Compravendita senatori, Renzi: "Sappiamo chi è Berlusconi"

Politica

Dopo il rinvio a giudizio dell’ex premier a Napoli, il sindaco di Firenze attacca: “Da questo punto di vista lui è molto trasparente, per questo non l’ho mai votato”. Santanché: “Accuse ridicole”. Quagliariello: “Va difeso, ma no a una crisi di governo”

Da un lato Matteo Renzi, che non mostra alcun segno di sorpresa. Dall’altro Daniela Santanché, che parla di accuse ridicole. Il giorno dopo la notizia del rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi a Napoli per la presunta compravendita di senatori nel 2006 per far cadere il governo Prodi, il clima politico torna a farsi incandescente.
Il sindaco di Firenze, candidato alle primarie del Pd dell’8 dicembre, intervenendo a Radio Dj, spiega: "Chi è Berlusconi è chiaro, da questo punto di vista lui è molto trasparente e questo è il motivo per cui mai l'ho votato e mai lo voterei". Come a dire, di cosa vi sorprendete?

A non essere d’accordo con lui è invece la “pitonessa” del Pdl, Daniele Santanché, una dei cosiddetti “falchi” del partito del premier. "Rinviare Berlusconi a giudizio sulla compravendita dei senatori è ridicolo”, ha detto intervenendo a La7. Santanché ribadisce la necessità urgente della riforma della giustizia e non ritiene ci saranno ripercussioni sul governo per le notizie che giungono dal tribunale di Napoli. "Ormai lo sport preferito di alcuni è accusare Berlusconi - commenta l'esponente del Pdl - la procura di Napoli potrebbe iscriversi al club della pacificazione e ci sono procure che si comportano come Santoro nella sua trasmissione, che ascoltano persone che hanno  altri motivi per accusare il presidente Berlusconi (il riferimento all’intervista alla Bonev, ndr). Ormai questo paese è così, ne prendiamo atto ma combatteremo fino alla fine".
Non tutti, però, nel Pdl auspicano una rottura come invece vorrebbe la Santanché. Il ministro per le Riforme, Gaetano Quagliariello, annoverabile tra le cosiddette “colombe” del partito, torna infatti a blindare il governo. "Penso – ha detto parlando su RaiTre – che ci sia stata in Italia una persecuzione giudiziaria nei confronti di Berlusconi, che credo vada difeso. La sua difesa va coniugata con ciò che serve al Paese, che in questo momento non si può permettere una crisi di governo".

Per Paolo Gentiloni (Pd), tuttavia, il nuovo processo a carico di Berlusconi non fa altro che gettare “sale su ferite già aperte”. "Quando abbiamo preso atto dello stato di necessità imposto dal risultato delle elezioni, dando vita alle larghe intese, sapevamo che non le stavamo facendo con Madre Teresa di Calcutta – ha detto Gentiloni in un’intervista a Repubblica –. Certo, il rinvio a giudizio, il concretizzarsi di quella che da tempo era una convinzione politica, e cioè che dietro la caduta del governo ci fosse stato un lavoro di acquisizione di parlamentari, in questo momento è sale gettato su ferite già aperte. Quello che manca, è un balsamo che le sani".

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