Pd e Pdl trovano l'accordo per derubricare le pregiudiziali a "considerazioni preliminari". M5S: "Melina per rimandare il voto". Letta vede Alfano: andare avanti si può. Napolitano: "Rafforzare convivenza nazionale o rischiamo"
Dopo una giornata difficile, con la tensione alle stelle tra Pd e Pdl, la Giunta per le immunità del Senato si è riunita intorno alle ore 20 di martedì e ora dopo ora le parti si sono avvicinate. La prospettiva di un voto nella notte sulla decadenza di Silvio Berlusconi è svanita grazie all'accordo raggiunto sulla base di un derubricamento delle tre pregiudiziali presentate lunedì a "semplici considerazioni preliminari". In questo modo, la Giunta dovrebbero procedere con la tempistica prevista dall'articolo 10 del regolamento del Senato cioè un intervento di 20 minuti a commissario. Poi si passerà alla proposta del relatore Augello.
Clima meno teso - Il riavvicinamento Pd-Pdl è stato palpabile nella giornata di martedì da alcuni segnali. Il premier Enrico Letta ha incontrato nel pomeriggio a Palazzo Chigi Angelino Alfano e altri ministri del Pdl. Il presidente del Consiglio sarebbe uscito dal colloquio convinto che ci siano le condizioni perché il governo vada avanti. Un altro elemento di pacificazione potrebbe il fatto che Silvio Berlusconi ha annullato la riunione dei suoi gruppi parlamentari prevista per mercoledì 11 settembre.
Le polemiche in giornata - La mediazione è arrivata dopo un martedì all'insegna dello scontro. Un muro contro muro che ha visto coinvolti tutti i big delle due forze di maggioranza. Alfano si era detto "esterrefatto per il comportamento del Pd". Stessi toni per Brunetta e Schifani, capigruppo del Pdl alla Camera e al Senato. Anche dall'altra parte non erano arrivate parole di apertura. Il segretario Pd Guglielmo Epifani ha detto: "Ribadiamo che la legge è uguale per tutti. Non siamo nella Repubblica delle banane dove il diritto è piegato agli interessi di qualcuno".
Napolitano: "Unità o rischiamo" - Anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è intervenuto nella bagarre: "Se noi non teniamo fermi questi pilastri della nostra convivenza nazionale tutto è a rischio", ha ammonito il capo dello Stato.
LA CRONACA DELLA GIORNATA:
Clima meno teso - Il riavvicinamento Pd-Pdl è stato palpabile nella giornata di martedì da alcuni segnali. Il premier Enrico Letta ha incontrato nel pomeriggio a Palazzo Chigi Angelino Alfano e altri ministri del Pdl. Il presidente del Consiglio sarebbe uscito dal colloquio convinto che ci siano le condizioni perché il governo vada avanti. Un altro elemento di pacificazione potrebbe il fatto che Silvio Berlusconi ha annullato la riunione dei suoi gruppi parlamentari prevista per mercoledì 11 settembre.
Le polemiche in giornata - La mediazione è arrivata dopo un martedì all'insegna dello scontro. Un muro contro muro che ha visto coinvolti tutti i big delle due forze di maggioranza. Alfano si era detto "esterrefatto per il comportamento del Pd". Stessi toni per Brunetta e Schifani, capigruppo del Pdl alla Camera e al Senato. Anche dall'altra parte non erano arrivate parole di apertura. Il segretario Pd Guglielmo Epifani ha detto: "Ribadiamo che la legge è uguale per tutti. Non siamo nella Repubblica delle banane dove il diritto è piegato agli interessi di qualcuno".
Napolitano: "Unità o rischiamo" - Anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è intervenuto nella bagarre: "Se noi non teniamo fermi questi pilastri della nostra convivenza nazionale tutto è a rischio", ha ammonito il capo dello Stato.
LA CRONACA DELLA GIORNATA: