Caso Berlusconi, il Pdl: "Napolitano salvaguardi democrazia"
PoliticaAttesa una nota del Quirinale sul tema dell'agibilità politica del Cav. Brunetta: "Non è questione personale". Bossi: "La condanna si traduce in maggior consenso per lui". Marina Berlusconi: "Ribadisco, no impegno in politica"
"Ho fiducia che la saggezza di Napolitano indichi una strada che salvaguardi la pienezza della democrazia già ferita da una giustizia sconsiderata". Così il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta, commenta la notizia secondo la quale il Quirinale emetterà entro Ferragosto una nota sul caso Berlusconi, condannato in via definitiva dalla Cassazione per frode fiscale a 4 anni di reclusione di cui 3 condonati dall'indulto.
Il partito del Cavaliere si oppone alla decadenza da senatore di Berlusconi per effetto della sentenza definitiva di condanna, e ha chiesto al capo dello Stato un intervento per garantire "l'agibilità politica" del suo leader.
"L'agibilità politica" del Cavaliere, spiega Brunetta, "non è una questione personale e neanche di una parte persino maggioritaria degli italiani: piaccia o no egli è il perno su cui si regge il delicato equilibrio non solo del governo ma della stessa agibilità politica dell'Italia. Intendo per agibilità la possibilità di uno scambio politico tra parti che nella diversità riconoscono un territorio comune di valori e di pratica di dialogo".
Becchi, fallita base politica mandato Napolitano - Di diverso parere Paolo Becchi, ideologo del Movimento 5 Stelle, secondo il quale è fallita 'ipotesi politica alla base del secondo mandato di Napolitano. Ciò che accade attorno al caso giudiziario di Silvio Berlusconi è un "teatro dell'assurdo" in cui "tutto si regge su un uomo di 88 anni che dovrebbe prendere atto del fallimento dell'ipotesi politica su cui si è fondato il suo secondo mandato" scrive Becchi sul blog di Beppe Grillo.
Bossi: sì a Marina Berlusconi. Ma lei smentisce - "Non credo che sia la fine di Berlusconi - dichiara Umberto Bossi - La condanna si traduce in maggior consenso per lui" afferma in un'intervista all'Ansa nella quale 'benedice' la discesa in campo di Marina Berlusconi. "Potrebbe raccogliere il testimone - sottolinea il leader leghista - E il fatto che sia una donna la avvantaggia". Ma è la stessa figlia del Cav a smentire qusta ipotesi: "Dal momento che ogni mia dichiarazione non è servita finora a fermare le voci su una
possibile candidatura, devo ribadire ancora una volta, e nel modo più categorico, che non ho mai preso in considerazione l'ipotesi di impegnarmi in politica". Queste le parole della presidente di Fininvest e Mondadori.
Malan (Pdl) non esclude la grazia - Sulla sostanza della nota del Quirinale, il senatore del Pdl Lucio Malan, non sembra escludere che possa trattarsi di un provvedimento di grazia. "Ci aspettiamo che il Capo dello Stato, che si è già espresso sul molti argomenti, esterni anche su un tema non secondario come questo. Il Presidente ha delle facoltà che possono anche far presumere qualche suo futuro atto" ha dichiarato l'esponente di centro destra a Radio Radicale. "Dare per scontato che Berlusconi debba essere dichiarato decaduto per esempio non mi pare il caso, perché ci sono questioni aperte, a partire dall'indulto. E sulla grazia ci sono precedenti, come quello del deputato Francesco Moranino, che ebbe la grazia. Quello fu un atto politico a tutti gli effetti, e il reato era molto più grave della evasione fiscale", ha concluso Malan.
Casson (Pd): "Mancano i presupposti per la grazia" - Ma sull'ipotesi che dal Colle possano arrivare provvedimenti di clemenza nei confronti del Cavaliere, che sospendano in qualche modo la sentenza confermata dalla Cassazione il 2 agosto, arriva il freno del senatore del Pd Felice Casson. "Nel pieno rispetto dell'autonomia del Presidente della Repubblica, credo che manchino i presupposti giuridici e di fatto" per ricorrere all'istituto della Grazia per Silvio Berlusconi" spiega l'ex magistrato, ora membro della giusta per le elezioni e le immunità parlamentari. Inoltre, aggiunge "ci sono vari procedimenti penali aperti" che riguardano l'ex premier, "anche per reati gravi. Quindi, intervenire in questa situazione vanificherebbe la natura stessa dell'istituto".
Colaninno: "Non si modifichi quanto deciso nella aule di giustizia" - Chiusura netta all'ipotesi della grazia arriva anche dal collega di partito di Casson, Matteo Colaninno, secondo cui "rimanendo nell'ambito dei garantisti, noi siamo di fronte ad una sentenza definitiva, passata in giudicato, con tre gradi di giudizio conformi e quindi siamo di fronte ad una sentenza, come d'altronde hanno ricordato anche i legali del senatore Berlusconi, non più modificabile. E' del tutto evidente che non ci possono essere, perché questa è l'essenza della democrazia, del diritto e dello stato di diritto, delle vie politiche per modificare quello che è avvenuto nelle aule dei processi e da ultimo in Cassazione".
