Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio esclude il ricorso alla Patrimoniale, ma apre all'ipotesi di un prelievo sulle rendite finanziare. Polemiche da Forza Italia, ma Palazzo Chigi frena
I retroscena sulla fine dell'esecutivo di Enrico Letta, la questione Gratteri, ma anche le riforme, il possibile ritorno alle urne, il reperimento delle risorse e l'ipotesi di tassare le rendite finanziare a cominciare dai Bot. E' a 360 gradi la prima uscita pubblica di Graziano Delrio, ospite della trasmissione In mezz'ora di Lucia Annunziata, il giorno dopo la sua nomina a sottosegretario alla presidenza del consiglio del neonato governo di Matteo Renzi.
Sulla fine del governo Letta: "Nessun complotto" - "Non abbiamo defenestrato nessuno" ci tiene subito a mettere in chiaro Delrio, parlando di come si è arrivati al passaggio da Enrico Letta a Matteo Renzi. "Non c'è stato nessun complotto di potere" spiega l'ex sindaco di Reggio Emilia, ma "una lettura diversa di diversi contesti". "Le forze politiche - ha spiegato - dovevano scegliere se far passare otto mesi e poi votare o dare alla legislatura un orizzonte di riforme" e hanno scelto la seconda opzione. L'ex sindaco ci tiene poi anche a spiegare la vicenda Gratteri, la cui "bocciatura" al ministero della Giustizia ha fatto parecchio rumore. "Era in corsa - spiega Delrio - eravamo molto determinati sulla scelta di Gratteri, ma c'era problema molto serio che non avevamo valutato, una grossa ingenuità. Il fatto che un magistrato non vada al ministero della Giustizia è una regola che è impossibile da eludere".
"Renzi non teme le elezioni" - Ma Delrio lancia anche un avvertimento alle altre forze politiche: il governo non teme eventuali elezioni anticipate. "Se il Parlamento ci sta a fare le riforme, bene. Altrimenti non è Renzi ad aver paura delle urne" ha affermato, aggiungendo che il premier "andrà nelle piazze delle città per capire e anche per essere criticato. Se il Parlamento dirà che queste riforme sono sbagliate o troppo forti daremo la parola al popolo".
Tassazione sulle rendite finanziarie - Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio lancia messaggi rassicuranti a Bruxelles e assicura che "non vogliamo sforare il 3%, non ha senso". Delrio aggiunge poi che "c'è un 3% del nostro Pil che non stiamo rispettando, quello da reinvestire in ricerca e sviluppo. Vogliamo andare in Europa dicendo che non siamo l'Italia che annuncia ma che fa". Sul reperimento delle risorse per realizzare il programma di governo, Delrio esclude il ricorso a una patrimoniale, ma apre all'ipotesi di una tassazione delle rendite finanziarie, a cominciare dai bot. "Se una signora anziana ha messo da parte 100mila euro in Bot non credo che se gli togli 25 o 30 euro ne avrà problemi di salute. Vediamo...". Esclusi invece tagli alla Pubblica amministrazione: "Non credo che in questo momento questo Paese si possa permettere di licenziare".
Taglio del cuneo fiscale - L'obiettivo, prosegue Delrio è "da un lato aiutare le imprese ad avere meno tasse, dall'altro i pensionati e coloro che hanno redditi bassi ad avere qualche euro in più in tasca, anche per aumentare i consumi". "Io sono sbilanciato a sinistra: sono molto favorevole a iniziare dalle fasce basse", aggiunge Delrio. Un altro degli obiettivi posti è il taglio del cuneo fiscale, da realizzare con risorse trovate "in parte dalla spending review, in parte da operazioni industriali e dal rientro dei capitali".
Critiche alla tassazione sui bot - La frase sui bot di Delrio scatena poi un'ondata di reazioni polemiche dall'opposizione di centrodestra. "E' la solita sinistra delle tasse" commenta Mara Carfagna, mentre Maurizio Gasparri commenta che "più che nuovi questi arrivati a Palazzo Chigi sembrano ignoranti. Tassano il risparmio aumentando ingiustizie e pressione fiscale? Un suicidio. Più tasse sui Bot? Geniale. La gente, che già non ci guadagna, non li compra più e lo Stato fallisce". Commenti critici arrivano anche dal sindacato, con Susanna Camusso che dice che "non è un segnale giusto" e andrebbe a colpire "un'aerea di ceto medio che ha già pagato pesantemente in questa crisi".
