Scuola, i professori non dovranno restituire i 150 euro

Politica

Dietrofront del governo: annullata la norma che prevedeva di recuperare gli scatti stipendiali percepiti nel 2013. Il ministro Carrozza: "Da impicci burocratici è nato un pasticcio". Saccomanni: "Insegnanti stiano tranquilli, nessun taglio in busta paga"

Marcia indietro del governo. Gli insegnanti non dovranno restituire 150 euro. Palazzo Chigi ha infatti deciso di annullare l'effetto della norma che avrebbe cancellato lo scatto di stipendio già percepito nel 2013. Una decisione, quella dell'esecutivo, arrivata dopo la levata di scudi bipartisan contro questa misura penalizzante per il personale docente. Immediata la reazione del mondo politico che plaude alla scelta dell'esecutivo di intervenire sulla iniziativa annunciata dal Ministero dell'Economia.

"Ha prevalso il buon senso" commenta il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi. E sempre su Twitter intervengono il presidente del Consiglio Enrico Letta ("Insegnanti non dovranno restituire 150 € percepiti nel 2013 a seguito della contorta vicenda scatti derivanti da norme assunte tra 2010 e 13") e il segretario del Pd Matteo Renzi, che in mattinata aveva chiesto al governo di "rimediare a questa figuraccia".

Salvi i 150 euro - "Gli insegnanti non dovranno restituire i 150 euro percepiti nel 2013 derivanti dalla questione del blocco degli scatti. Lo si è deciso nel corso di una riunione a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Enrico Letta, il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, e il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza", dice la nota. Il ministero dell'Economia aveva comunicato il mese scorso la proroga fino al 31 dicembre 2013 del blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per il personale del comparto scuola, in precedenza previsto fino al 2012. Per effetto di tale disposizione sarebbe stato recuperato, con ritenuta mensile fino a 150 euro l'ammontare degli aumenti percepiti nei periodo in cui è stato attribuito lo scatto di stipendio successivo.   Contro questa decisione aveva già minacciato lo sciopero il sindacato degli insegnanti Gilda.

Carrozza: “Da impicci burocratici nasce pasticcio” - “È un tema politico che riguarda gli insegnanti, il loro futuro ma  anche tutti gli impicci burocratici amministrativi, per cui si arriva a un paradosso, a un pasticcio. Questo avviene a volte senza che i ministri e il governo ne sappiano niente”.  Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza ai microfoni di Sky TG24 a proposito della marcia indietro del governo sui 150 euro richiesti agli insegnanti in seguito all’annullamento degli scatti d’anzianità. “Oggi ci siamo riuniti per prendere una prima decisione relativa al prossimo stipendio, per evitare che ci sia questo prelievo a gennaio - ha proseguito il ministro - e adesso stiamo facendo una serie di riunioni tecniche per affrontare il problema di copertura anno per anno, anche dal punto di vista legislativo”.

Saccomanni: “Il Tesoro è stato un mero esecutore” - "C'è stato un problema di comunicazione. Il Ministero dell'Economia esegue istruzioni che non ci sono pervenute". Lo ha sottolineato invece il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, interpellato sulla marcia indietro del governo sulla restituzione dei 150 euro al mese da parte degli insegnanti. Il ministro Saccomanni spiega insomma che il Tesoro nel procedere alla scelta del recupero della somma erogata agli insegnanti è stato un "mero esecutore". In attesa di istruzioni dalle strutture competenti (il ministero dell'Istruzione, ndr). Istruzioni che però non sono arrivate. Poi sottolinea che "il capitolo è chiuso" e spiega che ora si vedrà come la decisione "si rifletterà in busta paga, mi auguro non si alteri il saldo finale". In ogni caso la normativa sul personale "andrà affrontata per chiarire cosa succederà in futuro".

Carrozza: "Anche personale Ata può stare tranquillo"
- In serata però la tensione torna a salire. Ad alzare al voce questa volta è il personale Ata. Secondo Francesco Scrima, della Cisl Scuola, il ministero dell'Economia ha chiesto la restituzione di 13 milioni 177mila e 110 euro. Per Scrima, senza mezzi termini, "un'operazione di bracconaggio. Sono soldi nostri, contrattuali e faremo di tutto per non farceli togliere. Abbiamo già preparato un atto di diffida". Pronto il chiarimento del ministro Carrozza: "Anche il personale Ata può stare tranquillo".

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