Renzi-Berlusconi, intesa sulla legge elettorale

Politica

Incontro tra i due leader nella sede del Pd: accordo anche sul Titolo V e sulla modifica del Senato. Il testo sarà presentato in direzione dal segretario Dem. Che twitta: “Se si chiude, Italia cambia verso”. Ma Alfano: “Niente riforme senza Ncd”. RASSEGNA

Due ore e mezzo di colloquio nella sede del Pd per siglare un accordo che porti alla modifica della legge elettorale per rafforzare il bipolarismo e frenare il potere di interdizione dei piccoli partiti. Ma, più in generale, a riformare l'architettura Costituzionale. Silvio Berlusconi e Matteo Renzi firmano un'intesa ampia che consentirebbe al segretario Dem di poter contare sui voti di Forza Italia in Parlamento al pacchetto di riforme in dirittura di arrivo. La presentazione ufficiale sarà fatta lunedì 20 gennaio in una direzione ad hoc del Pd.

Nella mattinata di domenica Renzi ha però twittato "un'anticipazione"

Una proposta per salvaguardare il bipolarismo
- Nella riunione non si è andati nel tecnicismo della legge, per quello ci penseranno poi gli sherpa di entrambi i partiti, ma è chiaro che l'intesa ampia sulle Riforme allontana la possibilità che si torni alle urne a maggio. Lo ha capito anche Berlusconi, che si prepara a giocare la sua battaglia all'interno delle Aule parlamentari, dove però non potrà partecipare direttamente vista la decadenza da senatore arrivata lo scorso 27 novembre dopo la condanna definitiva nel processo Mediaset.
La proposta di legge elettorale a cui guardano sia Renzi che l'ex capo del governo mira a salvaguardare il bipolarismo aprendo però la discussione anche agli altri partiti. Un modo - spiegano i fedelissimi dell'ex capo del governo - per tendere una mano ad Alfano in vista di una futura alleanza.

La rassegna stampa di domenica 19 gennaio:


Soddisfatti i due leader - I due leader, come se si fossero messi d'accordo anche sulla tempistica con cui parlare dell'esito dell'incontro, si alternano con le dichiarazioni finali. Il sindaco fiorentino apre la conferenza stampa nella sede del Nazareno e parla di "profonda sintonia" con Berlusconi per "una legge elettorale verso un modello che favorisca la governabilità, il bipolarismo e che elimini il potere di ricatto dei partiti più piccoli".
A fargli da eco il Cavaliere che in una nota (diramata anche ai Tg con un videomessaggio) ha calcato la mano sulla necessità di non perdere più tempo nel fare le Riforme: "Siamo lieti - sottolinea Berlusconi - di prendere atto del cambiamento di rotta del Pd", in particolare sulla modifica del Titolo V e sul bicameralismo: "si tratta - ricorda - di riforme che il centro-destra da me guidato ha sempre ricercato e che la nostra maggioranza aveva approvato in Parlamento già nel 2006, ma che fu la sinistra a vanificare, attraverso un referendum". 

L’irritazione di Alfano e di Ncd - Angelino Alfano però intima un netto altolà. "Si scordino di fare la legge elettorale senza di noi. Non possono farla e non la faranno". Il corollario non viene mai detto apertamente e cioè che Ncd è indispensabile al governo e alla maggioranza. Ma il vice premier e ministro dell'Interno rincara la dose: "Si scordino anche di farla contro di noi, perché non siamo un piccolo partito".
"Renzi preferisce parlare con Verdini? - ironizza il ministro Gaetano Quagliariello -, io ho rotto con il mio partito proprio per non dovere avere più a che fare con Verdini". "Noi abbiamo la nostra idea, la difenderemo - insiste Alfano -. Siamo quelli che non vanno giù alla sinistra perché siamo il nuovo Centro destra. E non piacciamo a molti del centro destra che amavano il vecchio: si rassegnino, è arrivato il Nuovo Centro Destra".

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