Berlusconi: governo cade se mi impediscono di fare politica

Politica
Silvio Berlusconi (Getty)

Il leader del Pdl minaccia l’esecutivo: "Abbiamo fatto le larghe intese per mettere fine alla guerra civile, ma siamo ancora in mezzo al guado". Letta: “Non vedo grossi margini”. Renzi: “Un leader condannato va a casa senza aspettare interdizione

"Sarebbe disdicevole se il governo cadesse. Ma, naturalmente, non siamo disponibili a mandare avanti un governo se la sinistra dovesse intervenire su di me, sul leader del Pdl, impedendogli di fare politica". Silvio Berlusconi, in un collegamento telefonico con Bassano del Grappa dove si stava tenendo una riunione dell'Esercito di Silvio, lancia un forte segnale all’esecutivo guidato da Enrico Letta e riaccende lo scontro nella maggioranza sul voto sulla decadenza da Senatore, dopo la condanna in Cassazione nel processo Mediaset a 4 anni di reclusione (di cui 3 condonati dall'indulto) per frode fiscale.
"Abbiamo fatto le larghe intese di pacificazione – dice il Cavaliere – per vedere se si potesse mettere fine alla guerra civile, quella guerra fredda partita dopo il '48. Invece avete visto quello che è successo. Siamo ancora in mezzo al guado".
Alle "minacce" di Berlusconi ha risposto direttamente il ministro Franceschini (Pd), che ha parlato di "ricatto" da rispedire al mittente.
Sul tema sono intervenuti anche il premier Enrico Letta ("Governo non c'entra nulla") e il sindaco di Firenze Matteo Renzi ("Leader condannato va a casa da solo"), entrambi ospiti di una festa del Pd, rispettivamente a Genova e a Forlì.

"La gente ha capito che c'è una persecuzione giudiziaria" - Nel collegamento con i suoi sostenitori, Berlusconi ha inoltre ribadito che contro di lui la magistratura ha attuato una vera persecuzione: "Io credo che ci sia grande consapevolezza dello stato precario della nostra democrazia e anche il fatto che la nostra gente ha capito la persecuzione giudiziaria che in questi 20 anni è stata fatta contro di me e che quindi abbiano in tanti il timore che si possa verificare una presa del potere da parte della sinistra che pur essendo minoranza nel Paese o attraverso il braccio giudiziario o attraverso delle votazioni che non rispecchino il voto vero degli italiani possa andare al potere".

Berlusconi ha anche annunciato che nella giornata di sabato firmerà a Roma i referendum radicali sulla Giustizia, dopo aver avuto un colloquio a palazzo Grazioli con Marco Pannella.
"Ci sono 6 referendum sulla Giustizia: allestiamo i gazebo e raccogliamo le 500 firme necessarie: attraverso il voto popolare cerchiamo di realizzare quella riforma della giustizia che ci hanno impedito di fare in Parlamento'', ha detto l'ex premier.

“Abolizione Imu è merito nostro”
- "E' nostra la grande vittoria sull'Imu. Abbiamo fatto quanto promesso in campagna elettorale. Credo che tutti gli italiani che hanno una casa ci debbano essere riconoscenti, lo spero. Credo si ricordino che l'abolizione dell'Imu sia merito nostro", ha poi sottolineato Silvio Berlusconi nel  collegamento telefonico con Bassano del Grappa.

Letta: "Governo non ha nulla a che fare con queste vicende" - Ma il premier Enrico Letta, dal palco della festa del Pd a Genova, avverte: "Il governo non ha nulla a che fare rispetto a vicende che sono di competenza del Senato". "Io non credo che ci siano molti margini rispetto a queste vicende. E chi crea connessioni improprie tra cosa deciderà la Giunta su Berlusconi e la vita del governo - incalza – dovrà spiegare ai cittadini queste relazioni pericolose".



Renzi: "In paese civile condannato va a casa" - Sempre a distanza, a un’altra festa del Pd, anche il sindaco di Firenze, Matteo Renzi è intervenuto sul tema Berlusconi: "Continuiamo a chiederci, 'ma poi Berlusconi che cosa fa?'. C'è un modo per archiviare questa domanda, è smettere di parlarne. In qualsiasi Paese civile un leader che viene condannato in via definitiva va a casa senza aspettare che venga interdetto”.


Franceschini: “Rispediamo ricatto al mittente” - "Il ricatto di Berlusconi va respinto al mittente a stretto giro di posta: non violeremo mai le regole dello stato di diritto per allungare la durata del governo". Così invece il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini (Pd), ha replicato alle parole del Cavaliere.

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