Pdl, governativi minacciano di disertare Consiglio Nazionale

Politica

Cicchitto: “Clima di scontro per cui sembra che vengano meno le condizioni per un dibattito sereno”. Ma Alfano lancia un appello: “Lavoriamo fino all’ultimo per tenere unito il nostro movimento”. Slitta al 13 novembre il vertice dei ministri del partito

E’ tensione nel Pdl in vista del Consiglio Nazionale di sabato 16 novembre che sancirà il ritorno di Forza Italia. Fabrizio Cicchitto avvisa che "nelle ultime ore c'è stata la radicalizzazione dello scontro da parte di fuochisti, lealisti e falchi, per cui sembra che vengano meno le condizioni per un dibattito sereno". Quindi, siccome per l'ex capogruppo alla Camera del Congresso Nazionale Pdl atteso per sabato "non è chiaro l'ordine del giorno e neanche il contesto nel quale una riunione così delicata dovrebbe svolgersi", ecco i "dubbi sulla nostra partecipazione", dubbi "meritevoli di approfondimento". Insomma, i governativi dicono sempre più apertamente che potrebbero disertare il Congresso Nazionale. Anche se poi è un più felpato Gaetano Quagliariello a lasciar intravvedere un diverso finale: "Sabato il campionato fa una giornata di sosta. Vedrete". Si giochi o meno, il 'derby' tutto interno al Pdl continua a essere accompagnato da scambi polemici senza troppi complimenti tra le diverse anime del partito. Intanto, slitta al 13 novembre, quando dovrebbe anche essere reso noto il documento annunciato l’11 novembre, la riunione tra Alfano e i 'governativi'. Non un segnale di una frenata ma un modo, spiegano, per capire le reali intenzioni di Silvio Berlusconi e per evitare ora uno scontro.

Alfano lancia un appello per l’unità
– Ed è lo stesso Alfano a lanciare un appello (VIDEO): "Noi lavoriamo fino all'ultimo istante disponibile per tenere unito il nostro movimento nella consapevolezza che il leader è un uomo, cioè Silvio Berlusconi, vittima di una grande ingiustizia giudiziaria". Ingiustizia, ha spiegato, "sulla quale il Pd sta applicando anche in modo retroattivo una norma che è irretroattiva perché afflittiva penale. Noi ribadiamo anche che il nostro presidente Berlusconi si è sempre comportato da uomo di Stato e comportandosi così ha avuto sempre un grande premio da parte dell'elettorato e così pensiamo che potrà continuare ad esserlo". E sulle parole del Cavaliere, che ha avvertito i ministri del Pdl di ricordarsi di quello che è accaduto con Fini, il vicepremier dice: "Non era una minaccia perché lo conosco e perché non poteva esserlo".

Bondi: "Imbarazzante restare in Parlamento se Berlusconi decade" - Dall'entourage più stretto del Cavaliere, è Mariarosaria Rossi a dirsi "certa che ancora una volta il presidente Berlusconi saprà convertire" le "differenze in nuova e ritrovata unità" e a ricordare che "il presidente Berlusconi, dal giorno in cui è sceso in politica e ha creato Forza Italia, oltre ad esserne sempre stato il leader indiscusso ne è stato, con coraggio e passione, anche il simbolo dell'unità". Un'altra stoccata nei confronti dei critici arriva da Sandro Bondi: "Sarebbe paradossale e difficilmente sopportabile se avvenisse la defenestrazione dal Parlamento, per volontà del Pd, del leader del centrodestra che ha reso possibile la nascita del governo di larghe intese", dice l'esponente Pdl che ritiene "quantomeno imbarazzante per i parlamentari del Pdl, eletti grazie ai consensi ottenuti dal presidente Berlusconi, restare tranquillamente sui loro scranni dopo la decadenza del proprio leader".

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