Critiche al presidente del Senato, che ritiene che nel voto segreto possano confluire interessi diversi. Brunetta: "Fazioso". Nel partito divisioni anche sul legame tra la sorte del Cavaliere e la crisi di governo. Per Lupi è da escludere, per Gelmini no
E' ancora viva la polemica politica sul dibattito se la decadenza di Silvio Berlusconi dal Parlamento debba essere votata dall'aula di Palazzo Madama a scrutinio segreto o palese. I capigruppo del Pdl hanno criticato alcune dichiarazioni rilasciate ieri, martedì 22 ottobre, dal presidente del Senato Pietro Grasso secondo il quale nel voto segreto potrebbero confluire motivazioni "diverse" dal tema della decadenza. "Se invece il voto sarà palese, tutto sarà più chiaro" ha detto Grasso.
Per Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl, tali dichiarazioni non sarebbero "da presidente del Senato, ma da uomo di parte, anzi di fazione". "Ritenere come dice Grasso che i senatori col voto segreto possano rispondere a 'interessi diversi' dalla coscienza è una insinuazione gravissima, che va contro il ruolo di garante della dignità dei parlamentari", aggiunge Brunetta. Sulla stessa linea anche il presidente dei senatori del Pdl Renato Schifani: "E' molto grave che il presidente Grasso ipotizzi il voto palese, essendo il Regolamento sul punto chiaro ed inequivocabile. Sospettare, poi, che attraverso il voto segreto i senatori possano perseguire interessi diversi rispetto alla propria coscienza è incredibile. Un chiarimento sarebbe quantomeno opportuno".
Sull’eventuale legame tra la decadenza di Berlusconi e una crisi di governo il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, in un’intervista ad Avvenire, assicura: “L’equazione decadenza-crisi non c’è più. La crisi di governo è una pagina chiusa. Tre settimane fa si è votata una fiducia al governo Letta e si è preso un impegno: attuare il programma e lavorare fino al marzo 2015. Solo in quel momento tireremo le somme. Non c'è spazio per nuove tentazioni: non capirlo renderebbe deboli governo e Paese”. Un’opinione non condivisa da Mariastella Gelmini. "Espellere dal Parlamento una rappresentanza politica e con lui milioni di italiani che hanno votato Berlusconi senza avere nemmeno concesso un ricorso alla corte Costituzionale o alla Corte europea per verificare l'applicabilità e la legittimità costituzionale della Legge Severino credo sia un fatto gravissimo e lacerante per i rapporti interni alla maggioranza" dice a Omnibus, su La7.
Dopo la fine dei lavori della giunta per le Immunità che ha proposto all'Aula di votare la decadenza del leader del Pdl in base alla legge Severino in seguito alla condanna definitiva nel processo Mediaset, è atteso che il Senato possa votare sul tema verso la fine del prossimo mese, a conclusione della sessione di bilancio. La giunta per il Regolamento di Palazzo Madama dovrà decidere se ammettere o no sulla questione l'eventuale richiesta in aula di un voto a scrutinio segreto, tema sul quale da alcune settimane si è accesa la polemica politica.
Per Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl, tali dichiarazioni non sarebbero "da presidente del Senato, ma da uomo di parte, anzi di fazione". "Ritenere come dice Grasso che i senatori col voto segreto possano rispondere a 'interessi diversi' dalla coscienza è una insinuazione gravissima, che va contro il ruolo di garante della dignità dei parlamentari", aggiunge Brunetta. Sulla stessa linea anche il presidente dei senatori del Pdl Renato Schifani: "E' molto grave che il presidente Grasso ipotizzi il voto palese, essendo il Regolamento sul punto chiaro ed inequivocabile. Sospettare, poi, che attraverso il voto segreto i senatori possano perseguire interessi diversi rispetto alla propria coscienza è incredibile. Un chiarimento sarebbe quantomeno opportuno".
Sull’eventuale legame tra la decadenza di Berlusconi e una crisi di governo il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, in un’intervista ad Avvenire, assicura: “L’equazione decadenza-crisi non c’è più. La crisi di governo è una pagina chiusa. Tre settimane fa si è votata una fiducia al governo Letta e si è preso un impegno: attuare il programma e lavorare fino al marzo 2015. Solo in quel momento tireremo le somme. Non c'è spazio per nuove tentazioni: non capirlo renderebbe deboli governo e Paese”. Un’opinione non condivisa da Mariastella Gelmini. "Espellere dal Parlamento una rappresentanza politica e con lui milioni di italiani che hanno votato Berlusconi senza avere nemmeno concesso un ricorso alla corte Costituzionale o alla Corte europea per verificare l'applicabilità e la legittimità costituzionale della Legge Severino credo sia un fatto gravissimo e lacerante per i rapporti interni alla maggioranza" dice a Omnibus, su La7.
Dopo la fine dei lavori della giunta per le Immunità che ha proposto all'Aula di votare la decadenza del leader del Pdl in base alla legge Severino in seguito alla condanna definitiva nel processo Mediaset, è atteso che il Senato possa votare sul tema verso la fine del prossimo mese, a conclusione della sessione di bilancio. La giunta per il Regolamento di Palazzo Madama dovrà decidere se ammettere o no sulla questione l'eventuale richiesta in aula di un voto a scrutinio segreto, tema sul quale da alcune settimane si è accesa la polemica politica.