Delrio: "Se i ministri falliscono vanno a casa"

Politica

A poche ore dall'incontro tra il premier e la cancelliera tedesca, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dice a Repubblica: "Renzi dirà a Merkel che abbiamo i conti in ordine". E aggiunge: "Ci apprestiamo a varare 32 miliardi di tagli"

Renzi dirà ad Angela Merkel che "abbiamo i conti in ordine, che siamo risolvendo la questione dei debiti della pubblica amministrazione, che stiamo facendo le riforme. Siamo sulla condizione della Germania di qualche anno fa, alla vigilia del piano di importanti riforme immaginato da Schroeder. Grazie a quel piano la Germania chiese e ottenne dalle istituzioni europee un atteggiamento più flessibile. Venne accontentata e si avviò su un cammino di crescita che non si è più fermato". A dirlo è il sottosegretario Graziano Del Rio, in un’intervista a Repubblica (la rassegna stampa), a poche ore dall’incontro tra il premier e la cancelliera tedesca Angela Merkel. Delrio ribadisce dunque la linea di Matteo Renzi, secondo cui "l'Italia non è uno scaloro da mettere dietro la lavagna".



"32 miliardi di tagli" - E il giorno dopo le dichiarazioni a Sky TG24 del ministro Pinotti sui tagli alla Difesa, Delrio conferma: "Ci apprestiamo a varare 32 miliardi di tagli alla spesa corrente e assicuriamo che la curva del debito scenderà. Ma l'unico modo per farci uscire dalla crisi è varare un manovra che faccia crescere il Pil, non possiamo far morire il paziente".

"Ministri, chi sbaglia va a casa" - Delrio sottolinea che "nella riunione con gli altri ministri ho messo in chiaro che abbiamo portato la spending review a Palazzo Chigi perché quelli indicati non saranno obiettivi facoltativi. E il premier ha messo in gioco se stesso, la regola deve valere per tutti: non possiamo più immaginare che ministri e alti dirigenti ci vengano a dire a fine anno che si sono sbagliati. Che ci hanno provato ma...No stavolta è diverso. Verranno giudicati sulla base delle loro performance e chi non l’avrà raggiunta, andrà a casa". Anche i ministri dunque, "chi non funziona – rincara il sottosegretario - va via. Per il premier fallire questa strategia è impossibile perché a questa, è legato il taglio delle tasse".

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