Berlusconi azzera le cariche del Pdl. Alfano al bivio

Politica

Il Cavaliere annuncia il ritorno a Forza Italia in vista dell'8 dicembre, dove si consumerà la resa dei conti. Lupi: "Nessuna scissione". Cicchitto: "Per sciogliere il partito servono 2/3 del consiglio". Libero: "Al voto con Marina". RASSEGNA STAMPA

Dopo che l’ufficio di presidenza del Pdl ha stabilito l'azzeramento di tutte le cariche del Pdl e il ritorno a Forza Italia che sarà sancito al consiglio nazionale dell’8 dicembre, si profila nel partito la resa dei conti tra i fedelissimi di Berlusconi (per cui sarà impossibile restare al governo se in Senato verrà votata la decadenza del Cavaliere) e i sostenitori dell’esecutivo.

Dopo lo strappo del Cavaliere, consumato in una riunione disertata dalle colombe Alfano, Schifani e Formigoni, i cosiddetti "alfaniani" si trovano ora a fare i conti con una linea che sembra volerli mettere all'angolo.
Dalle colonne del Corriere della Sera il ministro Lupi cerca di smorzare i toni: "Non ci sarà nessuna scissione, noi lavoriamo per un partito unito intorno al suo leader Silvio Berlusconi" e ancora “l’8 dicembre non ci sarà una resa dei conti, ma un confronto leale”.
Pù duro Roberto Formigoni che, in un'intervista La Stampa, definisce  l’annuncio che ne è scaturito "un atto di ostilità" e "un gesto provocatorio". E sottolinea che non può essere l’ufficio di presidenza a sciogliere il partito. Dello stesso avviso Fabrizio Cicchitto, che a la Repubblica sottolinea che "per farlo servono i due terzi del consiglio nazionale".
Ma secondo la ricostruzione del quotidiano diretto da Ezio Mauro il segretario Alfano, punto di riferimento delle colombe nel partito, potrebbe alla fine puntare alla "separazione consensuale", con "due partiti distinti" ma "federati". Ipotesi riportata anche da La Stampa, secondo cui anche il Cavaliere starebbe riflettendo sull'idea di "dar vita a due partiti diversi ma alleati tra loro".
"Separati in casa" è il titolo di Libero che rivela come il Cavaliere sarebbe intenzionato a tornare al voto in primavera con la figlia Marina (nome ricorrente, ma finora mai confermato) come candidato premier.

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