Renzi: "Riforme o voto". Cuperlo lascia la presidenza del Pd

Politica

La legge elettorale presentata dal segretario spacca il partito. Lui avverte: “Se falliamo noi falliscono tutti". Il testo dell’Italicum formalizzato oggi in Commissione Affari costituzionali alla Camera. Intanto il M5S lancia il suo referendum online

Il testo dell'Italicum sarà formalizzato oggi, mercoledì 22 gennaio, in commissione Affari costituzionali alla Camera, che lo voterà e il 29 gennaio lo porterà in Aula. La riforma elettorale presentata da Matteo Renzi ha intanto spaccato il Pd, con Gianni Cuperlo dimessosi dalla presidenza. “Senza riforme si rischia il voto”, incalza però il segretario. E, illustrando la riforma ai deputati del Pd sottolinea: “Se falliamo noi falliscono tutti, se riusciamo noi cambia l'Italia”. Da parte di Sel intanto arriva un secco no alla proposta di Renzi: "Noi di Sel voteremo contro l'Italicum" ha dichiarato Nichi Vendola. Il M5S intanto lancia sul proprio sito il primo dei referendum online per decidere la propria prosta.

Le tensioni interne al Pd - Le tensioni all’interno del Pd hanno animato la riunione dei deputati alla Camera alla vigilia della presentazione del testo di legge di riforma elettorale. Il capogruppo bersaniano Roberto Speranza, riconfermato da Renzi, ha cercato in avvio di riunione di tenere bassi i toni, invitando tutti a "cambiare fase" in nome dell'unità del partito dopo "10 mesi difficili". E anche Renzi nel suo intervento ha cercato di prevenire le critiche di eccesso di decisionismo, facendo presente che "se è troppo vederci ogni settimana, se vi stresso, ditemelo...".

"Se falliamo noi falliscono tutti. Ma nessuno trama contro Letta" - Ma il leader non ha alcuna intenzione di perdere la sua prima e decisiva sfida: portare a casa entro le europee una nuova legge elettorale e il primo via libera sul superamento del bicameralismo. Due punti per Renzi sono irrinunciabili: il premio di maggioranza e il ballottaggio, per il resto se riuscite a migliorare la riforma, se siete più bravi di me vi lascio la sedia...". Un'apertura secondo il bersaniano Alfredo D'Attorre, pronto a presentare emendamenti correttivi. Siccome per il sindaco di Firenze la proposta si tiene insieme così, avverte che la posta in gioco è altissima non solo per lui: "Se falliamo noi falliscono tutti, se riusciamo noi cambia l'Italia", sprona rincarando che "se non si infila la prima, tutto può succedere e non è un ricatto ma una considerazione". Allusione che riapre nel Pd scenari di voto anticipato nonostante il rottamatore porti proprio l'intesa sulle riforme come prova che non "trama" contro il premier Enrico Letta.  Il presidente del Consiglio è assente all'assemblea della serata del 21 gennaio mentre in passato aveva partecipato, come anche alle direzioni. Ma il momento è delicato e con Renzi Letta preferisce parlarci a tu per tu.

Tensioni all'interno del partito - Chi, invece, coglie l'occasione dell'assemblea per mettere i puntini sulle i è la minoranza del partito, che in direzione aveva lasciato la parola a Cuperlo. "Mi sarei aspettato - afferma Stefano Fassina - che il segretario avrebbe chiesto a Cuperlo di ritirare le dimissioni. Non si possono archiviare così, credo ci sia un problema di democrazia interna". E in un'intervista a la Repubblica (LA RASSEGNA STAMPA) aggiunge: "Il Pd rischia una deriva padronale e plebiscitaria".
Per Pippo Civati "le dimissioni di Cuperlo erano inevitabili, dopo quello che è successo in direzione". Ma, sottolinea al Corriere della Sera, la scissione non ci sarà anche se nel Pd "c'è un clima pessimo, un'atmosfera da resa dei conti surreale".
Un richiamo a Renzi arriva da Rosy Bindi. "Renzi ha detto che non rinuncerà mai a fare le battute: io invece penso che il ruolo di leader esige anche qualche maggiore sobrietà" dice al Messaggero, sottolineando che se sulla legge elettorale il neosegretario dovesse insistere con le blindature "ci si espone al rischio che qualcuno presenti emendamenti in Parlamento e qualcun altro li voti".

Direzione su "Impegno 2014" - La segreteria del Pd ha inoltre annunciato che la  la prossima settimana terrà  una Direzione nella quale verraà approvato un documento con le proposte del partito per la realizzazione di 'Impegno 2014', cioè il programma del governo Letta per il prossimo anno. Lo ha deciso la Segreteria del Pd secondo quanto ha riferito Marianna Madia, responsabile Lavoro del Pd.



Referendum online per il M5S - Intanto il Movimento 5 Stelle lancia sul suo sito il primo dei referendum online per decidere il modello elettorale da proporre in Parlamento. Sul blog di Grillo, dalle 10 alle 19, solo chi è "iscritto certificato", potrà scegliere "tra proporzionale e maggioritario". "Per fine febbraio la legge elettorale del M5S nelle sue linee essenziali - si legge ancora sul sito-  sarà pronta".



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