Il Cavaliere invita i membri dell'esecutivo a "non rendersi complici dell'aumento Iva". Il premier replica: serve solo a coprire le vicende personali del leader di Forza Italia. Epifani: irresponsabili. I numeri del Parlamento con la crisi. LA CRONACA
Berlusconi stacca la spina al governo Letta e, con una nota, fa dimettere i ministri del Pdl: "Invito la delegazione del Popolo della Libertà al governo a valutare l'opportunità di presentare immediatamente le proprie dimissioni per non rendersi complici, e per non rendere complice il Popolo della Libertà, di una ulteriore odiosa vessazione imposta dalla sinistra agli italiani". Il riferimento è all'aumento dell'Iva che doveva slittare a gennaio ma a causa delle divisioni in maggioranza dovrebbe diventare effettivo da ottobre. "La decisione assunta dal Presidente del Consiglio di congelare l'attività di governo - prosegue Berlusconi - determinando in questo modo l'aumento dell'Iva è una grave violazione dei patti su cui si fonda questo governo, contraddice il programma presentato alle Camere dallo stesso Premier e ci costringerebbe a violare gli impegni presi con i nostri elettori durante la campagna elettorale e al momento in cui votammo la fiducia a questo esecutivo da noi fortemente voluto". "Per queste ragioni, l'ultimatum lanciato dal Premier e dal Partito Democratico agli alleati di governo sulla pelle degli italiani, appare irricevibile e inaccettabile".
Una conferma a questa decisione è arrivata poco dopo dal vicepremier Alfano: "I ministri del Pdl rassegnano le proprie dimissioni", ha fatto sapere tramite la sua portavoce, dicendo di parlare a nome di tutta la delegazione del Popolo della Libertà.
La reazione di Palazzo Chigi - Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, è stato informato in anticipo dal vicepremier Angelino Alfano di quanto Berlusconi aveva deciso ed è in costante contatto con il Capo dello Stato. Il premier ha chiesto che il chiarimento avvenga in Parlamento, "alla luce del sole e di fronte ai cittadini". E successivamente ha twittato: "Berlusconi rovescia frittata, italiani non abbocchino!"
Il premier ha poi ribadito: "Berlusconi per cercare di giustificare il gesto folle e irresponsabile di oggi, tutto finalizzato esclusivamente a coprire le sue vicende personali, tenta di rovesciare la frittata utilizzando l'alibi dell'Iva. La responsabilità dell'aumento dell'Iva è invece proprio di Berlusconi e della sua decisione di far dimettere i propri parlamentari mercoledì, fatto senza precedenti, che priva il Parlamento e la maggioranza della certezza necessaria per assumere provvedimenti che vanno poi convertiti".
La decisione non è stata gradita da tutti gli esponenti del Pdl. Fabrizio Cicchitto ha criticato le modalità con cui si è arrivati alle dimissioni dei ministri. Prima di arrivare a questo passo, ha spiegato, sarebbe stata necessaria "una discussione approfondita" negli organismi dirigenti e nei gruppi parlamentari del partito.
Pd: azione di sfascio - Il segretario del Pd Guglielmo Epifani ha parlato di "ulteriore azione di sfascio. Aprono formalmente nei fatti una crisi. L'irresponsabilità sta salendo a livelli che non erano razionalmente valutabili". Per il viceministro Stefano Fassina (Pd), "non si andrà ad elezioni perché troveremo una soluzione in Parlamento: sono sicuro che in Parlamento c'è una maggioranza in grado di evitarlo".
M5S, Sel e Lega vogliono le urne - I partiti al momento all'opposizione concordano sulla necessitò di andare alle urne. Lo chiede il capogruppo alla Camera del M5S Nuti ai microfoni di SkyTG24: "Subito al voto per mandare a casa questa classe politica". Ancora più duro il leader Beppe Grillo sul suo blog: "Andare al voto per vincere e salvare l'Italia. Napolitano non si opponga, deve rassegnare le dimissioni. E' a lui che dobbiamo questo impasse. Alle sue alchimie va attribuito lo sfacelo istituzionale attuale".
Il leader di Sel Nichi Vendola chiede che il Pd "chiuda subito la stagione infelice dell'alleanza con il Caimano e dia vita a una maggioranza per la riforma della legge elettorale e per una legge di stabilità". Anche la Lega vuole le elezioni attraverso il suo segretario Roberto Maroni: "Bene le dimissioni dei ministri del Pdl, ed ora elezioni subito per vincere e per dare un governo stabile e amico del Nord, che dia risposte ai problemi delle imprese. Cosa che il Governo Letta non ha fatto".
