La Cei a Renzi: "Basta slogan, ridisegni l'agenda politica"

Politica

Nunzio Galantino, segretario generale dei vescovi: non si fa abbastanza per le politiche familiari e non si investe in scuola e ricerca. Sull'art.18: "Dibattito non centrale, sventolano troppe bandiere". Ai sindacati: "Guardino oltre o scontro farà morti"

Lavoro, articolo 18, politiche familiari, scuola, ricerca. La Cei entra nel dibattito politico rivolgendo un invito al premier Matteo Renzi: “Basta slogan e promesse, ridisegni l’agenda politica”. A parlare è Nunzio Galantino, segretario generale dei vescovi italiani, nella conferenza stampa al termine del Consiglio permanente.

“Ridisegnare l’agenda politica” - “Non è questione se il Renzi piaccia a noi o no – ha detto Galantino –. Bisognerebbe chiedere alla gente se sta trovando le risposte. La nostra impressione è che ci sia da ridisegnare l'agenda politica mettendo come priorità la famiglia, il lavoro, i giovani e i temi della formazione e della scuola. Ma non annunciandoli, affrontandoli veramente". Il segretario della Cei, però, ha puntualizzato (rispondendo a una domanda sulle polemiche sollevate dall’editoriale di Ferruccio de Bortoli, direttore del Corriera della Sera): “Non ce l'ho con Matteo Renzi. È giovane, è simpatico, sa dire tante cose simpatiche. Se oltre al Corriere della Sera, all'amministratore delegato della Fiat, volete mettere insieme anche i vescovi tra quelli che si interessano alla persona di Matteo Renzi, noi non siamo interessati”.

Ai sindacati: “Più che ai contenuti, pare badino a tenere alto il numero degli iscritti” - Sul tema del lavoro, Galantino ha detto: “La Chiesa pensa che bisogna guardare con più realismo alle persone che non hanno lavoro e che cercano lavoro. Il dibattito su art. 18 sì, art. 18 no è meno centrale e io vi vedo troppe bandiere che sventolano”. E, rivolto ai sindacati, ha aggiunto: “Io sono preoccupato quando i temi decisivi vengono posti sul piano dello scontro. Oggi più che mai si tratta di una categoria sterile. È vero che i sindacati vanno nella direzione del conservatorismo, ma bisogna guardare oltre. Perché pare che più che ai contenuti, si badi a tenere altro il numero dei propri iscritti. Il problema lavoro, che è drammatico, non va affrontato solo in termini di scontro, altrimenti ci saranno morti da una parte e dall'altra e soluzioni a mezz'aria che non risolvono il problema".

“Scuola usata come bancomat” - Attacco alla politica, poi, sulla scuola: “Richiede un intervento che non può essere quello che il governo sta mettendo in campo. La scuola e la formazione sono ormai ridotte a una specie di bancomat: quando servono i soldi si sa dove prenderli”.

“Timore” per unioni di fatto e matrimoni gay - Nel documento finale del consiglio permanente della Cei, inoltre, i vescovi si dicono preoccupati anche per la questione del riconoscimento delle unioni di fatto. La Cei, si legge nella nota, esprime “preoccupazione per la sordità dei responsabili della cosa pubblica nei confronti di politiche fiscali e di armonizzazione tra i tempi del lavoro e quelli propri della famiglia; ancor più timore per la disponibilità al riconoscimento delle cosiddette unioni di fatto o all'accesso al matrimonio da parte di coppie di persone dello stesso sesso”.

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