Italicum, Speranza: "Voto di fiducia sarebbe grave errore"
PoliticaIl governo sarebbe pronto a chiedere quattro volte il voto di fiducia, ma l'ex capogruppo alla Camera del Pd boccia l'ipotesi: "Sarebbe una violenza verso il Parlamento". Contrarie anche tutte le opposizioni. D'Attorre annuncia: "Voterò contro la riforma"
Fiducia contro voto segreto. Prima che la partita dell'Italicum entri nel vivo, le schermaglie a bordo campo tra maggioranza e opposizione sono all'insegna della tattica. Il governo ha nuovamente fatto circolare la voce che potrebbe mettere quattro volte la fiducia e la minoranza, per tutta risposta, si riserva di chiedere una ventina di voti segreti, su altrettante proposte di modifica del testo, già approvato in prima lettura alla Camera poi modificato al Senato, e che proprio a Montecitorio potrebbe definitivamente concludere il cammino. Ma il governo deve fare i conti anche con le resistenze da parte della minoranza nel partito democratico, fortemente contraria all'ipotesi di un voto di fiducia. L'ex capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza è chiaro: "La fiducia sarebbe un errore madornale, una violenza enorme al Parlamento".
Opposizioni e minoranza dem contro ipotesi fiducia - Sullo sfondo, l'ipotesi che la discussione venga posticipata alla prossima settimana, la prima di maggio, per consentire il contingentamento dei tempi in aula. "C'è un meccanismo regolamentare alla Camera - ha spiegato ancora Roberto Speranza - che consente, se si dovesse arrivare ai voti nel mese di maggio, il contingentamento dei tempi e, quindi, ad avere molto meno tempo per gli interventi in aula. Non ritengo essere questa una forzatura, perché lo si fa per tutti i provvedimenti ma credo che sarebbe più naturale fare la discussione generale domani e utilizzare la settimana a cavallo tra fine aprile e inizio maggio per provare a discutere sui nodi delle legge elettorale". E contro l'ipotesi del voto di fiducia si schiera anche Dorina Bianchi, a nome di Area Popolare. Ma tutta l'opposizione fa muro contro l'ipotesi della fiducia: Fi, Sel, Cinquestelle e Lega Nord sono in rivolta. Governo e maggioranza vorrebbero evitare lo scontro, forti comunque dei numeri che in teoria mettono la legge al riparo da imboscate. "Mi auguro che tutti i gruppi parlamentari decidano di discutere senza ricorrere al voto segreto - ha detto infatti la ministra per le Riforme Maria Elena Boschi - e che la battaglia avvenga a viso aperto".
Difficile ulteriori modifiche al testo - Sulla carta il confronto è ancora aperto ma sono molto vicine all'impossibile le probabilità che l'Italicum cambi ora, in terza lettura. E' l'impressione che si trae dalle parole del senatore Pd Giorgio Tonini, alla vigilia dell'inizio del dibattito alla Camera. "Ho ascoltato le parole di Speranza - ha detto l'esponente renziano del Pd - ma il problema resta sempre lo stesso: il contenuto della legge. Con le due modifiche che le minoranze vorrebbero imporre, secondo noi l'Italicum peggiora". Quanto all'ipotesi che il governo metta la fiducia, aggiunge Tonini, sarebbe una fiducia per legittima difesa, per evitare che il ricorso al voto segreto faccia nascere occasionali maggioranze trasversali. "A parti rovesciate - ha concluso Tonini - io non avrei avuto nessun dubbio: voterei la legge".
D'Attorre: "Voterò no all'Italicum" - Ma diversi esponenti della minoranza dem sono pronti a votare contro. Secondo Alfredo D'Attorre "il paradosso è che Forza Italia ha fatto venir meno il suo consenso alla legge elettorale e noi ora dovremmo approvarla senza alcuna modifica". D'Attorre spiega che "previsioni sui numeri non ne faccio", ma aggiunge che lui non voterà "la legge elettorale senza modifiche. L'ipotesi della fiducia sarebbe gravissima: nella sciagurata ipotesi del ricorso alla fiducia, io non parteciperò al voto di fiducia e poi voterò contro sul provvedimento".
Opposizioni e minoranza dem contro ipotesi fiducia - Sullo sfondo, l'ipotesi che la discussione venga posticipata alla prossima settimana, la prima di maggio, per consentire il contingentamento dei tempi in aula. "C'è un meccanismo regolamentare alla Camera - ha spiegato ancora Roberto Speranza - che consente, se si dovesse arrivare ai voti nel mese di maggio, il contingentamento dei tempi e, quindi, ad avere molto meno tempo per gli interventi in aula. Non ritengo essere questa una forzatura, perché lo si fa per tutti i provvedimenti ma credo che sarebbe più naturale fare la discussione generale domani e utilizzare la settimana a cavallo tra fine aprile e inizio maggio per provare a discutere sui nodi delle legge elettorale". E contro l'ipotesi del voto di fiducia si schiera anche Dorina Bianchi, a nome di Area Popolare. Ma tutta l'opposizione fa muro contro l'ipotesi della fiducia: Fi, Sel, Cinquestelle e Lega Nord sono in rivolta. Governo e maggioranza vorrebbero evitare lo scontro, forti comunque dei numeri che in teoria mettono la legge al riparo da imboscate. "Mi auguro che tutti i gruppi parlamentari decidano di discutere senza ricorrere al voto segreto - ha detto infatti la ministra per le Riforme Maria Elena Boschi - e che la battaglia avvenga a viso aperto".
Difficile ulteriori modifiche al testo - Sulla carta il confronto è ancora aperto ma sono molto vicine all'impossibile le probabilità che l'Italicum cambi ora, in terza lettura. E' l'impressione che si trae dalle parole del senatore Pd Giorgio Tonini, alla vigilia dell'inizio del dibattito alla Camera. "Ho ascoltato le parole di Speranza - ha detto l'esponente renziano del Pd - ma il problema resta sempre lo stesso: il contenuto della legge. Con le due modifiche che le minoranze vorrebbero imporre, secondo noi l'Italicum peggiora". Quanto all'ipotesi che il governo metta la fiducia, aggiunge Tonini, sarebbe una fiducia per legittima difesa, per evitare che il ricorso al voto segreto faccia nascere occasionali maggioranze trasversali. "A parti rovesciate - ha concluso Tonini - io non avrei avuto nessun dubbio: voterei la legge".
D'Attorre: "Voterò no all'Italicum" - Ma diversi esponenti della minoranza dem sono pronti a votare contro. Secondo Alfredo D'Attorre "il paradosso è che Forza Italia ha fatto venir meno il suo consenso alla legge elettorale e noi ora dovremmo approvarla senza alcuna modifica". D'Attorre spiega che "previsioni sui numeri non ne faccio", ma aggiunge che lui non voterà "la legge elettorale senza modifiche. L'ipotesi della fiducia sarebbe gravissima: nella sciagurata ipotesi del ricorso alla fiducia, io non parteciperò al voto di fiducia e poi voterò contro sul provvedimento".