Dellai (Scelta Civica): "Tenere separate questioni giudiziarie e governo" - Più defilato Lorenzo Dellai di Scelta Civica, che invita a tenere distinti i due piani della vicenda: "Da un lato, il piano di un leader politico che cerca di evitare che la chiusura del suo ciclo politico sia questa e quindi è più che legittimo per il presidente Berlusconi e per il suo partito ricercare, se ci sono, margini per una soluzione diversa nel rispetto ovviamente delle leggi e dell'ordinamento; sull'altro piano c'è il governo." "Credo - continua - che difficilmente chiunque possa motivare il fatto di far 'pagare' a questo governo gli effetti di una vicenda giudiziaria come questa. Io credo che i cittadini stessi non capirebbero la confusione tra queste due realtà. Io penso che in linea generale comunque le forze politiche abbiano il dovere di rispettare le leggi, l'ordinamento, la cultura della legalità e della giustizia".
M5S pronto a chiedere impeachment - Durissima la posizione invece del M5S. In un'intervista al sito dell'Espresso il senatore Michele Giarruso sostiene che "la grazia o qualsiasi altro atto di clemenza per Berlusconi sarebbe un atto eversivo. E Napolitano dovrebbe essere messo in stato d'accusa per attentato alla Costituzione". La sua non è una posizione isolata: "Anche Grillo è d'accordo e ci stiamo già preparando", assicura. "Di fronte a un atto sovversivo nei confronti della Costituzione, non potremo che avere una reazione forte. Il presidente della Repubblica è il garante della Costituzione e non può strapparla e calpestarla. Una grazia concessa a Berlusconi, che è pregiudicato e pluricondannato per reati anche gravissimi, ovviamente violerebbe i principi costituzionali di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Sarebbe un atto di una gravità inaudita e sarebbe l'ultimo di una serie di strappi che questo presidente ha compiuto. Il più grave e intollerabile".
La condanna di Berlusconi - Lo scorso due agosto Silvio Berlusconi è stato condannato in modo definitivo a 4 anni di reclusione (di cui 3 condonati dall'indulto) per frode fiscale. Ora la Corte di Appello di Milano dovrà solamente rivedere la precedente pena accessoria a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici portandola a un massimo di tre anni. Per effetto di una legge introdotta nel 2012 la condanna lo farebbe decadere da senatore e lo renderebbe incandidabile per i prossimi sei anni. Il Pdl ritiene che il loro leader sia stato oggetto di una persecuzione giudiziaria da quando si è presentato in politica nel 1994 e ritengono che Giorgio Napolitano dovrebbe assicurare diritti politici di chi alle ultime elezioni di febbraio è stato indicato da quasi dieci milioni di italiani come futuro inquilino di palazzo Chigi.
Il partito del Cavaliere si oppone alla decadenza da senatore di Berlusconi per effetto della sentenza definitiva di condanna, e ha chiesto al capo dello Stato un intervento per garantire "l'agibilità politica" del suo leader.
"L'agibilità politica" del Cavaliere, spiega Brunetta, "non è una questione personale e neanche di una parte persino maggioritaria degli italiani: piaccia o no egli è il perno su cui si regge il delicato equilibrio non solo del governo ma della stessa agibilità politica dell'Italia. Intendo per agibilità la possibilità di uno scambio politico tra parti che nella diversità riconoscono un territorio comune di valori e di pratica di dialogo".
Becchi, fallita base politica mandato Napolitano - Di diverso parere Paolo Becchi, ideologo del Movimento 5 Stelle, secondo il quale è fallita 'ipotesi politica alla base del secondo mandato di Napolitano. Ciò che accade attorno al caso giudiziario di Silvio Berlusconi è un "teatro dell'assurdo" in cui "tutto si regge su un uomo di 88 anni che dovrebbe prendere atto del fallimento dell'ipotesi politica su cui si è fondato il suo secondo mandato" scrive Becchi sul blog di Beppe Grillo.
Bossi: sì a Marina Berlusconi. Ma lei smentisce - "Non credo che sia la fine di Berlusconi - dichiara Umberto Bossi - La condanna si traduce in maggior consenso per lui" afferma in un'intervista all'Ansa nella quale 'benedice' la discesa in campo di Marina Berlusconi. "Potrebbe raccogliere il testimone - sottolinea il leader leghista - E il fatto che sia una donna la avvantaggia". Ma è la stessa figlia del Cav a smentire qusta ipotesi: "Dal momento che ogni mia dichiarazione non è servita finora a fermare le voci su una
possibile candidatura, devo ribadire ancora una volta, e nel modo più categorico, che non ho mai preso in considerazione l'ipotesi di impegnarmi in politica". Queste le parole della presidente di Fininvest e Mondadori.
