L'ex sottosegretario all'Economia scelto a larga maggioranza nella riunione presieduta dal capo dello Stato. Bufera sulla consigliera in quota Pd: dichiarata ineleggibile perché non ha i requisiti. Napolitano: "Recuperare il tempo perso"
Il Csm, in una riunione presieduta da Giorgio Napolitano, ha eletto il suo vicepresidente. Si tratta di Giovanni Legnini, 55 anni, già sottosegretario all'Economia nel governo Renzi. Ma a Palazzo dei Marescialli scoppia il caso Teresa Bene. La donna, che il Parlamento in seduta comune aveva indicato tra i componenti laici in quota Pd, è stata giudicata “ineleggibile” perché “non ha i requisiti”.
Bene “non ha i requisiti” - La decisione è stata presa all'unanimità su proposta della Commissione verifica titoli, che ha ritenuto che Bene non avesse 15 anni di esercizio della professione forense, richiesti dall'articolo 104 della Costituzione per l'elezione a membro laico in alternativa al titolo di professore ordinario in materie giuridiche. Ora le Camere dovranno fare un altro nome.
Bene: decisione “errata, infondata e strumentale" - Non si è fatta attendere la reazione dell’interessata, consulente di Andrea Orlando quando era ministro dell'Ambiente: una decisione “errata, infondata e strumentale", "i miei diritti di interlocuzione sono stati platealmente violati”, ha detto Bene. E ancora: “Spiace che tutto questo avvenga ad opera di un organo di rilevanza costituzionale”. “Sono rammaricato di quello che è accaduto: può esserci stata frettolosità e disattenzione in Parlamento nel pur laborioso processo di selezione per i rappresentanti del Csm”, ha commentato invece Giorgio Napolitano. E Giovanni Legnini: “Una vicenda dolorosa. Ma non credo che questo caso indebolisca o appanni il prestigio delle istituzioni”.
Legnini eletto a larga maggioranza - Il nuovo vicepresidente del Csm è stato eletto a larga maggioranza: 20 voti a favore, uno per Giuseppe Fanfani, uno per Teresa Bene e tre schede bianche. Sottosegretario all'Economia nel governo Renzi (dimissionario), è stato componente anche dell'esecutivo Letta (alla presidenza del Consiglio con delega all'Editoria). Avvocato cassazionista specializzato in diritto delle imprese e della Pubblica amministrazione, la sua prima esperienza istituzionale è stata quella di sindaco a Roccamontepiano, in provincia di Chieti, dove è nato: ha ricoperto questo incarico dal 1990 al 2002. Eletto senatore con i Ds dal 2004, è stato componente della Commissione Bilancio e della Giunta delle elezioni e delle immunità e del Comitato parlamentare per i procedimenti d'accusa. Consigliere comunale e poi presidente del Consiglio del municipio di Chieti, in Parlamento Legnini è stato relatore di numerose leggi, tra cui leggi finanziarie e provvedimenti in materia economica e giustizia. Il 10 settembre è stato eletto come primo componente laico del Csm con 524 voti.
Napolitano: “Ora subito al lavoro” - La funzione della magistratura "è e dovrà essere sempre autonoma, indipendente e imparziale” ma bisogna accettare la "sfida delle riforme", ha detto Legnini nel suo intervento dopo l’elezione. Elezione per la quale Napolitano ha espresso “vivo compiacimento”. "Ora subito al lavoro: il tempo che ha richiesto l'elezione dei nuovi membri va rapidamente recuperato. Seguirò con scrupolosa attenzione l'attività del nuovo Csm, senza far mancare anche considerazioni critiche quando sarà necessario”, ha assicurato il presidente della Repubblica.
Bene “non ha i requisiti” - La decisione è stata presa all'unanimità su proposta della Commissione verifica titoli, che ha ritenuto che Bene non avesse 15 anni di esercizio della professione forense, richiesti dall'articolo 104 della Costituzione per l'elezione a membro laico in alternativa al titolo di professore ordinario in materie giuridiche. Ora le Camere dovranno fare un altro nome.
Bene: decisione “errata, infondata e strumentale" - Non si è fatta attendere la reazione dell’interessata, consulente di Andrea Orlando quando era ministro dell'Ambiente: una decisione “errata, infondata e strumentale", "i miei diritti di interlocuzione sono stati platealmente violati”, ha detto Bene. E ancora: “Spiace che tutto questo avvenga ad opera di un organo di rilevanza costituzionale”. “Sono rammaricato di quello che è accaduto: può esserci stata frettolosità e disattenzione in Parlamento nel pur laborioso processo di selezione per i rappresentanti del Csm”, ha commentato invece Giorgio Napolitano. E Giovanni Legnini: “Una vicenda dolorosa. Ma non credo che questo caso indebolisca o appanni il prestigio delle istituzioni”.
Legnini eletto a larga maggioranza - Il nuovo vicepresidente del Csm è stato eletto a larga maggioranza: 20 voti a favore, uno per Giuseppe Fanfani, uno per Teresa Bene e tre schede bianche. Sottosegretario all'Economia nel governo Renzi (dimissionario), è stato componente anche dell'esecutivo Letta (alla presidenza del Consiglio con delega all'Editoria). Avvocato cassazionista specializzato in diritto delle imprese e della Pubblica amministrazione, la sua prima esperienza istituzionale è stata quella di sindaco a Roccamontepiano, in provincia di Chieti, dove è nato: ha ricoperto questo incarico dal 1990 al 2002. Eletto senatore con i Ds dal 2004, è stato componente della Commissione Bilancio e della Giunta delle elezioni e delle immunità e del Comitato parlamentare per i procedimenti d'accusa. Consigliere comunale e poi presidente del Consiglio del municipio di Chieti, in Parlamento Legnini è stato relatore di numerose leggi, tra cui leggi finanziarie e provvedimenti in materia economica e giustizia. Il 10 settembre è stato eletto come primo componente laico del Csm con 524 voti.
Napolitano: “Ora subito al lavoro” - La funzione della magistratura "è e dovrà essere sempre autonoma, indipendente e imparziale” ma bisogna accettare la "sfida delle riforme", ha detto Legnini nel suo intervento dopo l’elezione. Elezione per la quale Napolitano ha espresso “vivo compiacimento”. "Ora subito al lavoro: il tempo che ha richiesto l'elezione dei nuovi membri va rapidamente recuperato. Seguirò con scrupolosa attenzione l'attività del nuovo Csm, senza far mancare anche considerazioni critiche quando sarà necessario”, ha assicurato il presidente della Repubblica.