Bindi: "Nessuno vuole che Paese resti nella palude"

Politica

La presidente della Commissione Antimafia a SkyTG24 replica al premier: "La Carta non si può cambiare come una legge. Non vogliamo Parlamento scendiletto del governo". E sull'inchiesta di Roma: "Da troppi anni la politica si indigna solo dopo gli arresti"

"Nessuno vuole che il Paese resti nella palude né vuole fermare le riforme, vogliamo fare presto ma bene. La Costituzione non si può cambiare come se si cambiasse una piccola legge". Lo dice Rosi Bindi, intervistata su SkyTG24 da Maria Latella (video integrale), commentando l'intervento di Renzi all'Assemblea nazionale che aveva detto no ai "diktat della minoranza" all'interno del partito.
"Non vogliamo un Parlamento che sia scendiletto del governo di turno", aggiunge, prima di spiegare che "una battaglia che faremo in aula sarà quella di chiedere un giudizio preventivo della Corte Costituzionale sulla legge elettorale, visto che la Corte ha giudicato incostituzionale le leggi che hanno eletto il Parlamento nelle ultime tre volte".

"Sarà la mia ultima legislatura" - Bindi conferma che "questa sarà la mia ultima legislatura, ma proprio perché e l’ultima mi muovo con un gran senso di libertà e autonomia", prima di aggiungere che "il limite più grande del discorso del premier è non aver sentito vicinanza al Paese che soffre", "alle famiglie in povertà", "alla più alta disoccupazione giovanile". "Renzi ha preso il 40%, aggiunge, ma deve stare attento a non perdere i voti del centrosinistra".

Mafia capitale, "da troppi anni la politica si indigna solo dopo gli arresti" - Quanto all'inchiesta Mafia capitale, che ha coinvolto l'amministrazione di Roma, "devo riconoscere al segretario del Pd di avere avuto una reazione ferma, con il commissariamento del partito di Roma e i provvedimenti che in questi giorni saranno all'esame del Parlamento".



"Ma allo stesso tempo - ha aggiunto - avrei sottolineato che da troppi anni la politica si indigna e prova a reagire ma solo dopo che sono arrivati i magistrati e questa storia deve finire. La politica deve selezionare la sua classe dirigente prima che arrivino i magistrati".

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