Ddl Boschi approda in Senato, possibili modifiche in arrivo

Politica

Dopo che sono state respinte le questioni pregiudiziali presentate da M5S e Sel ha preso il via la discussione generale sul testo. Finocchiaro: "Sull'immunità nessuna decisione è presa". Il termine per presentare gli emendamenti è martedì mattina

E' iniziato a Palazzo Madama l'esame del disegno di legge Boschi. Nell'Aula del Senato, dopo che sono state respinte le questioni pregiudiziali sulle riforme presentate da M5S, Sel e ex M5S, ha preso il via la discussione generale. L'obiettivo di Renzi è incassare il primo sì entro la fine della settimana. Intanto arriva l'ok da parte del Pd all'incontro con M5S:"Siamo d'accordo nell'incontrarci di nuovo e vi diamo la disponibilità per le giornate di giovedì o venerdì" si legge nella lettera indirizzata ai 5 Stelle.

Boschi apre a possibili modifiche - Dopo tre mesi di dibattito e di voti in Commissione affari costituzionali, il governo spera che il cammino delle riforme sia ora più agevole e che l'Aula non faccia scherzi. "Non temo gli oppositori: sulle riforme avremo un'ampia maggioranza" al Senato ha detto il premier alla vigilia dell'arrivo del testo in Senato.
Ma il ministro delle Riforme Boschi ha aperto a possibili modifiche: "Quella più importante - dice al Messaggero -potrebbe riguardare i poteri del Senato sull'esame della Legge di Bilancio". "Quanto all'immunità - sottolinea Boschi - esistono varie ipotesi sul tappeto compreso il ritorno all'insindacabilità che era prevista dal testo originario del governo".

Emendamenti entro martedì - Dopo gli interventi dei due relatori Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli (con la prima che ha ricordato come sull'immunità ancora non si sia presa una decisione nel merito), è dunque iniziata in Aula la discussione generale sul ddl Boschi, alla quale possono prendere parte tutti i senatori. Esaurita questa fase, che impegnerà il Senato per le giornate di lunedì e martedì, si passerà alle votazioni.
Il termine per presentare gli emendamenti è stato fissato per la mattina di martedì 15, ma potrebbe slittare di qualche ora su richiesta di grillini e "frondisti". Salvo ripensamenti, le votazioni dovrebbero partire dalle 9,30 di mercoledì 16. Se tutto fila secondo le aspettative, entro venerdì 19 ci potrebbe essere l'approvazione da parte del Senato. La prima di un percorso comunque non breve.

Tra settembre e ottobre l'approvazione - Trattandosi di una riforma costituzionale, essa ha infatti bisogno di quella che in gergo si chiama "doppia lettura conforme": il Senato e la Camera dovranno votare l'identico testo per ben due volte. Se cambia una virgola, si ricomincia da capo. Acquisito il primo sì del Senato, il disegno di legge verrà incardinato a fine luglio in commissione Affari costituzionali della Camera. La discussione entrerà nel vivo a settembre. Entro quel mese il governo spera che l'aula di Montecitorio possa licenziare il testo. Se Montecitorio, come è altamente probabile, dovesse cambiare qualche parte della riforma, ci sarebbe bisogno di un nuovo passaggio in Senato per confermare le modifiche. Si arriverebbe così alla fine di ottobre.  A quel punto, dopo tre mesi, potrebbe prendere il via la procedura della seconda lettura del disegno di legge da parte di Camera e Senato. Ma potrebbe essere necessario un ulteriore passaggio: quello del referendum confermativo, che la Costituzione rende possibile se la riforma non viene approvata con i due terzi dei voti in ciascuna Camera.

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