizioni. Per il leghista Roberto Calderoli il combinato di Italicum e ddl Boschi costituisce la base per un "ritorno al fascismo". "Confidiamo di trovare in Mattarella la sensibilità istituzionale e l'attenzione che è mancata nell'Aula del Senato", si legge invece sul profilo Facebook di Beppe Grillo. Il Movimento 5 Stelle, infatti, non cambia posizione e decide di "abbandonare a tempo indefinito la Commissione Affari Costituzionali del Senato, che di fatto è stata commissariata ed esautorata dal governo per la seconda volta in pochi mesi. Prima il blitz sulla legge elettorale, mercoledì quello sulla Costituzione. L'ultimo nostro atto è stato il deposito della pregiudiziale d'incostituzionalità sulla famigerata legge Boccadutri che regala decine di milioni di euro di rimborsi elettorali ai partiti senza i controlli previsti dalle norme vigenti. Pregiudiziale scandalosamente bocciata dai partiti", come dichiarano i senatori del Movimento 5 Stelle Vito Crimi, Nicola Morra, Giovanni Endrizzi membri della Commissione Affari Costituzionali del Senato.
Renzi: "Troppo veloci? Attendiamo da 70 anni" - Il capo dell'Esecutivo, intanto, ribadisce la tabella di marcia già fissata da tempo: approvazione entro il 15 ottobre, a gennaio nuovo passaggio della riforma alla Camera, e referendum nel 2016. "I cittadini studieranno la riforma che riduce il numero dei politici e aumenta il livello qualitativo della politica. Cosa si può volere di più dalla vita?". E aggiunge: "A chi dice state facendo troppo veloci rispondo: non per cattiveria, ma questa riforma è attesa da 70 anni. La prima commissione fu fatta nell'83, io e Xavier andavamo alle elementari"
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