Renzi rassicura Napolitano e tira dritto su riforme e Def

Politica

Colloquio al Quirinale. Poi il premier in Vaticano per un incontro privato con Papa Francesco. Dal governo ok al taglio di 4 sedi consolari. Intanto in Senato arriva il ddl delega lavoro. Grillo: "Il presidente del Consiglio è il figlioccio di Gelli"

Una lunga corsa, da qui alle europee (la bussola dei sondaggi). Per consegnare al giudizio degli elettori i provvedimenti promessi, le riforme annunciate. Matteo Renzi, prima di un incontro privato di 45 minuti con Papa Francesco insieme a moglie e figli, illustra la tabella di marcia delle prossime settimane a Giorgio Napolitano.
Avanti sulle misure economiche, a partire dal Def che sarà varato martedì 8. E avanti tutta, assicura il premier al presidente della Repubblica, anche sulle riforme costituzionali. Anche se i "non allineati" del Pd continuano a chiedere modifiche, da Forza Italia arrivano segnali contrastanti e Beppe Grillo, in piena campagna elettorale, attacca a testa bassa.

La settimana prossima il Def -
Con in agenda per la prossima settimana i delicati passaggi del Def e delle prime nomine al vertice delle aziende pubbliche, la macchina di Palazzo Chigi lavora a pieno regime. Procede "bene, secondo i programmi", la stesura del Documento di economia e finanza che andrà avanti nel weekend, assicura Graziano Delrio. E intanto riprende il "tram tram" (così l'ha definito Renzi) delle riunioni del Cdm il venerdì 4: in mattinata arriva il via libera a misure per la promozione "dell'efficienza energetica nella P.a.", ma anche a una sforbiciata dei "distacchi e dei permessi sindacali dei dirigenti". E un ulteriore taglio dei costi arriva dalla soppressione di quattro ambasciate (Islanda, Honduras, Mauritania, Repubblica dominicana) e della rappresentanza italiana all'Unesco.

L'incontro con Napolitano -
Con questo nuovo pacchetto di misure all'attivo, Renzi sale al Quirinale. E, in un colloquio di circa un'ora, riferisce a Napolitano sugli incontri avuti a Londra con il primo ministro David Cameron. Ma soprattutto, con il capo dello Stato esamina l'iter del progetto di riforma costituzionale del Senato e del titolo V e il Def, che è in fase di perfezionamento. Sulla tenuta dei conti e il rispetto dei parametri europei, così come sulla prosecuzione dell'iter delle riforme, il premier, riferiscono fonti parlamentari, rassicura il presidente: avanti con attenzione al dialogo parlamentare, ma senza tentennamenti. I numeri per le riforme, assicura Renzi, ci saranno. L'obiettivo resta il primo via libera alla riforma del Senato entro maggio: Renzi non intende transigere. E anche l'accusa del ministro Maria Elena Boschi ai professori, come Rodotà, di aver "bloccato" in "questi trent'anni", con le loro "continue prese di posizione", il processo delle riforme, dà la misura della determinazione del governo.

Le tensioni, tra i "non allineati del Pd" e Forza Italia -
Di certo, però, la battaglia parlamentare sul superamento del Senato elettivo si annuncia accesa. E anche se il premier e i suoi ministri sono sicuri che alla stretta finale il Pd si ricompatterà sulla linea della maggioranza, resta alta la tensione con i "non allineati", firmatari di un ddl che scardina gli assi portanti del ddl del governo. Pippo Civati dichiara di non gradire i toni "un po' eccessivi" del premier. Ma Renzi l'ha detto chiaro: andrà avanti come un "rullo compressore".
Da Forza Italia Giovanni Toti usa toni rassicuranti: "Restano ancora molte cose da sistemare, ma siamo sulla strada giusta". Ma Renato Brunetta prosegue la sua offensiva: "Renzi è un grande sbruffone, promette e non mantiene. Noi siamo leali, ma a tutto c'è un limite". Parole non tranquillizzanti, soprattutto in considerazione del fatto che la decisione dei giudici sui servizi sociali per Silvio Berlusconi, attesa per la prossima settimana, promette di infiammare il clima.

Gli attacchi di Grillo -
Intanto, Beppe Grillo fa già fuoco e fiamme. E, già in campagna elettorale per le europee, attacca Renzi con frasi sempre più acuminate: "A quando il reato penale per menzogna pubblica aggravata? Renzie andrebbe subito al 41 bis", dice. "Le polemiche di queste ore, anche la campagna di demagogia, sono semplicemente la constatazione del lavoro che stiamo facendo, che sta spiazzando" molti, taglia corto il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini. Ne e' sicuro anche Renzi, che nel pomeriggio va in visita privata dal Papa con moglie e figli, poi torna a Firenze. Ma tiene aperti tutti i dossier sul tavolo. In contatto con Delrio e Luca Lotti lavorerà per l'intero fine settimana. E già domenica potrebbe fare ritorno a Roma, per chiudere la partita su Def e nomine.

Grillo: Renzi è il figlioccio di Gelli (M5S alla discarica di Malagrotta, la visita di Beppe Grillo: IL VIDEO)

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