La ricusazione dei membri della Giunta - In giornata Berlusconi aveva presentato una memoria difensiva in Giunta chiedendo la ricusazione di 10 senatori che hanno già preso posizione sulla sua decadenza. Il passo indietro permetterebbe "la formazione di un collegio giudicante quantomeno apparentemente imparziale". Inoltre ha annunciato che non si presenterà davanti alla commissione perché "sarebbe una mera sceneggiata in un copione già ampiamente scritto". Infine ha chiesto che la Giunta "sospenda il giudizio in attesa della decisione della Corte Europea".
Napolitano: No a campagne elettorali permanenti - In giornata, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva ribadito che "Non abbiamo bisogno di campagne elettorali a getto continuo, abbiamo bisogno di un Parlamento che discuta e lavori e non che ogni tanto si sciolga".
La cronaca della giornata:
Una conferma a questa decisione è arrivata poco dopo dal vicepremier Alfano: "I ministri del Pdl rassegnano le proprie dimissioni", ha fatto sapere tramite la sua portavoce, dicendo di parlare a nome di tutta la delegazione del Popolo della Libertà.
La reazione di Palazzo Chigi - Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, è stato informato in anticipo dal vicepremier Angelino Alfano di quanto Berlusconi aveva deciso ed è in costante contatto con il Capo dello Stato. Il premier ha chiesto che il chiarimento avvenga in Parlamento, "alla luce del sole e di fronte ai cittadini". E successivamente ha twittato: "Berlusconi rovescia frittata, italiani non abbocchino!"
Il premier ha poi ribadito: "Berlusconi per cercare di giustificare il gesto folle e irresponsabile di oggi, tutto finalizzato esclusivamente a coprire le sue vicende personali, tenta di rovesciare la frittata utilizzando l'alibi dell'Iva. La responsabilità dell'aumento dell'Iva è invece proprio di Berlusconi e della sua decisione di far dimettere i propri parlamentari mercoledì, fatto senza precedenti, che priva il Parlamento e la maggioranza della certezza necessaria per assumere provvedimenti che vanno poi convertiti".
La decisione non è stata gradita da tutti gli esponenti del Pdl. Fabrizio Cicchitto ha criticato le modalità con cui si è arrivati alle dimissioni dei ministri. Prima di arrivare a questo passo, ha spiegato, sarebbe stata necessaria "una discussione approfondita" negli organismi dirigenti e nei gruppi parlamentari del partito.
Pd: azione di sfascio - Il segretario del Pd Guglielmo Epifani ha parlato di "ulteriore azione di sfascio. Aprono formalmente nei fatti una crisi. L'irresponsabilità sta salendo a livelli che non erano razionalmente valutabili". Per il viceministro Stefano Fassina (Pd), "non si andrà ad elezioni perché troveremo una soluzione in Parlamento: sono sicuro che in Parlamento c'è una maggioranza in grado di evitarlo".
M5S, Sel e Lega vogliono le urne - I partiti al momento all'opposizione concordano sulla necessitò di andare alle urne. Lo chiede il capogruppo alla Camera del M5S Nuti ai microfoni di SkyTG24: "Subito al voto per mandare a casa questa classe politica". Ancora più duro il leader Beppe Grillo sul suo blog: "Andare al voto per vincere e salvare l'Italia. Napolitano non si opponga, deve rassegnare le dimissioni. E' a lui che dobbiamo questo impasse. Alle sue alchimie va attribuito lo sfacelo istituzionale attuale".
Il leader di Sel Nichi Vendola chiede che il Pd "chiuda subito la stagione infelice dell'alleanza con il Caimano e dia vita a una maggioranza per la riforma della legge elettorale e per una legge di stabilità". Anche la Lega vuole le elezioni attraverso il suo segretario Roberto Maroni: "Bene le dimissioni dei ministri del Pdl, ed ora elezioni subito per vincere e per dare un governo stabile e amico del Nord, che dia risposte ai problemi delle imprese. Cosa che il Governo Letta non ha fatto".
La ricusazione dei membri della Giunta - In giornata Berlusconi aveva presentato una memoria difensiva in Giunta chiedendo la ricusazione di 10 senatori che hanno già preso posizione sulla sua decadenza. Il passo indietro permetterebbe "la formazione di un collegio giudicante quantomeno apparentemente imparziale". Inoltre ha annunciato che non si presenterà davanti alla commissione perché "sarebbe una mera sceneggiata in un copione già ampiamente scritto". Infine ha chiesto che la Giunta "sospenda il giudizio in attesa della decisione della Corte Europea".
Napolitano: No a campagne elettorali permanenti - In giornata, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva ribadito che "Non abbiamo bisogno di campagne elettorali a getto continuo, abbiamo bisogno di un Parlamento che discuta e lavori e non che ogni tanto si sciolga".
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