Via libera al provvedimento, che passa al Senato. Le opposizioni e 40 deputati del Partito democratico non votano. Renzi: "Più tutele, solidarietà e lavoro". Fassina: "Sue parole non aiutano pace sociale"
Poco prima del via libera, oltre trenta democratici avevano firmato un documento in cui avevano spiegato le ragioni per cui non avrebbero partecipato al voto finale sul Jobs act. Nonostante le modifiche apportate alla Camera, l'impianto della delega sul lavoro, hanno detto, non è soddisfacente. Tra i firmatari figurano Cuperlo, Bindi, Boccia, Zoggia, D'Attorre.
L'appello di Orfini - Non è servito, dunque, l'appello all'unità del presidente del partito, Matteo Orfini. "Abbiamo raggiunto una larghissima unità sul testo - aveva detto - spero che per rispetto della discussione fatta, dei cambiamenti apportati, del lavoro di ascolto reciproco e della nostra comunità, si voglia fare tutti un ultimo sforzo in Aula".
Il ddl delega passerà al Senato per il via libera definitivo entro il 9 dicembre. Il governo ha posto la questione di fiducia.
Fassina: "Parole Renzi non aiutano pace sociale" - E se dopo il voto, il dem Fassina dice che "le parole di Renzi non aiutano la pace sociale. Alimenta le tensioni sovversive e corporative", il premier Matteo Renzi ha ritwittato il messaggio del gruppo Pd alla Camera:
La #opencamera approva il #JobsAct. Più #tutele, #solidarietà e #lavoro . Scopri di più: http://t.co/VHX5dtGBN3 pic.twitter.com/gGjeRPwIQx
— Deputati PD (@Deputatipd) 25 Novembre 2014
Prima di ringraziare, in un altro tweet i deputati:
Grazie ai deputati che hanno approvato il #JobsAct senza voto di fiducia. Adesso avanti sulle riforme. Questa è #lavoltabuona
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 25 Novembre 2014