Oggi in Consiglio dei ministri il Documento di Economia e Finanza. Il premier assicura: “Nessuna aumento dell’Iva, non ci saranno nuove tasse”. Fassino: "Tagli a città metropolitane da riconsiderare". Sul tavolo anche il dopo Delrio
Crescita appena più sostenuta del previsto, a +0,7% invece di +0,6%, deficit che resta comunque al 2,6% del Pil quest'anno e leggermente sopra l'1,8% nel 2016 per avere più margini di manovra, e almeno 10 miliardi di nuovi tagli alla spesa pubblica per sterilizzare clausole di salvaguardia che valgono 16,8 miliardi di euro solo il prossimo anno e che rischierebbero di ammazzare i primi spiragli della ripresa. Dovrebbero essere queste le linee della politica economica che il governo traccerà con il primo giro di tavolo sul Def, il documento di economia e finanza: la riunione del Consiglio dei ministri di oggi, martedì 7 aprile, darà intanto il via libera al nuovo quadro macroeconomico, lasciandosi invece qualche giorno in più, fino a venerdì, per definire il piano nazionale di riforme, allegato al documento.
Un piano per evitare l’aumento di Iva e accise - Il 'piatto forte' sarà appunto il piano per evitare l'aumento di Iva e accise che rappresenterebbe, secondo Confcommercio, 54 miliardi di tasse in più in 3 anni, 13 nel solo 2016, e costerebbe, secondo i consumatori, fino a 842 euro a regime a famiglia. Un 'salasso', che stroncherebbe gli sforzi di rilancio dell'economia, con un impatto depressivo calcolato dal Mef in una perdita di Pil a fine periodo (2016-2018) pari a 0,7 punti percentuali. Nuove tasse, ha assicurato Matteo Renzi, non ce ne saranno, l'Iva non aumenterà e, anzi, "se ci saranno ulteriori risorse la priorità sarà per le famiglie e per rendere stabili gli incentivi alle imprese per assumere". Il premier, secondo i bene informati, starebbe accarezzando l'idea di destinare fondi freschi in particolare in favore delle fasce più povere, quegli 'incapienti' che sono rimasti esclusi dal bonus degli 80 euro.
Fassino: “Tagli a città metropolitane da riconsiderare” – L'esecutivo sembrerebbe intenzionato a rimettere mano alla tassazione sulla casa con una 'Local tax' per unificare Imu e Tasi. E proprio alla vigilia del Def arriva l’appello del presidente dell'Anci e sindaco di Torino Piero Fassino. L'entità dei tagli alle Città metropolitane stabiliti nell'ambito del Def "penso si debbano attentamente riconsiderare perché in 6 anni ci sono stati chiesti più di 17 miliardi di euro come contributo al risanamento dei conti pubblici. Si chiede alle città metropolitane un onere eccessivo". Ai Comuni "è stato chiesto un sacrificio molto più grande di quello che è stato chiesto ad altre amministrazioni pubbliche", ribadisce Fassino. "Noi vorremmo si facesse finalmente un' operazione equa e si chiedesse alle amministrazioni dello Stato molto più di quanto è stato chiesto fin qui".
Al lavoro sul dopo Delrio - In parallelo, il premier lavora anche ad una ridefinizione della squadra di governo. Che si annuncia in tre tappe visto che Ncd ha chiesto un po' di tempo, magari fino alle regionali, per indicare il ministro per il Sud. Dopo il trasferimento di Graziano Delrio al ministero delle Infrastrutture, martedì il premier deciderà il sostituto del fedelissimo alla presidenza del Consiglio. Non sarà un esponente vicino al premier, assicurano fonti di governo, ma anzi un politico più vicino alla minoranza dem. In pole viene dato il viceministro Claudio De Vincenti anche se sono ancora in corsa il vicecapogruppo Pd Ettore Rosato e la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli. Certo è invece il nome di Paolo Aquilanti, attuale capo di gabinetto del ministero delle Riforme, come nuovo segretario generale di Palazzo Chigi.
Un piano per evitare l’aumento di Iva e accise - Il 'piatto forte' sarà appunto il piano per evitare l'aumento di Iva e accise che rappresenterebbe, secondo Confcommercio, 54 miliardi di tasse in più in 3 anni, 13 nel solo 2016, e costerebbe, secondo i consumatori, fino a 842 euro a regime a famiglia. Un 'salasso', che stroncherebbe gli sforzi di rilancio dell'economia, con un impatto depressivo calcolato dal Mef in una perdita di Pil a fine periodo (2016-2018) pari a 0,7 punti percentuali. Nuove tasse, ha assicurato Matteo Renzi, non ce ne saranno, l'Iva non aumenterà e, anzi, "se ci saranno ulteriori risorse la priorità sarà per le famiglie e per rendere stabili gli incentivi alle imprese per assumere". Il premier, secondo i bene informati, starebbe accarezzando l'idea di destinare fondi freschi in particolare in favore delle fasce più povere, quegli 'incapienti' che sono rimasti esclusi dal bonus degli 80 euro.
Fassino: “Tagli a città metropolitane da riconsiderare” – L'esecutivo sembrerebbe intenzionato a rimettere mano alla tassazione sulla casa con una 'Local tax' per unificare Imu e Tasi. E proprio alla vigilia del Def arriva l’appello del presidente dell'Anci e sindaco di Torino Piero Fassino. L'entità dei tagli alle Città metropolitane stabiliti nell'ambito del Def "penso si debbano attentamente riconsiderare perché in 6 anni ci sono stati chiesti più di 17 miliardi di euro come contributo al risanamento dei conti pubblici. Si chiede alle città metropolitane un onere eccessivo". Ai Comuni "è stato chiesto un sacrificio molto più grande di quello che è stato chiesto ad altre amministrazioni pubbliche", ribadisce Fassino. "Noi vorremmo si facesse finalmente un' operazione equa e si chiedesse alle amministrazioni dello Stato molto più di quanto è stato chiesto fin qui".
Al lavoro sul dopo Delrio - In parallelo, il premier lavora anche ad una ridefinizione della squadra di governo. Che si annuncia in tre tappe visto che Ncd ha chiesto un po' di tempo, magari fino alle regionali, per indicare il ministro per il Sud. Dopo il trasferimento di Graziano Delrio al ministero delle Infrastrutture, martedì il premier deciderà il sostituto del fedelissimo alla presidenza del Consiglio. Non sarà un esponente vicino al premier, assicurano fonti di governo, ma anzi un politico più vicino alla minoranza dem. In pole viene dato il viceministro Claudio De Vincenti anche se sono ancora in corsa il vicecapogruppo Pd Ettore Rosato e la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli. Certo è invece il nome di Paolo Aquilanti, attuale capo di gabinetto del ministero delle Riforme, come nuovo segretario generale di Palazzo Chigi.