Senato: Province abolite. Governo battuto su emendamento Sel
PoliticaContinua a Palazzo Madama la discussione del ddl riforme. L’esecutivo è andato sotto, con voto segreto, su una modifica al testo che riguarda le minoranze linguistiche. In precedenza l’Aula aveva approvato anche la soppressione del Cnel
Procedono a ritmo serrato le votazioni sul ddl riforme in corso al Senato. Durante la giornata, l'assemblea ha affrontato la riforma del titolo V della Costituzione. Nella serata di giovedì 6 agosto, però, il governo ha avuto una battuta d'arresto: è passato, con voto segreto, un emendamento di Sel che introduce nella Costituzione la competenza delle Regioni sulle materie che riguardano la “rappresentanza in Parlamento delle minoranze linguistiche”. L'emendamento 30.123, prima firmataria Loredana De Petris, riguarda il terzo comma dell'art. 30 del ddl Boschi. È stato approvato, nonostante il parere contrario del governo, con 5 voti di scarto (140 sì, 135 no). L'esecutivo, così, è andato sotto per la seconda volta dall'inizio dell'esame del testo in Aula.
Soppresse Province e Cnel - Nel corso della giornata i lavori erano filati lisci. Il Senato ha dato il via libera, tra l'altro, alla soppressione delle Province dall'art. 114 della Costituzione: l'assemblea, con 179 sì, 41 no e 9 astenuti, ha approvato l'art. 28 del ddl riforme, che sopprime la menzione delle Province tra le articolazioni territoriali della Repubblica. Via libera anche all'articolo 27 del ddl riforme, che sopprime il Cnel (per il quale ha votato a favore anche la Lega).
Solo la Camera vota la fiducia - Tra i punti chiave del testo approvati in giornata anche l'articolo 25 che stabilisce che sarà solo la Camera dei deputati a votare o revocare la fiducia al governo. Approvato anche l'articolo 26, secondo cui d'ora in avanti l'autorizzazione a che la magistratura ordinaria possa procedere nei confronti del premier o dei ministri sarà data dalla sola Camera dei deputati.
150mila firme per le proposte di legge di iniziativa popolare - Novità anche sul fronte delle leggi di iniziativa popolare: il numero di firme necessarie per questo tipo di proposte di legge sarà di 150mila. Si innalza dunque la soglia di 50 mila firme previste dalla Costituzione attuale, ma si ridimensiona, grazie a un emendamento dei relatori al ddl, il tetto 250 mila previsto dal testo approvato dalla commissione. Sono tornate a 500mila, invece, le firme necessarie per indire un referendum.
Verso il voto finale il 7 agosto - Il traguardo della maratona sulle riforme si avvicina e il premier Renzi dovrebbe essere al Senato giovedì 7, quando si spera di poter arrivare alla votazione finale, con un giorno di anticipo rispetto al termine dell’8 agosto che la maggioranza si era data.
Soppresse Province e Cnel - Nel corso della giornata i lavori erano filati lisci. Il Senato ha dato il via libera, tra l'altro, alla soppressione delle Province dall'art. 114 della Costituzione: l'assemblea, con 179 sì, 41 no e 9 astenuti, ha approvato l'art. 28 del ddl riforme, che sopprime la menzione delle Province tra le articolazioni territoriali della Repubblica. Via libera anche all'articolo 27 del ddl riforme, che sopprime il Cnel (per il quale ha votato a favore anche la Lega).
Solo la Camera vota la fiducia - Tra i punti chiave del testo approvati in giornata anche l'articolo 25 che stabilisce che sarà solo la Camera dei deputati a votare o revocare la fiducia al governo. Approvato anche l'articolo 26, secondo cui d'ora in avanti l'autorizzazione a che la magistratura ordinaria possa procedere nei confronti del premier o dei ministri sarà data dalla sola Camera dei deputati.
150mila firme per le proposte di legge di iniziativa popolare - Novità anche sul fronte delle leggi di iniziativa popolare: il numero di firme necessarie per questo tipo di proposte di legge sarà di 150mila. Si innalza dunque la soglia di 50 mila firme previste dalla Costituzione attuale, ma si ridimensiona, grazie a un emendamento dei relatori al ddl, il tetto 250 mila previsto dal testo approvato dalla commissione. Sono tornate a 500mila, invece, le firme necessarie per indire un referendum.
Verso il voto finale il 7 agosto - Il traguardo della maratona sulle riforme si avvicina e il premier Renzi dovrebbe essere al Senato giovedì 7, quando si spera di poter arrivare alla votazione finale, con un giorno di anticipo rispetto al termine dell’8 agosto che la maggioranza si era data.