A 11 giorni dalla prima votazione, Ncd spinge perché si scelga un nome di destra e giovane. Berlusconi guarda con favore ad Amato mentre, tra i renziani, riprende quota il nome del ministro dell'Economia. VIDEO, I GIORNI DEL COLLE: LO SPECIALE
Sergio Cofferati e Renato Brunetta. Sono gli ultimi nomi a dominare le cronache politiche. Non entrano, certo, nel totoquirinale, ma lo condizionano. Perché i casi a loro legati esprimono delle tensioni dentro Pd e Forza Italia che incidono sugli equilibri, le possibili alleanze e quindi anche le personalità in gioco per il Colle. Chi sale, chi scende. A 11 giorni dalla prima votazione l'esercizio resta complesso e acrobatico. Molto c'è ancora da tessere, infatti, e assieme molto poco si vuole far trapelare sulle reali intenzioni dei grandi elettori.
Un giovane moderato - Il Nuovo Centrodestra spinge con tutta la sua forza perché si guardi a destra e a un giovane. Nomi però Angelino Alfano non ne fa. E non è così facile immaginarli. D'altro canto appare difficile che il PD, che ha numeri per eleggere quasi da solo il prossimo Capo dello Stato, apra a una personalità del tutto estranea alla sua storia.
Scende Mattarella, stabile Amato - A sinistra di Renzi intanto (Civati, Vendola) si prova a sfibrare il patto del Nazareno. A rilanciare il nome di Prodi però sono in pochi, visto anche l'altolà del professore a chi vuole tirarlo dentro il tritacarne mediatico. Un accordo definito tra Renzi e Berlusconi per ora non sembra esserci, ma i nomi che girano sono soprattutto due. Di area centrosinistra e però non invisi all'ex Cavaliere. Uno è Sergio Mattarella. Giudice costituzionale dal robusto cursus honorum politico non ha però un particolare standing internazionale. E qualcuno ha notato come questa sia una caratteristica esplicitamente indicata nelle ultime ore dal presidente Dem Orfini e dalla vicesegretaria Serracchiani. Chi non avrebbe problemi di riconoscibilità all'estero è Giuliano Amato. E' stato indicato tra i suoi preferiti da Berlusconi già un mese e mezzo fa e spesso rilanciato dai forzisti. Ma quello che fu l'ex vicesegretario socialista ai tempi di Craxi sconta un'antica freddezza nella sinistra ex comunista.
Risale Padoan. Aspettando i mercati - Riprende quota allora, in particolare tra i renziani, un nome molto gettonato fino a qualche giorno fa: Piercarlo Padoan. Un tecnico dalla riconosciuta sensibilità politica. Non ha mai seduto in Parlamento ma ha dalla sua una chiara visibilità internazionale. In questo anno ha consolidato un rapporto con il kingmaker Renzi e la sua uscita - d'altra parte - potrebbe consentire a palazzo Chigi di spedire Graziano Delrio al ministero dell'Economia. Anche se qualcuno non esclude lo stesso Delrio dalla lista dei quirinabili. Spingerebbe per una soluzione alla Padoan (o alla Ignazio Visco, governatore di Bankitalia) un contesto internazionale avverso. Non dimentichiamo che giovedì prossimo la BCE deciderà sul piano di acquisto dei titoli pubblici e domenica 25 si vota in Grecia. Due appuntamenti dall'esito incerto per i mercati. Dovessero segnare tempesta le raffiche arriverebbero fin dentro l'aula di Montecitorio.
Un giovane moderato - Il Nuovo Centrodestra spinge con tutta la sua forza perché si guardi a destra e a un giovane. Nomi però Angelino Alfano non ne fa. E non è così facile immaginarli. D'altro canto appare difficile che il PD, che ha numeri per eleggere quasi da solo il prossimo Capo dello Stato, apra a una personalità del tutto estranea alla sua storia.
Scende Mattarella, stabile Amato - A sinistra di Renzi intanto (Civati, Vendola) si prova a sfibrare il patto del Nazareno. A rilanciare il nome di Prodi però sono in pochi, visto anche l'altolà del professore a chi vuole tirarlo dentro il tritacarne mediatico. Un accordo definito tra Renzi e Berlusconi per ora non sembra esserci, ma i nomi che girano sono soprattutto due. Di area centrosinistra e però non invisi all'ex Cavaliere. Uno è Sergio Mattarella. Giudice costituzionale dal robusto cursus honorum politico non ha però un particolare standing internazionale. E qualcuno ha notato come questa sia una caratteristica esplicitamente indicata nelle ultime ore dal presidente Dem Orfini e dalla vicesegretaria Serracchiani. Chi non avrebbe problemi di riconoscibilità all'estero è Giuliano Amato. E' stato indicato tra i suoi preferiti da Berlusconi già un mese e mezzo fa e spesso rilanciato dai forzisti. Ma quello che fu l'ex vicesegretario socialista ai tempi di Craxi sconta un'antica freddezza nella sinistra ex comunista.
Risale Padoan. Aspettando i mercati - Riprende quota allora, in particolare tra i renziani, un nome molto gettonato fino a qualche giorno fa: Piercarlo Padoan. Un tecnico dalla riconosciuta sensibilità politica. Non ha mai seduto in Parlamento ma ha dalla sua una chiara visibilità internazionale. In questo anno ha consolidato un rapporto con il kingmaker Renzi e la sua uscita - d'altra parte - potrebbe consentire a palazzo Chigi di spedire Graziano Delrio al ministero dell'Economia. Anche se qualcuno non esclude lo stesso Delrio dalla lista dei quirinabili. Spingerebbe per una soluzione alla Padoan (o alla Ignazio Visco, governatore di Bankitalia) un contesto internazionale avverso. Non dimentichiamo che giovedì prossimo la BCE deciderà sul piano di acquisto dei titoli pubblici e domenica 25 si vota in Grecia. Due appuntamenti dall'esito incerto per i mercati. Dovessero segnare tempesta le raffiche arriverebbero fin dentro l'aula di Montecitorio.