Dalla bicicletta di Delrio al tram di Mattarella, passando per la maratona di Renzi e la corsa a passo di jogging di Berlusconi (era il 1995) fino all'attraversata a nuoto dello stretto di Messina di Grillo
La casta non perde il vitalizio ma le ruote. O almeno alcuni protagonisti governativi lasciano l'auto blu ministeriale - forse venduta per un tozzo di pane su e bay - per salire su un sellino spartano, due ruote ed emissioni zero: si presenta così il neoministro Graziano Delrio per il suo primo giorno di scuola al dicastero delle Infrastrutture, fino a ieri presunto banchetto tengentizio di Incalza e company. Il messaggio è chiaro: il potere almeno di venerdì santo si mette a digiuno e abbondona gli orpelli più odiosi della sua tracotanza.
Maratona e jogging - Che il renzismo debba la sua fortuna anche alla forza dei simboli è cosa nota e il rampante Matteo - asceso alla ribalta per i suoi istinti rottamatori - da sindaco girava la sua Firenze appollaiato su una bici. Poi sbarcato a palazzo Chigi è stato costretto a risalire in auto per ragion di Stato e di sicurezza. Ma la giovane età da premier e ultrà viola, per un paese abbonato alla gerontocrazia del potere, lo vede impegnato con il pallone tra i piedi e maratoneta gigliato concentrato nello sforzo podistico. I maligni lo descrivono come colui che ha raccolto dal leader di Forza Italia il testimone del berlusconismo ma ben prima di lui nel 1995 Silvio Berlusconi era impegnato nel jogging alle bermuda con i vertici del biscione appiedato, candidi come il latte dietro il capo branco: oltre al leader si riconoscono Confalonieri, Galliani, Bernasconi, Letta e Dell'Utri.
Bracciate per lo Stretto di Messina - Cambiando sport si arriva tra Scilla e Cariddi dove un tonico Beppe Grillo scelse di attraversare a nuoto lo stretto di Messina per lanciare il Movimento 5 stelle nelle regionali siciliane. Bracciata dopo bracciata i grillini incassarono un risultato lusinghiero e il suo fondatore cavalcò l'onda con successo e risonanza mediatica.
Due ruote e rotaie - Ignazio Marino, l'extraterrestre sbarcato nella Caput Mundi, che tirò la volata a Gianni Alemano salì in Campidoglio con la bicicletta per rimarcare la sua diversità quasi aliena. Romano Prodi, da sempre appassionato delle due ruote, ha forse temprato fiato e polmoni per tenere testa ai suoi alleati di governo che nelle sue esperienze governative hanno disseminato più di una buccia di banana ben poco somigliante al suo ulivo. Tra questi non c'era di certo Sergio Mattarella che salito al Colle in Panda ha scelto il tram per la sua visita fiorentina. Il profilo basso presidenziale corre anche sulle rotaie.
Maratona e jogging - Che il renzismo debba la sua fortuna anche alla forza dei simboli è cosa nota e il rampante Matteo - asceso alla ribalta per i suoi istinti rottamatori - da sindaco girava la sua Firenze appollaiato su una bici. Poi sbarcato a palazzo Chigi è stato costretto a risalire in auto per ragion di Stato e di sicurezza. Ma la giovane età da premier e ultrà viola, per un paese abbonato alla gerontocrazia del potere, lo vede impegnato con il pallone tra i piedi e maratoneta gigliato concentrato nello sforzo podistico. I maligni lo descrivono come colui che ha raccolto dal leader di Forza Italia il testimone del berlusconismo ma ben prima di lui nel 1995 Silvio Berlusconi era impegnato nel jogging alle bermuda con i vertici del biscione appiedato, candidi come il latte dietro il capo branco: oltre al leader si riconoscono Confalonieri, Galliani, Bernasconi, Letta e Dell'Utri.
Bracciate per lo Stretto di Messina - Cambiando sport si arriva tra Scilla e Cariddi dove un tonico Beppe Grillo scelse di attraversare a nuoto lo stretto di Messina per lanciare il Movimento 5 stelle nelle regionali siciliane. Bracciata dopo bracciata i grillini incassarono un risultato lusinghiero e il suo fondatore cavalcò l'onda con successo e risonanza mediatica.
Due ruote e rotaie - Ignazio Marino, l'extraterrestre sbarcato nella Caput Mundi, che tirò la volata a Gianni Alemano salì in Campidoglio con la bicicletta per rimarcare la sua diversità quasi aliena. Romano Prodi, da sempre appassionato delle due ruote, ha forse temprato fiato e polmoni per tenere testa ai suoi alleati di governo che nelle sue esperienze governative hanno disseminato più di una buccia di banana ben poco somigliante al suo ulivo. Tra questi non c'era di certo Sergio Mattarella che salito al Colle in Panda ha scelto il tram per la sua visita fiorentina. Il profilo basso presidenziale corre anche sulle rotaie.