Secondo fonti dell'esecutivo citate dal Financial Times il Guardasigilli potrebbe lasciare. Alfano: "Ribadiamo il sostegno al ministro". Il procuratore Caselli: nessun soggetto iscritto nel registro degli indagati. Atti inviati a Roma
Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, nella bufera per le telefonate ai Ligresti, non è indagata dalla Procura di Torino in relazione alle sue dichiarazioni ai magistrati circa le telefonate intercorse con la famiglia di immobiliaristi.
"Nessun soggetto - ha fatto sapere Giancarlo Caselli - è stato iscritto nel registro degli indagati" dalla Procura di Torino, che ha invece "formato un fascicolo modello K di atti relativi a fatti nei quali non si ravvisano reati allo stato degli atti, ma che possono richiedere approfondimenti". La nota precisa infine che "il fascicolo sarà trasferito alla procura di Roma in quanto territorialmente competente".
Ma è il fronte politico quello che preoccupa maggiormente il ministro. Dopo l'affondo di Pippo Civati (che proporrà ai democratici di presentare una loro mozione di sfiducia) è soprattutto dalle fibrillazioni in casa Pd che potrebbe arrivare, da qui a tre giorni, uno scossone capace di far traballare la sua poltrona, inducendola a quel passo indietro necessario per non far cadere il governo.
Giànella mattinata di lunedì 18 novembre, fonti del governo avevano riferito al Financial Times che il Guardasigilli potrebbe dimettersi prima del voto sulla mozione di sfiducia dei Cinque Stelle di mercoledì in Parlamento. Ma da Palazzo Chigi fanno sapere che la posizione di fiducia da parte dell'esecutivo non cambia. E che in caso di nuovi accadimenti "si valuterà con attenzione" il da farsi. "Abbiamo già dato il nostro sostegno al ministro Cancellieri e lo ribadiamo, confortati anche dalle notizie odierne", ha aggiunto Angelino Alfano.
Decisiva per il futuro del Guardasigilli sarà in ogni caso l'assemblea del gruppo parlamentare dei democratici in cui il Pd deciderà il da farsi e emergerà in maniera chiara se la maggioranza del partito è pronta a votarle la sfiducia. Intanto già circola qualche nome sul suo eventuale sostituto, da quello di Michele Vietti, vice presidente del Csm, a quello di Giuliano Amato, ex ministro, ex presidente del Consiglio e oggi giudice della Corte Costituzionale.
Oggi 18 novembre per la Guardasigilli non risultano in calendario appuntamenti pubblici né incontri a Palazzo Chigi o al Colle, dopo quelli intercorsi venerdì con Letta e Napolitano. Anche il pacchetto di provvedimenti sulla giustizia che gli uffici competenti di via Arenula avevano messo a punto e che dovevano approdare al Consiglio dei ministri di questa settimana resta congelato.
Dal ministero, inoltre, fanno sapere che non c'è alcuna iniziativa in atto per verificare la correttezza della procedura seguita dei pm di Torino, ribadita dal procuratore generale Maddalena ieri 17 novembre in una lettera a La Stampa.
"Nessun soggetto - ha fatto sapere Giancarlo Caselli - è stato iscritto nel registro degli indagati" dalla Procura di Torino, che ha invece "formato un fascicolo modello K di atti relativi a fatti nei quali non si ravvisano reati allo stato degli atti, ma che possono richiedere approfondimenti". La nota precisa infine che "il fascicolo sarà trasferito alla procura di Roma in quanto territorialmente competente".
Ma è il fronte politico quello che preoccupa maggiormente il ministro. Dopo l'affondo di Pippo Civati (che proporrà ai democratici di presentare una loro mozione di sfiducia) è soprattutto dalle fibrillazioni in casa Pd che potrebbe arrivare, da qui a tre giorni, uno scossone capace di far traballare la sua poltrona, inducendola a quel passo indietro necessario per non far cadere il governo.
Giànella mattinata di lunedì 18 novembre, fonti del governo avevano riferito al Financial Times che il Guardasigilli potrebbe dimettersi prima del voto sulla mozione di sfiducia dei Cinque Stelle di mercoledì in Parlamento. Ma da Palazzo Chigi fanno sapere che la posizione di fiducia da parte dell'esecutivo non cambia. E che in caso di nuovi accadimenti "si valuterà con attenzione" il da farsi. "Abbiamo già dato il nostro sostegno al ministro Cancellieri e lo ribadiamo, confortati anche dalle notizie odierne", ha aggiunto Angelino Alfano.
Decisiva per il futuro del Guardasigilli sarà in ogni caso l'assemblea del gruppo parlamentare dei democratici in cui il Pd deciderà il da farsi e emergerà in maniera chiara se la maggioranza del partito è pronta a votarle la sfiducia. Intanto già circola qualche nome sul suo eventuale sostituto, da quello di Michele Vietti, vice presidente del Csm, a quello di Giuliano Amato, ex ministro, ex presidente del Consiglio e oggi giudice della Corte Costituzionale.
Oggi 18 novembre per la Guardasigilli non risultano in calendario appuntamenti pubblici né incontri a Palazzo Chigi o al Colle, dopo quelli intercorsi venerdì con Letta e Napolitano. Anche il pacchetto di provvedimenti sulla giustizia che gli uffici competenti di via Arenula avevano messo a punto e che dovevano approdare al Consiglio dei ministri di questa settimana resta congelato.
Dal ministero, inoltre, fanno sapere che non c'è alcuna iniziativa in atto per verificare la correttezza della procedura seguita dei pm di Torino, ribadita dal procuratore generale Maddalena ieri 17 novembre in una lettera a La Stampa.