Malan (Pdl) non esclude la grazia - Sulla sostanza della nota del Quirinale, il senatore del Pdl Lucio Malan, non sembra escludere che possa trattarsi di un provvedimento di grazia. "Ci aspettiamo che il Capo dello Stato, che si è già espresso sul molti argomenti, esterni anche su un tema non secondario come questo. Il Presidente ha delle facoltà che possono anche far presumere qualche suo futuro atto" ha dichiarato l'esponente di centro destra a Radio Radicale. "Dare per scontato che Berlusconi debba essere dichiarato decaduto per esempio non mi pare il caso, perché ci sono questioni aperte, a partire dall'indulto. E sulla grazia ci sono precedenti, come quello del deputato Francesco Moranino, che ebbe la grazia. Quello fu un atto politico a tutti gli effetti, e il reato era molto più grave della evasione fiscale", ha concluso Malan.
Casson (Pd): "Mancano i presupposti per la grazia" - Ma sull'ipotesi che dal Colle possano arrivare provvedimenti di clemenza nei confronti del Cavaliere, che sospendano in qualche modo la sentenza confermata dalla Cassazione il 2 agosto, arriva il freno del senatore del Pd Felice Casson. "Nel pieno rispetto dell'autonomia del Presidente della Repubblica, credo che manchino i presupposti giuridici e di fatto" per ricorrere all'istituto della Grazia per Silvio Berlusconi" spiega l'ex magistrato, ora membro della giusta per le elezioni e le immunità parlamentari. Inoltre, aggiunge "ci sono vari procedimenti penali aperti" che riguardano l'ex premier, "anche per reati gravi. Quindi, intervenire in questa situazione vanificherebbe la natura stessa dell'istituto".
Colaninno: "Non si modifichi quanto deciso nella aule di giustizia" - Chiusura netta all'ipotesi della grazia arriva anche dal collega di partito di Casson, Matteo Colaninno, secondo cui "rimanendo nell'ambito dei garantisti, noi siamo di fronte ad una sentenza definitiva, passata in giudicato, con tre gradi di giudizio conformi e quindi siamo di fronte ad una sentenza, come d'altronde hanno ricordato anche i legali del senatore Berlusconi, non più modificabile. E' del tutto evidente che non ci possono essere, perché questa è l'essenza della democrazia, del diritto e dello stato di diritto, delle vie politiche per modificare quello che è avvenuto nelle aule dei processi e da ultimo in Cassazione".
Dellai (Scelta Civica): "Tenere separate questioni giudiziarie e governo" - Più defilato Lorenzo Dellai di Scelta Civica, che invita a tenere distinti i due piani della vicenda: "Da un lato, il piano di un leader politico che cerca di evitare che la chiusura del suo ciclo politico sia questa e quindi è più che legittimo per il presidente Berlusconi e per il suo partito ricercare, se ci sono, margini per una soluzione diversa nel rispetto ovviamente delle leggi e dell'ordinamento; sull'altro piano c'è il governo." "Credo - continua - che difficilmente chiunque possa motivare il fatto di far 'pagare' a questo governo gli effetti di una vicenda giudiziaria come questa. Io credo che i cittadini stessi non capirebbero la confusione tra queste due realtà. Io penso che in linea generale comunque le forze politiche abbiano il dovere di rispettare le leggi, l'ordinamento, la cultura della legalità e della giustizia".
M5S pronto a chiedere impeachment - Durissima la posizione invece del M5S. In un'intervista al sito dell'Espresso il senatore Michele Giarruso sostiene che "la grazia o qualsiasi altro atto di clemenza per Berlusconi sarebbe un atto eversivo. E Napolitano dovrebbe essere messo in stato d'accusa per attentato alla Costituzione". La sua non è una posizione isolata: "Anche Grillo è d'accordo e ci stiamo già preparando", assicura. "Di fronte a un atto sovversivo nei confronti della Costituzione, non potremo che avere una reazione forte. Il presidente della Repubblica è il garante della Costituzione e non può strapparla e calpestarla. Una grazia concessa a Berlusconi, che è pregiudicato e pluricondannato per reati anche gravissimi, ovviamente violerebbe i principi costituzionali di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Sarebbe un atto di una gravità inaudita e sarebbe l'ultimo di una serie di strappi che questo presidente ha compiuto. Il più grave e intollerabile".
La condanna di Berlusconi - Lo scorso due agosto Silvio Berlusconi è stato condannato in modo definitivo a 4 anni di reclusione (di cui 3 condonati dall'indulto) per frode fiscale. Ora la Corte di Appello di Milano dovrà solamente rivedere la precedente pena accessoria a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici portandola a un massimo di tre anni. Per effetto di una legge introdotta nel 2012 la condanna lo farebbe decadere da senatore e lo renderebbe incandidabile per i prossimi sei anni. Il Pdl ritiene che il loro leader sia stato oggetto di una persecuzione giudiziaria da quando si è presentato in politica nel 1994 e ritengono che Giorgio Napolitano dovrebbe assicurare diritti politici di chi alle ultime elezioni di febbraio è stato indicato da quasi dieci milioni di italiani come futuro inquilino di palazzo Chigi.