Salva-Roma, scontro sugli affitti d'oro del Parlamento

Politica

M5S e Lega: "Via la norma o facciamo ostruzionismo". Ma il governo pone la fiducia. Renzi: "Giusta l'idea dei grillini". Il leghista Buonanno agita in Aula un "forcone" di cartone. Oggi il Senato vota sulla legge di Stabilità. VIDEO

La vicenda degli affitti d'oro della Camera (22 milioni di euro all'anno sborsati per pagare il canone di vari edifici che ospitano uffici, tra questi il centralissimo palazzo Marini) tiene impegnata da due giorni l'aula di Montecitorio in un crescendo di accuse, denunce e colpi di scena. E mentre la Lega agita un forcone in aula ("Questo è il forcone della libertà" dice al termine del suo intervento il deputato del Carroccio Buonanno - IL VIDEO), il governo mette la fiducia sul decreto salva-Roma, che altrimenti rischierebbe di non essere convertito in legge in tempo utile, costringendo i deputati a restare a Roma un giorno di più.
Intanto, in serata arriva l'appoggio di Matteo Renzi alla battaglia dei Cinque Stelle. "Su questo hanno ragione, nessuno ha il monopolio delle buone idee", dice il segretario democratico da Fabio Fazio. "Non vedo perché alla Camera - aggiunge - non si debba fare qualche sacrificio ed accettare di avere uffici un po' più piccoli".

Ingorgo in Aula - Si preannuncia, dunque, una giornata di superaffollamento legislativo quella di lunedì 23 dicembre in Parlamento: mentre la Camera sarà infatti impegnata sul decreto Salva-Roma con la fiducia per superare l'ostruzionismo di Lega e M5S, l'aula del Senato darà l'ok finale, sempre con fiducia, alla Legge di Stabilità.
Tra le forze politiche, però, è scontro anche sul riassetto delle Province, dopo l'approvazione alla Camera del disegno di legge preparato dal governo.

Il caso affitti d'oro - Ma facciamo un passo indietro. Il caso affitti d'oro è scoppiato qualche giorno fa, quando in un decreto (la cosiddetta "manovrina") era stato approvato un emendamento del M5s che consente anche alla Camera e al Senato di recedere dagli affitti da loro stipulati, anche in mancanza della clausola rescissoria. In questo modo si sperava che l'amministrazione di Montecitorio potesse liberarsi del pesante fardello degli affitti multimilionari e trovare qualche altra sistemazione più a buon mercato. Peccato che in un altro decreto, il cosiddetto "salva Roma" si scopre che la norma era stata eliminata, rendendo di nuovo libera la Camera di versare i suoi affitti folli. Se ne accorgono nuovamente i Cinque Stelle, che gridano alla truffa: e così la Camera, nella notte tra venerdì e sabato, corre ai ripari e corregge la correzione. Sembra proprio che i contratti d'oro possano essere finalmente disdetti. 
Ma è una falsa illusione. Spulciando bene le carte, la Lega e il M5S scoprono che nella legge di stabilità (in procinto di essere definitivamente approvata lunedì 23 dicembre dal Senato) qualcuno ha piazzato un codicillo che neutralizza la norma anti-affitti. Di nuovo tutto in alto mare.

M5S e Lega minacciano ostruzionismo - Nel caos che segue, i leghisti e i cinque stelle chiedono a gran voce che il governo corregga subito il pasticcio intervenendo sul decreto salva-Roma, in discussione a Montecitorio. Il leghista Buonanno, che già guida l'ostruzionismo leghista contro il decreto, per rafforzare i suoi argomenti tira fuori da sotto il banco un forcone di cartone e lo agita in aula. La minaccia, neanche tanto velata, è di far saltare il decreto se la "porcata" (come viene subito ribattezzata in casa leghista e grillina) non viene subito cancellata. I 5 Stelle tuonano contro "la casta che ha trovato il modo di bloccare il nostro emendamento contro gli affitti d'oro". "E'una delle peggiori schifezze  viste in Parlamento", attacca il leghista Davide Caparini.

Il governo pone la fiducia - Il governo, però decide di seguire un'altra strada: pone la fiducia sul decreto salva-Roma, che sarà votata il 23 dicembre alle 14.30, e si impegna a risolvere (si spera una volta per tutte) l'intricata questione tra qualche giorno. Lo farà nel decreto milleproroghe, che uscirà da palazzo Chigi il 27 dicembre.
Lega e M5s restano sul chi vive. Hanno ancora un'arma da sfruttare: se il governo non manterrà la promessa, riapriranno le ostilità il 27 alla Camera quando, archiviata la fiducia, si tratterà di dare il via libera al decreto salva Roma con il voto finale sul provvedimento.

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