Il neoministro della Difesa interviene sul caso dei due fucilieri in attesa di processo in India: “Non mettiamo in discussione il sistema indiano ma è la regola per i militari in servizio”. E sugli F35: “Spesa da valutare insieme ad altre”
"L'obiettivo resta non farli processare in India e farli tornare in Italia il prima possibile". Così il neo ministro della Difesa Roberta Pinotti interviene a Sky TG24 sulla vicenda dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre accusati di aver ucciso il 16 febbraio 2012 due pescatori indiani scambiandoli per pirati. "Sono a stretto contatto con la collega Mogherini. L'azione che stiamo facendo è su due piani: continuare con il sostegno degli avvocati e sostenere con forza l'attenzione della comunità internazionale”. E ha sottolineato: “Il fatto che siano processati come se fossero cittadini comuni e non come due militari mandati in missione, lede un principio fondamentale che è quello che è lo status di militare all'interno di una missione. Non mettiamo in discussione il sistema giudiziario indiano non ci permettiamo di fare una cosa del genere. Trattandosi di militari in missione dovrebbero essere processati in Italia. Non possono essere giudicati come terroristi. Chi è incaricata di seguire l'indagine è ancora la Nia e cioè la polizia antiterrorismo".
Poi, in merito alle polemiche legate all’acquisto dei nuovi caccia F35 dice: "Non so da cosa si deduca che io sarei amica degli F35, non certo dagli atti che ho compiuto politicamente. Noi dobbiamo rivedere complessivamente quelli che sono i programmi di armamenti, anche in un'ottica di spending review, dobbiamo vedere cosa può essere tagliato. Ma far diventare un programma il cattivo per eccellenza è sbagliato. Dobbiamo cioè domandarci se l'Aeronautica militare ci serve o se la vogliamo chiudere. Se ci serve, bisogna capire se gli F35 possono essere uno strumento con un'utilità e se sì valutare quanti ne possono servire". "C'è un'indagine parlamentare in corso - ha concluso il ministro a Sky TG24 - e c'è un impegno da parte del governo ad aspettare il parere del Parlamento prima di decidere ulteriori acquisizioni. Nel documento di programmazione che faremo rispetto ai progetti futuri, noi valuteremo tutti i programmi di arma, non solo gli F35, ma certo anche gli F35".
Poi, in merito alle polemiche legate all’acquisto dei nuovi caccia F35 dice: "Non so da cosa si deduca che io sarei amica degli F35, non certo dagli atti che ho compiuto politicamente. Noi dobbiamo rivedere complessivamente quelli che sono i programmi di armamenti, anche in un'ottica di spending review, dobbiamo vedere cosa può essere tagliato. Ma far diventare un programma il cattivo per eccellenza è sbagliato. Dobbiamo cioè domandarci se l'Aeronautica militare ci serve o se la vogliamo chiudere. Se ci serve, bisogna capire se gli F35 possono essere uno strumento con un'utilità e se sì valutare quanti ne possono servire". "C'è un'indagine parlamentare in corso - ha concluso il ministro a Sky TG24 - e c'è un impegno da parte del governo ad aspettare il parere del Parlamento prima di decidere ulteriori acquisizioni. Nel documento di programmazione che faremo rispetto ai progetti futuri, noi valuteremo tutti i programmi di arma, non solo gli F35, ma certo anche gli F35".