Il Senato approva l'Italicum, la minoranza Pd non vota

Politica

Via libera da Palazzo Madama alla nuova legge, che ora torna alla Camera per l’approvazione definitiva. 24 senatori democratici non hanno preso parte al voto. Il ministro Boschi però esulta: "La maggioranza è stata autosufficiente". ECCO LE NOVITA’

L'Italicum supera lo scoglio del Senato e ora torna alla Camera per l'approvazione definitiva. Palazzo Madama ha approvato il testo con 184 voti a favore, 66 contro e 4. Non hanno partecipato al voto sulla legge elettorale 24 senatori della minoranza del Pd. Lo si evince dalla lettura dei tabulati della votazione sull'Italicum. Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi ha però assicurato: “La maggioranza è stata autosufficiente”.


Una volta promulgata, però, la nuova legge non sarà subito operativa: una clausula prevede infatti che entrerà in vigore a partire dall'1 luglio 2016. Se quindi si dovesse andare al voto prima di quella data, per eleggere il Parlamento si dovrebbe utilizzare il cosiddetto Consultellum, ovvero il Porcellum depurato dalle parti dichiarate illegittime dalla sentenza della Corte Costuzionale del 4 dicembre 2013.



Dal premio di maggioranza ai capilista bloccati
- Questi i principi sul quale si basa la nuova legge elettorale: Premio di maggioranza al partito che supera il 40 per cento dei voti, o secondo turno tra i due più votati se nessuno supera quella soglia. Capilista bloccati. Sbarramento al 3 per cento.  Importanti le modifiche rispetto al testo approvato dalla Camera, nel quale il premio di maggioranza veniva assegnato non alla singola lista ma alla coalizione vincente.

Premio di maggioranza
- L'Italicum è un sistema  che assegna un premio di maggioranza (340 seggi su 630) alla lista che supera il 40%. Se nessun partito raggiunge tale percentuale, si svolge un secondo turno tra i due partiti più votati, per l'assegnazione del premio. I partiti perdenti si ripartiscono i 290 seggi rimanenti proporzionalmente sulla base della percentuale di voti.

Sbarramento al 3%
- Per ottenere un seggio bisognerà aver superato al primo turno il 3% dei voti.

100 Collegi - L'assegnazione dei seggi della Camera avviene proiettando le percentuali dei partiti ottenuti a livello nazionale su 100 collegi, in ognuno dei quali sono eletti 6-7 deputati. L'assegnazione avviene con un complicato algoritmo, che cerca di ridurre al minimo lo slittamento dei seggi "eccedentari" da un collegio all'altro (norma "antiflipper"), che però lascia per i partiti piccoli un forte margine di aleatorietà su dove scatta il seggio.

Preferenze e capigruppo -  Nei 100 collegi ciascun partito presenta una lista di 6-7 nomi: il capolista è bloccato (cioè è eletto automaticamente se scatta il seggio) mentre  per gli altri candidati valgono le preferenze.

Voto di genere - Sono possibili due preferenze, purché la seconda sia di genere diverso dalla prima, pena la nullità della seconda.

Alternanza uomo donna - Le liste devono esser composte in modo tale  da alternare un uomo ad una donna. Nell'ambito di ogni circoscrizione (Regione) i capilista di un sesso non devono essere superiori al 60% del totale.

Multicandidature
- E' possibile che un candidato si presenti in più collegi, fino ad un massimo di 10.

Scheda - La scheda vedrà a fianco del simbolo di ciascun partito il nome del capolista bloccato, e due spazi dove scrivere le due eventuali preferenze.

Minoranze linguistiche - In Trentino Alto Adige e nella Valle d'Aosta si vota con i collegi uninominali, come nel Mattarellum.

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