Prima Avvenire, poi il segretario generale della Cei Nunzio Galantino gelano l'ex premier: “L'esito penale non cancella il rilievo istituzionale del caso". Il presidente dell'Anm a Sky TG24 difende i pm: non si usi la sentenza per attaccare i magistrati
"La legge arriva fino a un certo punto ma il discorso morale è un altro". Così il segretario generale della Cei, Nunzio Galantino, sull'assoluzione di Silvio Berlusconi nel processo Ruby. La parole di Galatino arrivano a sostegno della posizione espressa da Avvenire secondo cui “c'è molto da riflettere su come è stato imbastito il processo e sulle sue conseguenze ma l'esito penale favorevole a Berlusconi non cancella il rilievo istituzionale e morale del caso" (TUTTE LE FOTO - I VIDEO). Sulla sentenza, e in difesa dei pm di Milano, interviene anche il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Rodolfo Sabelli: "Evocare in questo caso la legge sulla responsabilità civile è fuori luogo, chi lo fa è veramente fuori strada, non vorrei che si utilizzi questa assoluzione in una chiave di attacco alla magistratura" (VIDEO).
Avvenire: assoluzione non è approvazione morale - Secondo il direttore del giornale dei vescovi, Marco Tarquinio, "è evidente che un'assoluzione con le motivazioni sinora conosciute non coincide con un diploma di benemerenza politica e di approvazione morale". Tarquinio richiama poi “il dovere sancito dall'articolo 54 della Costituzione repubblicana di 'adempiere con disciplina e onore' a ogni pubblico ufficio e tanto più al massimo ruolo di governo".
Sisto, Legge Severino non retroattiva, lo dice la Cedu – L'assoluzione di Berlusconi continua dunque a far discutere. E mentre Marco Pannella evoca il caso Tortora, il deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto si concentra sul nodo dell'agibilità politica dell'ex premier: “Non è FI a sostenere l'irretroattività della legge Severino, è stata la Cedu (la Corte europea dei diritti umani, ndr) a dire con chiarezza che tutte le vicende amministrative che hanno una matrice in responsabilità penali seguono il regime della norma penale e, quindi, non possono essere retroattive".
Coppi: “Un peccato non è un reato” - Intanto, intervistato da Corriere della Sera, Messaggero e Stampa, l'avvocato di Silvio Berlusconi, Franco Coppi, evidenzia che "non bisognerebbe mai scambiare questioni di confessionale con questioni di diritto penale" (LA RASSEGNA STAMPA). E aggiunge: "Che le cene non fossero eleganti è un fatto acclarato dalla sentenza e ne abbiamo preso atto. A noi quel che alla fine interessava far capire era che, cene eleganti o non eleganti, Berlusconi non ha avuto rapporti sessuali dietro pagamenti con una minorenne nella consapevolezza della minore eta' della ragazza", spiega Coppi. Quanto all'accusa di concussione, il legale spiega che "la riforma della Severino non ha portato dei cambiamenti significativi favorevoli a Berlusconi, il reato è solo stato diviso in due ipotesi, ma ci sono entrambe: la costrizione e l'induzione. E' stata fatta una scelta. Ma mancavano gli elementi costitutivi: è difficile promettere qualcosa in un colloquio di 8 minuti".
Avvenire: assoluzione non è approvazione morale - Secondo il direttore del giornale dei vescovi, Marco Tarquinio, "è evidente che un'assoluzione con le motivazioni sinora conosciute non coincide con un diploma di benemerenza politica e di approvazione morale". Tarquinio richiama poi “il dovere sancito dall'articolo 54 della Costituzione repubblicana di 'adempiere con disciplina e onore' a ogni pubblico ufficio e tanto più al massimo ruolo di governo".
Sisto, Legge Severino non retroattiva, lo dice la Cedu – L'assoluzione di Berlusconi continua dunque a far discutere. E mentre Marco Pannella evoca il caso Tortora, il deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto si concentra sul nodo dell'agibilità politica dell'ex premier: “Non è FI a sostenere l'irretroattività della legge Severino, è stata la Cedu (la Corte europea dei diritti umani, ndr) a dire con chiarezza che tutte le vicende amministrative che hanno una matrice in responsabilità penali seguono il regime della norma penale e, quindi, non possono essere retroattive".
Coppi: “Un peccato non è un reato” - Intanto, intervistato da Corriere della Sera, Messaggero e Stampa, l'avvocato di Silvio Berlusconi, Franco Coppi, evidenzia che "non bisognerebbe mai scambiare questioni di confessionale con questioni di diritto penale" (LA RASSEGNA STAMPA). E aggiunge: "Che le cene non fossero eleganti è un fatto acclarato dalla sentenza e ne abbiamo preso atto. A noi quel che alla fine interessava far capire era che, cene eleganti o non eleganti, Berlusconi non ha avuto rapporti sessuali dietro pagamenti con una minorenne nella consapevolezza della minore eta' della ragazza", spiega Coppi. Quanto all'accusa di concussione, il legale spiega che "la riforma della Severino non ha portato dei cambiamenti significativi favorevoli a Berlusconi, il reato è solo stato diviso in due ipotesi, ma ci sono entrambe: la costrizione e l'induzione. E' stata fatta una scelta. Ma mancavano gli elementi costitutivi: è difficile promettere qualcosa in un colloquio di 8 minuti".