Letta tenta di rafforzare governo. Renzi lancia il Job Act

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Partite le consultazioni del premier per rilanciare la coalizione. Scelta Civica: "Soddisfatti, ma serve tavolo di maggioranza". Il segretario del Pd annuncia un piano di riforme per il rilancio dell'occupazione: "Non sarà solo discussione su art. 18"

Parte l'offensiva di Enrico Letta per rilanciare l'azione del suo governo e spingere ben oltre le prossime elezioni europee. Il Presidente del Consiglio convoca per un giro di consultazioni i leader della maggioranza. Scopo: dar vita ad un nuovo patto di coalizione che sarà siglato a breve. I primi a recarsi a Palazzo Chigi sono gli esponenti di Scelta Civica, forza sì moderata ma che aveva dati segni di nervosismo prima di Natale, e che sono usciti dall'incontro soddisfatti.

Scelta Civica: "Entro dieci giorni tavolo di maggioranza"
- "Siamo soddisfatti da questa prima tappa del percorso. Entro una decina di giorni ci sarà anche un tavolo di maggioranza per un confronto a più voci" ha dichiarato Stefania Giannini di Scelta Civica al termine del faccia a faccia con il premier. "Abbiamo chiesto un tavolo con gli altri partiti e abbiamo buone ragioni per ritenere che la proposta sarà accolta", spiega, e aggiunge: "Vorremmo che si aprisse una nuova fase nella maggioranza". Anche per quel che riguarda la legge elettorale: "i partiti che sostengono il governo dovrebbero confrontarsi non solo attraverso incontri bilaterali per una riforma condivisa". La legge elettorale, tuttavia, "non deve essere necessariamente inserita nel patto di coalizione", prosegue Giannini, "è una priorità del Paese e su questo siamo d'accordo". Nelle consultazioni su 'Impegno 2014' si parla anche di un rimpasto di governo? "'Nomina sunt consequentia rerum'. Prima le cose, poi i nomi. C'è una maggioranza diversa: si vedrà se dovra' esserci un coinvolgimento in maniera diversa delle forze che la compongono".  Da parte sua Letta si è recato al Quirinale, informa una nota, per aggiornare il presidente della Repubblica sull'andamento dei lavori.

In mattinata incontro con Saccomanni e Giovannini - Da questo incontro e da quelli che seguiranno, per tutta la settimana, scaturirà un documento, denominato "Impegno 2014". Due parole che contengono un'idea di azione continuata nel tempo, e di lealtà all'interno della maggioranza. Già nella mattinata di martedì 7 gennaio si erano svolti incontri con il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, poi del Lavoro, Enrico Giovannini: il tema caldo del nuovo "Impegno" sarà lavoro ed economia. A conferma dell'importanza attribuita da Palazzo Chigi all'iniziativa Letta, notoriamente un esterofilo, ha deciso di spostare il vertice bilaterale con la Turchia, previsto per il 17 gennaio. E da mercoledì darà il via alle sue consultazioni anche Angelino Alfano. Il vicepremier incontrerà esponenti della società civile, a cominciare da Confcommercio, Coldiretti e Confapi. Giovedì invece sarà il turno, tra gli altri, di Confcooperative, Confartigianato, Forum Famiglie e si chiuderà venerdì con Confindustria.

Renzi presenta il Job Act - Sul tema lavoro interviene anche Matteo Renzi che, nel corso dell'inaugurazione di Pitti Immagine Uomo, ha annunciato che entro la fine della settimana e l'inizio della prossima il Pd presenterà il Job Act, il documento su come rilanciare l'occupazione in Italia. Un piano, rassicura il segretario democratico, che non avrà come tema centrale il discusso articolo 18. "Soltanto alla fine -  ha illustrato Renzi - arriverà la discussione sulle regole  contrattuali, che non deve essere ideologica ma deve dare garanzie  anche a chi non ne ha avute". Sull'articolo 18, ha precisato Renzi, "ciascuno ha le sue idee", ma continuare a discutere solo e soltanto di questo aspetto è "la  dimostrazione plastica di guardare il dito mentre il mondo ci chiede  di guardare la Luna".

Job Act per creare occupazione in sei settori - "Il documento che il Pd presenterà contiene tre punti di riferimento - spiega il sindaco di Firenze - serve una riduzione dei costi dell'energia, che da noi sono più alti del 30%, e della burocrazia". Il Job Act conterrà anche l'indicazione delle "regole d'insieme e di sei settori in cui creare occupazione, tra cui  il made in Italy, la manifattura tradizionale e l'industria turistica e culturale, l'innovazione e la tecnologia". "Solo alla fine ci sarà la discussione sulle regole contrattuali che non deve essere ideologica e deve servire per dare garanzie a chi negli ultimi venti anni non le ha mai avute", ha aggiunto Renzi, secondo cui il Job Act è "il succo delle idee per l'Italia nel prossimi anni, il centro di un puzzle la cui cornice è costituita dalla riforma della legge elettorale e dal taglio dei costi della politica".



Le reazioni alla proposta di Renzi - Le prime reazioni alla proposta di Renzi arrivano direttamente dal suo partito, con il presidente della commissione lavoro alla Camera, Cesare Damiano, secondo cui "dal Job Act ci aspettiamo chiarezza soprattutto per le tutele che spetteranno ai neo assunti". "Non vorremmo infatti - aggiunge Damiano - che si creasse un mercato del lavoro parallelo esclusivamente destinato ai giovani: una 'riserva' con meno diritti che renderebbe strutturale la divisione tra 'garantiti' e non. Quella stessa che, a  parole, tutti vorrebbero combattere, a partire dal segretario del Pd". Un altolà al sindaco di Firenze arriva invece dal segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero, secondo cui "Renzi dice che nel Job act la questione dell'articolo 18 è marginale. Visto che però non è marginale nella vita della maggioranza dei lavoratori, dica chiaramente che lo vuole ripristinare integralmente e la smetta di fare il furbo sulla pelle di chi lavora". Sarcastico invece il commento di Paolo Becchi, da molti considerato l'ideologo del Movimento 5 Stelle, che su Twitter scrive: "Lavoro flessibile. Renzi si è dato  alla moda. Non si può escludere che in futuro si dia all'ippica".

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