Il segretario incontra il Cavaliere a Palazzo Grazioli. Il sostegno al governo e maggiore democrazia nel partito tra i punti che avrebbe sottoposto all'ex premier. Coppi: "Tramontata l'ipotesi della grazia". Franceschini: "Voto su decadenza non slitterà"
Nel Pdl si cerca di ricomporre la frattura tra Berlusconi e Alfano con un incontro a palazzo Grazioli per cercare di ricucire lo strappo tra governativi e lealisti, in vista del Consiglio nazionale del partito previsto per sabato. Prima del faccia a faccia con il Cavaliere nella serata di mercoledì 13 novembre, il segretario del Pdl ha incontrato i cosiddetti governativi per fare il punto della situazione.
Dalla riunione Alfano sarebbe uscito con tre punti fermi da sottoporre a Berlusconi. Sostegno al governo Letta, no al voto anticipato e l’impegno a costruire un partito democratico sono le condizioni che il vicepremier avrebbe posto al Cavaliere. Punti difficili da far digerire a Berlusconi, che solo nella serata di martedì 12 novembre ha ribadito: "Impossibile continuare a collaborare con chi vuole la mia fine".
Alfano, nell’incontro con le cosiddette colombe, ha fatto riferimento anche all’intervista al Corriere della Sera che ha suscitato un duro affondo nei suoi confronti da parte del lealista Raffaele Fitto: "Pensavo di avere fatto un'intervista equilibrata al Corriere. Ho ricevuto il solito fuoco di dichiarazioni offensive e già questo dà la misura di un problema - ha detto Alfano - questo accade ogni volta che il presidente Berlusconi butta il ponte levatoio nel tentativo di costruire una nuova unità. E' evidente che questa unità questi affetti dal virus della dichiarazione non la vogliono. A Berlusconi ribadirò la nostra idea di partito".
Intanto la tensione sulla decadenza di Berlusconi rende incandescenti i rapporti col Pd, che esclude qualunque slittamento del voto previsto in Senato per il 27 novembre. "E' stato fissato il 27 novembre. E' bene che per quel giorno la legge stabilità sia ampiamente votata e quindi sono sicuro che la data resterà il 27" ha detto il ministro Franceschini.
Dalla riunione Alfano sarebbe uscito con tre punti fermi da sottoporre a Berlusconi. Sostegno al governo Letta, no al voto anticipato e l’impegno a costruire un partito democratico sono le condizioni che il vicepremier avrebbe posto al Cavaliere. Punti difficili da far digerire a Berlusconi, che solo nella serata di martedì 12 novembre ha ribadito: "Impossibile continuare a collaborare con chi vuole la mia fine".
Alfano, nell’incontro con le cosiddette colombe, ha fatto riferimento anche all’intervista al Corriere della Sera che ha suscitato un duro affondo nei suoi confronti da parte del lealista Raffaele Fitto: "Pensavo di avere fatto un'intervista equilibrata al Corriere. Ho ricevuto il solito fuoco di dichiarazioni offensive e già questo dà la misura di un problema - ha detto Alfano - questo accade ogni volta che il presidente Berlusconi butta il ponte levatoio nel tentativo di costruire una nuova unità. E' evidente che questa unità questi affetti dal virus della dichiarazione non la vogliono. A Berlusconi ribadirò la nostra idea di partito".
Intanto la tensione sulla decadenza di Berlusconi rende incandescenti i rapporti col Pd, che esclude qualunque slittamento del voto previsto in Senato per il 27 novembre. "E' stato fissato il 27 novembre. E' bene che per quel giorno la legge stabilità sia ampiamente votata e quindi sono sicuro che la data resterà il 27" ha detto il ministro Franceschini.