Renzi: "Dalla scuola riparte l'Italia"

Politica

Il presidente del Consiglio lancia la riforma. Giannini: per gli insegnanti assunzioni con concorso pubblico, basta babele graduatorie. Contestazione dei precari. Premier contro Landini: Fiom ha perso e lui scende in campo. Per Rai anche dl

"Qualcuno dice che di riforme ne stiamo facendo anche troppe, ma il meglio deve ancora venire". E' solo un inciso, in un lungo discorso sulla scuola (lo speciale). Ma così festeggia, Matteo Renzi, il primo anno di governo (tutte le foto). Con una dichiarazione d'intenti che poco dopo declinerà in avvertimento a chi si mette di traverso: "Ascoltare tutti non vuol dire non fare più niente, sennò è paralisi, palude". E' la replica a chi lo contesta sulla riforma della scuola e a chi lo critica sul Jobs act (cosa prevede). Cosi' se Laura Boldrini attacca, "è un problema suo", non del governo. E se Maurizio Landini evoca "sfida democratica" a Renzi, il premier replica tranchant: è "naturale" che si butti in politica dopo la "sconfitta sindacale" sulla Fiat.

"La scuola che cambia l'Italia" - A un anno dal giuramento al Quirinale con i suoi ministri, Renzi sceglie di celebrare con un'iniziativa su "la scuola che cambia l'Italia". La prossima settimana - venerdì, probabilmente - porterà in Consiglio dei ministri il decreto e il disegno di legge che compongono la riforma. Perché, ribadisce, "l'Italia riparte" davvero dall'istruzione, da un investimento culturale sulla Rai ("Da cambiare se serve anche con decreto, perché non può essere disciplinata da una legge che si chiama Gasparri" dice. Commento al quale risponde prontamente su Twitter il diretto interessato: "E' un vero imbecille" scrive il vicepresidente del Senato) e subito dopo dalla riforma di università e ricerca. L'obiettivo è rimettere "in moto, in piedi" il Paese. Lo si fa con le altre riforme avviate ("lavoro, p.a., giustizia civile, legge elettorale e Senato"). E quelle che verranno. Perché "c'è molto da fare", ma il tempo non manca: "Siamo alla prima parte del primo tempo. E' passato un anno. Ne mancano ancora tre".

Assunzioni per 150mila precari - Tra i punti cardine della riforma scolasticaci dovrebbe esserci l'integrazione linguistica e culturale degli studenti figli di migranti, come già anticipato dal ministro dell'Istruzione Stefania Giannini e l'annunciata assunzione di 150mila precari, pescati dalle graduatorie a esaurimento, entro settembre, proprio per l'inizio del prossimo anno scolastico.

Il ministro Giannini: "Ridare dignità sociale agli insegnanti":




Giannini: "Assunzioni per concorso" - Nel corso del suo intervento all'iniziativa del Pd sulla scuola il ministro Giannini ha infatti spiegato che il governo ha presentato un progetto educativo "che ha come cardine importante un piano di assunzioni straordinario e la previsione di tornare ad assumere soltanto tramite concorso pubblico". Per troppo tempo, ha detto il ministro, ci siamo rassegnati "alla babele di graduatorie" e lo stesso è successo per la carriera degli insegnanti, che "da sogno impossibile sta per diventare realtà praticabile".

Interventi sull'edilizia scolastica - L'intervento più consistente riguarda comunque l'edilizia scolastica, per la quale sono previsti 3,5 miliardi e che ha visto l'inizio di molti lavori già a luglio dello scorso anno. Tre le linee guida del governo, ognuno accompagnata, come ormai d'uso, dal corrispondente hashtag: #Scuolenuove, #Scuolesicure, #Scuolebelle per un totale di 21mila interventi. Per quanto riguarda la costruzione di nuovi edifici ci sono sul piatto 244 milioni dallo sblocco del patto di stabilità per un totale di 454 interventi; 200 dei quali già conclusi nel 2014. Per quanto riguarda la sicurezza nel corso dell'anno passato sono già stati avviati e conclusi oltre 500 cantieri con i 150 milioni stanziati dal decreto del Fare. Altri 400 milioni dovrebbe ora arrivare per finanziare quei progetti esclusi dal piano iniziale. Entro il 28 febbraio dovrebbero quindi venire appaltati altri 1600 lavori di messa in sicurezza. Quasi 300 milioni invece sono i fondi destinati alla manutenzione e al decoro: 150 dei quali già stanziati nel 2014 e che hanno riguardato oltre 7mila plessi scolasti, mentre  altri 130 sono previsti dalla legge di stabilità per il primo semestre 2015.

Renzi contestato - "Noi cambieremo l'Italia", dichiara Renzi. E oggi suona soprattutto come un avvertimento ai suoi avversari. Il leader del Pd li affronta a muso duro. Tutti. Sindacalisti, politici e insegnanti. Quando inizia a parlare in un affollato centro congressi di Roma, alcuni insegnanti gli urlano contro. Ma lui taglia corto: "E' falso che non abbiamo ascoltato gli insegnanti" - VIDEO

Polemica con Landini - Respinge perciò, il presidente del Consiglio, anche le accuse di autoritarismo rivoltegli dalla sinistra dopo il via libera al superamento dell'articolo 18 con il Jobs act. "Mio obiettivo non è costruire una leadership carismatica". Boldrini critica? "E' un problema suo, non nostro. Noi andiamo avanti col programma". Il Jobs act "e' andato ormai". Cosa fatta, critichino pure.
Ma la parte più dura è quella riservata, nello studio tv di In Mezz'Ora, a Maurizio Landini. Il segretario della Fiom, con un'intervista al Fatto, annuncia una legge popolare o referendum per cancellare il Jobs act e dichiara che il sindacato deve "aprirsi a una rappresentanza anche politica". In serata, dopo una presa di distanze anche della Cgil, preciserà di non avere in mente un "impegno di tipo partitico o elettorale". Ma intanto il commento di Renzi è durissimo: "Non credo che Landini abbandoni il sindacato, è il sindacato abbandona Landini".

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