Decadenza Berlusconi, scontro sul calendario della Giunta

Politica

Manca l'unanimità sui tempi dei lavori. Stefàno: "Pdl vuole votare giovedì 19". Il Pd si oppone. Letta: "Instabilità costa". Renzi: "Partita finita, game over". Alfano replica: "Non si dimetterà". La figlia del Cavaliere: "Mio padre non è un delinquente"

Dopo l'intesa raggiunta nella serata di martedì 10 settembre sulla procedura da seguire per il caso della decadenza di Silvio Berlusconi, mercoledì non si è raggiunta l'unanimità nella decisione sul calendario dei lavori che dovrebbe seguire la Giunta del Senato. "In assenza dell'unanimità - spiega Stefania Pezzopane (Pd) - dovrà essere giovedì il presidente a proporre il calendario".

"Il clima si è di nuovo avvelenato", ha detto il senatore del Psi Enrico Buemi, che ha abbandonato per protesta i lavori. A SkyTG24 ha accusato gli alleati di governo spiegando che "c'è la volonta di mettere in discussione l'esistenza dell'esecutivo".
Parole che arrivano mentre Barbara Berlusconi, figlia dell'ex premier, torna a difendere il padre: "Non è un delinquente, la sua è invece una storia imprenditoriale e politica".

Stefàno: ultima proposta del Pdl, votare 19 settembre  -
A SkyTG24 Dario Stefàno, presidente della Giunta per le Immunità del Senato, rassicura sui tempi: "E' immaginabile che la Giunta possa concludere l'iter e consegnare la sua proposta al Senato prima che la Corte d'appello di Milano riformuli la pena accessoria per Silvio Berlusconi". Stefàno ha poi specificato che "l'ultima proposta del capogruppo Pdl in giunta è di arrivare al voto giovedì 19".

I commenti di Alfano e Bersani - In serata arriva il commento di Angelino Alfano: "Non credo che Silvio Berlusconi si dimetterà prima del voto del Senato sulla decadenza". Il vicepremier, a SkyTG24, si chiede il perché della fretta del Pd di arrivare al voto. "Con onestà si dica quanto ci è voluto le altre volte perché la giunta avesse approfondito le questioni di diritto". In diretta è arrivata la replica di Pier Luigi Bersani: "Noi ci comportiamo come ci comporteremmo se toccasse a uno dei nostri. Ma non possiamo permettere che questa cosa si trascini nel senso comune degli italiani per dieci anni". L'ex segretario Pd ha aggiunto: "Non avremo soluzioni ad personam, ma nel rispetto della legge".

Letta: "Instabilità costa miliardi a Paese" - Anche il premier Letta è intervenuto sulla possibile crisi di governo dovuta al voto in Giunta. Parlando in Senato del "grande risultato" ottenuto al G20 di San Pietroburgo, il presidente del Consiglio ha ammonito sul rischio che l'instabilità politica renda inutili i sacrifici fatti: "Questo riconoscimento possiamo rovinarlo in un attimo, basta che buttiamo via la stabilità conquistata con fatica e torniamo facilmente in condizione di grandissima difficoltà".

Renzi: "Partita di Berlusconi finita, game over" - Secondo il sindaco di Firenze Matteo Renzi: "Ora è arrivata una sentenza definitiva che ha detto che è colpevole. Berlusconi la ritiene una sentenza ingiusta, altri pensano che sia sacrosanta. Ma in un qualsiasi Paese dove un leader politico viene condannato, la partita è finita. Game over". L'esponente Pd, parlando a "Porta a Porta" ha aggiunto che è giusto parlare di "stabilità" ma "una cosa è la stabilità, l'altra l'immobilismo: noi abbiamo bisogno di un cambiamento radicale dell'Italia".

Grillo: "Fuori i delinquenti dal Parlamento" - Beppe Grillo torna invece a difendere i suoi parlamentari. Lo fa intervenendo sul blog dopo la bagarre di martedì 10 in Aula alla Camera seguita al via libera al ddl sulle riforme costituzionali. Titolo del post "Moralisti del ca..o", un titolo che prende spunto da  uno dei turpiloqui diretti ieri ai grillini in Aula, come testimonia  un video postato dallo stesso leader M5S. Il leader pentastellato torna a chiedere un ritorno immediato alle urne: "Al voto subito. Fuori i delinquenti dal Parlamento!".

Brunetta: se decade Berlusconi, la maggioranza di Letta non c'è - Intanto il capogruppo alla Camera del Pdl Renato Brunetta torna a minacciare la stabilità dell'esecutivo: "Se il Pd voterà con Sel e M5S per la decadenza di Berlusconi, Letta dovrebbe prendere atto che la maggioranza è cambiata su un voto politico e non giuridico". Per Brunetta "qualcuno ha frenato il Pd, penso il Colle". Dice invece basta con i ricatti dal centrodestra il capogruppo di Sel Migliore, auspicando "un governo di scopo senza Letta-bis, almeno per cambiare la legge elettorale". Poi ha aggiunto: "Di che cosa ha paura il Partito democratico? Se il Pd arriverà all'assassinio politico" di Berlusconi "la caduta del governo sarà conseguente".

Schifani: "No rottura, serve governabilità" - Il capogruppo Pdl al Senato Renato Schifani cerca invece di conciliare le parti: "Tutti i partiti dovrebbero rendersi conto che è interesse del Paese quello di assicurargli una governabilità. Berlusconi ha voluto fortemente questo governo, non abbiamo nessun interesse a interrompere quest'esperienza". L'ex presidente di Palazzo Madama ha aggiunto: "Speriamo che atteggiamenti come quelli di lunedì" in Giunta "non debbano più ripetersi. Abbiamo alzato la voce perché ci siamo resi conto che si stava esagerando. Per fortuna le nostre lamentele credo siano servite".

Vietti (Csm): "Irricevibili teorie complottiste" -
Nel dibattito si inserisce anche Michele Vietti, vicepresidente del Csm che respinge le accuse rivolte alla magistratura: "Sono irricevibili le teorie complottiste che attribuiscono alla magistratura intenti e strategie persecutorie".

Schulz: "Non c'è alternativa all'applicazione delle leggi" - Sulle tensioni che attraversano il Parlamento italiano interviene anche il presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz, secondo cui "in caso di giudizio e di conseguenze legali di atti giuridici un Parlamento non ha alternative. Non ci sono alternative all'applicazione delle leggi". "Spero che l'Italia resti stabile - ha proseguito Schulz -perché dalla stabilità dell'Italia dipende la stabilità dell'Europa. È per questo che personalmente auspico che questo governo resti".

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