Palazzo Chigi: "Non sono previste nuove tasse" - A fine serata arriva dunque una nota da Palazzo Chigi che tenta di gettare acqua sul fuoco e che sottolinea che non è prevista, né ci sarà alcuna nuova tassa. L'orizzonte del governo, si spiega, è quello di una riduzione della pressione fiscale attraverso una rimodulazione delle rendite finanziarie e delle tasse sul lavoro; tema che sarà illustrato lunedì dal presidente del Consiglio nel corso del suo intervento in Parlamento.
Sulla fine del governo Letta: "Nessun complotto" - "Non abbiamo defenestrato nessuno" ci tiene subito a mettere in chiaro Delrio, parlando di come si è arrivati al passaggio da Enrico Letta a Matteo Renzi. "Non c'è stato nessun complotto di potere" spiega l'ex sindaco di Reggio Emilia, ma "una lettura diversa di diversi contesti". "Le forze politiche - ha spiegato - dovevano scegliere se far passare otto mesi e poi votare o dare alla legislatura un orizzonte di riforme" e hanno scelto la seconda opzione. L'ex sindaco ci tiene poi anche a spiegare la vicenda Gratteri, la cui "bocciatura" al ministero della Giustizia ha fatto parecchio rumore. "Era in corsa - spiega Delrio - eravamo molto determinati sulla scelta di Gratteri, ma c'era problema molto serio che non avevamo valutato, una grossa ingenuità. Il fatto che un magistrato non vada al ministero della Giustizia è una regola che è impossibile da eludere".
"Renzi non teme le elezioni" - Ma Delrio lancia anche un avvertimento alle altre forze politiche: il governo non teme eventuali elezioni anticipate. "Se il Parlamento ci sta a fare le riforme, bene. Altrimenti non è Renzi ad aver paura delle urne" ha affermato, aggiungendo che il premier "andrà nelle piazze delle città per capire e anche per essere criticato. Se il Parlamento dirà che queste riforme sono sbagliate o troppo forti daremo la parola al popolo".
Tassazione sulle rendite finanziarie - Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio lancia messaggi rassicuranti a Bruxelles e assicura che "non vogliamo sforare il 3%, non ha senso". Delrio aggiunge poi che "c'è un 3% del nostro Pil che non stiamo rispettando, quello da reinvestire in ricerca e sviluppo. Vogliamo andare in Europa dicendo che non siamo l'Italia che annuncia ma che fa". Sul reperimento delle risorse per realizzare il programma di governo, Delrio esclude il ricorso a una patrimoniale, ma apre all'ipotesi di una tassazione delle rendite finanziarie, a cominciare dai bot. "Se una signora anziana ha messo da parte 100mila euro in Bot non credo che se gli togli 25 o 30 euro ne avrà problemi di salute. Vediamo...". Esclusi invece tagli alla Pubblica amministrazione: "Non credo che in questo momento questo Paese si possa permettere di licenziare".
Taglio del cuneo fiscale - L'obiettivo, prosegue Delrio è "da un lato aiutare le imprese ad avere meno tasse, dall'altro i pensionati e coloro che hanno redditi bassi ad avere qualche euro in più in tasca, anche per aumentare i consumi". "Io sono sbilanciato a sinistra: sono molto favorevole a iniziare dalle fasce basse", aggiunge Delrio. Un altro degli obiettivi posti è il taglio del cuneo fiscale, da realizzare con risorse trovate "in parte dalla spending review, in parte da operazioni industriali e dal rientro dei capitali".
Critiche alla tassazione sui bot - La frase sui bot di Delrio scatena poi un'ondata di reazioni polemiche dall'opposizione di centrodestra. "E' la solita sinistra delle tasse" commenta Mara Carfagna, mentre Maurizio Gasparri commenta che "più che nuovi questi arrivati a Palazzo Chigi sembrano ignoranti. Tassano il risparmio aumentando ingiustizie e pressione fiscale? Un suicidio. Più tasse sui Bot? Geniale. La gente, che già non ci guadagna, non li compra più e lo Stato fallisce". Commenti critici arrivano anche dal sindacato, con Susanna Camusso che dice che "non è un segnale giusto" e andrebbe a colpire "un'aerea di ceto medio che ha già pagato pesantemente in questa crisi".
Palazzo Chigi: "Non sono previste nuove tasse" - A fine serata arriva dunque una nota da Palazzo Chigi che tenta di gettare acqua sul fuoco e che sottolinea che non è prevista, né ci sarà alcuna nuova tassa. L'orizzonte del governo, si spiega, è quello di una riduzione della pressione fiscale attraverso una rimodulazione delle rendite finanziarie e delle tasse sul lavoro; tema che sarà illustrato lunedì dal presidente del Consiglio nel corso del suo intervento in Parlamento.