Riforma fisco, il premier dopo la bufera: "Non facciamo norme ad personam, né contra personam". Ma aggiunge: "Per evitare polemiche, sia per il Quirinale che per le riforme, il decreto andrà nel Cdm del 20 febbraio". Minoranza Pd: "Propaganda indecente"
"Un decreto che i giornali hanno salutato positivamente per giorni - ha scritto il premier - salvo poi cambiare idea quando qualcuno ha avanzato ipotesi che contenesse una norma salva Berlusconi (ipotesi tutta da dimostrare, peraltro). Per essere chiari: noi non facciamo norme ad personam, né contra personam".
"Decreto fisco in pacchetto riforme del 20 febbraio" - "E' una norma semplice che rispetta il principio di proporzionalità - aggiunge Renzi - E che si può naturalmente eliminare, circoscrivere, cambiare. Ma per evitare polemiche - sia per il Quirinale, che per le riforme - ho pensato più opportuno togliere di mezzo ogni discussione e inserire anche questo decreto nel pacchetto riforme fiscali del 20 febbraio", dice il presidente del Consiglio.
D’Attorre: "Da Renzi scelta sbagliata" - "Si tratta di una decisione sbagliata che rischia di aumentare fortemente polemiche e sospetti anche in vista dell'elezione del presidente della Repubblica". Così il deputato della minoranza Pd, Alfredo D'Attorre, commenta la decisione del premier Matteo Renzi di inserire il decreto fiscale nel Cdm del 20 febbraio. "Temi come la lotta all'evasione e alla corruzione per il Pd devono avere il massimo dell'importanza e dell'urgenza. Su questi temi, purtroppo, del ritmo di cui parla Renzi ne abbiamo visto ben poco", sottolinea ancora D'Attorre.
Fassina: "Da Renzi propaganda indecente" - All'attacco del premier va anche un altro esponente della minoranza Pd, Stefano Fassina: "Sulla delega fiscale il livello di propaganda raggiunto dal Presidente del Consiglio nella sua e-news è offensivo per l'intelligenza dei cittadini italiani".
La replica di Carbone, fedelissimo di Renzi:
Caro Fassina, rassegnati. Sono finiti i tempi in cui, ossessionato da Berlusconi, perdevi ed eri contento. Fattene una ragione.
— Ernesto Carbone (@ernestocarbone) 6 Gennaio 2015