Dl Fare, battaglia in Senato: ok taglio stipendi dei manager

Politica

Il provvedimento, dopo il braccio di ferro nelle commissioni, arriva in Aula. Via il 25% dei compensi per chi supera i 300 mila euro di emolumenti. La Camera, intanto, ha approvato il decreto svuotacarceri: torna il carcere preventivo per gli stalker

Un duro braccio di ferro, risolto solo a mezzanotte, ma alla fine le commissioni Affari costituzionali e Bilancio hanno dato il via libera al Dl Fare che arriva in Aula al Senato dove sarà discusso martedì. Al termine della maratona si è trovata una soluzione al nodo dei compensi dei manager pubblici: tutti quelli che non rientrano già nel tetto introdotto con il Salva-Italia (circa 300mila euro, il trattamento economico del primo presidente della Cassazione) al prossimo rinnovo si vedranno sforbiciare del 25% tutti i compensi "a qualunque titolo determinati".

La battaglia prima del via libera - Nel pomeriggio di lunedì era trapelata la "forte irritazione" dell'esecutivo. La linea del governo, con una proposta di modifica che non aveva trovato l'accordo delle forze politiche, era quella di ampliare la platea di manager cui sforbiciare i compensi, prevedendo un taglio di quelli dei manager delle società pubbliche quotate. Dopo la minaccia di rimanere a lavorarci per tutto il mese di agosto, il ministro Dario Franceschini aveva fatto sapere che il governo non aveva alcuna intenzione di rinunciare alla riduzione degli emolumenti. Il compromesso, con un emendamento finale presentato eccezionalmente dai capigruppo di maggioranza, prevede il taglio del 25% per tutti i manager delle società pubbliche quotate e non quotate che emettono titoli non azionari e per le loro controllate.

Lo svuotacarceri approvato alla Camera - Proseguono i lavori anche nell'altro ramo del Parlamento. Con il no della Lega, di Fdi e del M5S, l'Aula della Camera ha approva il decreto legge svuotacarceri. Il testo ora torna al Senato per una nuova lettura. A Montecitorio sono state inserite rilevanti novità, dalla reintroduzione della custodia cautelare per chi è accusato del reato di stalking, ma anche per i reati di finanziamento illecito ai partiti, falsa testimonianza e abuso d'ufficio, fino all'aumento da 20 a 30 giorni della durata dei permessi premio per i condannati minorenni.

Cancellata la "Salva Previti" - Pd, Pdl e Sel hanno sostenuto il provvedimento. I due principali partiti della maggioranza hanno precisato che non si tratta di nuovo indulto. Tanti gli emendamenti della Lega e dell'M5S: tutti bocciati dall'Aula. Compreso quello dei grillini per reintrodurre il carcere per gli ultrasettantenni cancellando la norma nata come "Salva Previti" e che ora evita il carcere a Silvio Berlusconi. Il provvedimento approvato a Montecitorio è una prima risposta all'Europa dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che ha condannato l'Italia per la situazione delle carceri.

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