Marina Berlusconi: "In futuro non escludo la politica"

Politica

In un'intervista al Corriere della Sera la figlia del leader di Forza Italia spiega che per ora vuole restare in azienda, ma aggiunge: "Un domani, chissà...". Su Matteo Renzi dice: "E' il nuovo che arretra"

"Per la politica ho un grande rispetto, la seguo dall'esterno con attenzione, ma il mio posto è nelle aziende, questo è il lavoro che mi piace fare. E poi questa storia della trasmissione dinastica non mi ha mai convinto. La leadership non si eredita", ma "so che nella vita non si può mai escludere nulla. Oggi è così. Un domani, se capitasse, la politica, chissà...". Così Marina Berlusconi, in un'intervista al Corriere della Sera, non esclude di scendere in politica in futuro. La presidente di Fininvest e Mondadori si sofferma anche su Matteo Renzi: "più che il nuovo che avanza, a me il premier sembra il nuovo che arretra". "Misure come il decreto '80 euro' sono spese elettorali e non investimenti per la crescita. Posto che si trovino le coperture"; "oltretutto il decreto fa acqua da tutte le parti". E al governo dà un "giudizio negativo. E' giusto creare un clima di ottimismo e fiducia, ma attenzione: più forti sono le aspettative che si generano, più gravi saranno i danni se alle promesse non seguiranno i fatti. Purtroppo, è quello che sta succedendo".

Marina parla anche delle aziende di famiglia: alla crisi, dice, "abbiamo saputo reagire bene, siamo riusciti a trovare un giusto equilibrio tra rigore e sviluppo". E non esclude acquisizioni per Mondadori: "se capitasse, siamo anche pronti a cogliere qualche opportunità, non solo nel digitale". La presidente torna anche su quello che definisce "l'inaccettabile esproprio di 500 milioni a favore della Cir", quanto a De Benedetti afferma: "se penso che ha avuto il coraggio di dire che mio padre 'non è un imprenditore'. "Mi auguro solo che dopo l'Olivetti", "ora non tocchi a Sorgenia. La storia imprenditoriale di Carlo De Benedetti è costellata di naufragi".

In merito alle dichiarazioni di Bondi e Bonaiuti sulla rivoluzione liberale, a loro avviso mancata dal Cav, dice: "lasciamo stare i nomi, ma di fronte a questo resto allibita. Mi chiedo: ma questi signori dov'erano, che cosa facevano?". E attacca anche Angelino Alfano: "se di tradimento dobbiamo parlare, direi che queste persone hanno innanzitutto tradito se stesse e la propria storia".

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